Martedì, 05 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo "Le nozze di figaro" in scena al teatro dell'Opera di Roma dal 30 ottobre al 11 novembre 2018

 

Un’opera fluida, veloce e dinamica che, anche nella sua rilettura contemporanea e un po’ astratta si fa apprezzare…almeno fino all’ultimo atto.

Sull’Opera attuale ci siamo ritrovati a fare una considerazione seguendo in questi anni le recite al meraviglioso Teatro Costanzi, luogo nato per l’arte lirica e il balletto ancor prima che Roma diventasse capitale. Senza mai perdere il filo del tempo che passa e senza mai, d’altro canto, rimanere per forza di cose ancorati ad un ideale arcaico che in periodo di intelligenze artificiali rischia di diventare anacronistico, immaginatevi di essere in platea. Il teatro è gremito, ci mancherebbe c’è Mozart con le sue Nozze di Figaro. Gli abiti buoni son stati indossati e dopo la celeberrima ouverture del prodigio di Salisburgo e il “Non più andrai, farfallone amoroso” un’adorabile signora durante l’intervallo, ci chiede candida e senza titubanze: «ma a voi piace così, moderna?».

Recensione dello spettacolo En Attendant Beckett in scena al Teatro Belli dall’8 all’11 novembre 2018 - TREND nuove frontiere della scena britannica

 

Glauco Mauri e Roberto Sturno collaborano dal 1981, anno in cui fondano la compagnia Mauri-Sturno. La produzione vanta numerose rielaborazioni di opere classiche e contemporanee. Nel 2001 con il progetto Da Krapp a Senza parole intraprendono un viaggio che culmina, successivamente, nella stagione 2017/18 con En attendant Beckett. 

Un progetto, questo su Beckett, che ancor prima nel 1961, Glauco Mauri realizza portando in scena, per primo in Italia, L’ultimo nastro di Krapp e Atto senza parole (1962). 

Recensione dello spettacolo Shakespeare in Love, in scena dal 24 ottobre 2018 al 18 novembre 2018 presso il Teatro Brancaccio di Roma.

 

Come tutte le storie impossibili, quella tra l’autore dell’amore dannato per antonomasia e una giovane donna moderna, tenace nella sua lotta contro le asperità della vita, non poteva essere da meno. In un rocambolesco e comico rovesciamento della realtà, i cui flebili colori sfumano con una facilità impressionate nel gioco della finzione teatrale, il giovane William Shakespeare si scopre vittima di quegli stessi equivoci ed imprevisti di cui solitamente nutre i propri personaggi. Mentre lentamente si animano sulle pagine ingiallite di qualche vecchia pergamena le vicende del bel Romeo e della sua dolce Giulietta, il loro autore succhia la geniale e poetica ispirazione dalla sua stessa vita, tanto da fare di quei due suoi amatissimi protagonisti una metafora della sua travagliata e appassionata esistenza. 

Recensione dello spettacolo La Maladie de la Mort andato in scena al Teatro Argentina l’8 e 9 novembre 2018 nel percorso di stagione DALLA PAGINA ALLA SCENA

 

La scrittura di Marguerite Duras non è di facile comprensione. È una scrittura che si spinge al limite perché si presenta come un’esperienza dei limiti. Portarsi al limite di qualcosa vuol dire mettere in questione il senso di quella cosa di cui si è al limite. Così, in tutti i suoi testi, come in La Maladie de la Mort, ogni cosa è spinta all’estremo; tutto ciò che accade è parossistico ma, paradossalmente, non viene spontaneo chiedersi il perché. Tutto accade perché deve accadere.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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