Lunedì, 24 Marzo 2025
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Pescara, 7 febbraio – Un dialogo tra culture, per catturare, attraverso lo sguardo artistico, le “istantanee” di una società differente. La galleria Ceravento di Pescara, per la prima volta dalla sua apertura, ospita una residenza d’artista che andrà avanti dal 13 al 21 febbraio. Il protagonista è il giovane americano Luke Morrison, che concluderà il periodo di residenza con l’inaugurazione della sua prima personale in Italia, dal titolo Photo Booth.

L’evento inaugurale si svolgerà sabato 22 febbraio, dalle ore 17:00; sarà presente anche l’artista. La mostra poi sarà visitabile fino al 29 marzo, nei giorni di apertura della galleria: dal martedì al giovedì dalle ore 17:00 alle 19:00, il venerdì e sabato su appuntamento. La personale è accompagnata dal testo critico di Miriam Di Francesco.

Photo Booth si ispira al titolo di un’opera significativa di Morrison (la stessa selezionata per la locandina dell’evento) che racchiude il senso della residenza. In linea con i linguaggi d’elezione della galleria di pittura e disegno, il lavoro dell’artista è permeato dall’osservazione o immaginazione di dinamiche sociali. I soggetti spesso rappresentati nei dipinti svolgono lavori comuni, si muovono con ambiguità per le vie cittadine americane, generando suspense e incredulità nello spettatore. La sfida del soggiorno italiano per Morrison sarà, dunque, catturare le “istantanee” di una società e di abitudini in un differente contesto dal suolo americano. La mostra si svilupperà intorno ad un doppio nucleo centrale di dipinti acrilici e disegni precedentemente realizzati nel corso degli ultimi anni, insieme a una piccola selezione di lavori o interventi concepiti durante la residenza e pensati appositamente per Ceravento.    

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Recensione della mostra “Munch. Il grido interiore” a Palazzo Bonaparte di Roma dall’11 febbraio al 2 giugno 2025 a cura di Patricia G. Berman

 

“Attraverso la mia arte ho cercato di spiegare a me stesso la vita e il suo significato, ma anche di aiutare gli altri a comprendere la propria”. Note, 1930-34.

 

Non è per i deboli di cuore la mostra organizzata da Arthemisia in occasione dell’ottantesimo anniversario della scomparsa di un artista a lungo dimenticato, Edvard Munch. Dimenticato perché, a parte al Munch Museum di Oslo, difficilmente le sue opere sono visibili al di fuori del suo Paese, e ancora di più in Italia, dove si conta che l’ultima monografica gli sia stata dedicata ben dieci anni fa. La scelta di riportare sotto i riflettori un artista così poco noto e così tanto tormentato come Munch va solo apprezzata. 

L’esposizione prende spunto dall’opera più celebre, L’Urlo, di cui non si ammira la versione più nota ma una rara litografia in bianco e nero realizzata nel 1895. La versione più popolare non è stata prestata a causa della sua fragilità, eppure, la litografia non ne fa sentire la mancanza: qui i colori dissonanti del dipinto si sono trasformati in tante linee particolarmente marcate per trasmettere in modo ancora più diretto ed efficace le vibrazioni di quell’urlo. Quando si arriva ad ammirare la litografia, si è già un po’ scandagliata la profondità d’animo dell’artista, la sua oscurità e quel particolare senso di oppressione che appaiono ben intelligibili nelle sue opere.

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Recensione della mostra Salvador Dalí, tra arte e mito al Museo storico della fanteria di Roma dal 25 gennaio al 27 luglio 2025 a cura di Vincenzo Sanfo

 

 “Io credo al futuro risolversi di questi due stati apparentemente così contrastanti-sogno e realtà-in una specie di realtà assoluta, di surrealité”

                                                                                    Breton, Manifesto surrealista

 

Per la corrente surrealista, accanto al mondo reale le cui logiche si costruiscono sulla razionalità, esiste un mondo altrettanto reale in cui l’immaginazione, l’intuizione, le esperienze del sogno, le associazioni spontanee dell’inconscio diventano materiale prezioso, ossia oggetto dell’indagine e della rappresentazione dell’artista. Le immagini irrompono liberamente in un flusso da cui emergono moti dall’oscuro regno degli istinti, della libido personale, dell’inconscio; si ricerca “l’assurdo” insito nel presunto mondo del reale. Salvador Dalì rintraccia in questa modalità creatrice, qualcosa che gli è profondamente congeniale e che diventa anche il suo personale stile di vita. Utilizza gli elementi del quotidiano estrapolandoli dal loro consueto contesto per consegnarli a nuova vita in una dimensione onirica, allucinata, caotica, a tratti grottesca, liberando il lato assurdo del reale attraverso un inquietante illusionismo.

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Il prossimo 11 febbraio 2025 alle ore 16:00 si inaugurerà nella Sala del Cenacolo del Complesso di Palazzo Valdina, Camera dei deputati a Piazza in Campo Marzio 42 a Roma, la personale dell’artista piacentino Paolo Terdich “Esodo, per non dimenticare”.

L’esposizione è stata organizzata in coincidenza con il Giorno del Ricordo (10 febbraio 1947), in memoria dell’Esodo giuliano-dalmata e delle tragiche foibe, per voler rappresentare un esempio di come l’arte e la cultura possano fungere da ponte tra passato e presente, invitando a riflettere su eventi storici dolorosi ma fondamentali, per meglio comprendere, pienamente, la complessità del nostro tempo.

Un evento promosso dal Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, a cura dell’Archivio Paolo Salvati.

Così si è espresso il Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati: “Sono lieto di accogliere nel complesso di Vicolo Valdina della Camera dei deputati la mostra "Esodo - Per non dimenticare" dell’artista Paolo Terdich. Questo evento si inserisce nel quadro delle celebrazioni per il Giorno del ricordo, istituito per onorare la memoria delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati, un dramma rimasto ai margini della Storia e della coscienza collettiva del nostro Paese per tanto, troppo tempo.

Con la sua maestria pittorica, l’artista guida lo spettatore in un viaggio che, intrecciando passato e presente, lo coinvolge sul piano emotivo e intellettuale.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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