Sabato, 18 Gennaio 2025
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Sarà inaugurata il prossimo 22 gennaio 2025 - con vernissage sabato 25 gennaio alle ore 16.30 - la collettiva Jubileum 2025 “Creatività da vendere”, con la curatela di Gastone Ranieri Indoni, di FSM International in collaborazione con il Complesso Monumentale Seraphicum di Roma.

Alla collettiva parteciperanno i maestri: Vincenzo Gaetaniello, Ernesto Lamagna, Giovanni Tommasi Ferroni, Elena Tommasi Ferroni, Maya Kokocinski, Nestore Bernardi, Riccardo Evangelisti, Sergio Gotti, Antonio Anastasia, Fabio Vespaziani, Daniela Capuano, Carlo Magnolfi, Giorgio Pica, Pasquale Franzé, Adriano Cipolletti, Annamaria Angelini, Silvana Galeone, Donatella Vincelli, Valerio Varano, Daniele Napoleoni.

Ogni singolo artista con il suo personalissimo stile renderà omaggio al Giubileo, evento simbolo della cristianità per il 2025.

Alla presentazione ufficiale, prevista per sabato 25 gennaio alle ore 16.30, parteciperà l’esimio Professor Giuseppe Giglio - docente in più cattedre di Storia dell'Arte, scrittore, saggista, critico, perito e consulente di Arte Antica e Restauro, Direttore Editoriale della Regione Calabria e di FSM International Magazine -  i partecipanti saranno allietati da un intermezzo musicale a cura del   M° Francesco Mirarchi. Durante l’evento verrà altresì presentato il nuovo Premio FSM e le nuove partnership editoriali.

Tra gli artisti in mostra, particolare attenzione va attribuita ai maestri (in mero ordine alfabetico) Vincenzo Gaetaniello, Sergio Gotti, Ernesto Lamagna, Giorgio Pica, Elena Tommasi Ferroni e Giovanni Tommasi Ferroni, di cui, di seguito, inseriamo una breve bio.

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LUCE SULL’ARCHEOLOGIA torna a illuminare il palco del Teatro Argentina, dopo i successi delle passate edizioni, accompagnando il pubblico per la undicesima edizione in un nuovo viaggio nella millenaria storia di Roma, nella sua archeologia e società, attraverso un percorso tematico dal titolo Lavorare per l’eternità. Uomini e dèi nella Roma dei cesari: religione, giustizia, destino.

 

Dal 19 gennaio al 30 marzo l’appuntamento con il ciclo di storia e arte si rinnova con sette incontri la domenica mattina alle ore 11 – in programma il 19 e 26 gennaio2 e 16 febbraio923 e 30 marzo – per comporre un mosaico di testimonianze, ricerche, riflessioni e immagini, con il contributo esclusivo di una nutrita schiera di storiciarcheologi e studiosi d’arte, alla scoperta della dimensione politica, degli spazi pubblici, dell’universo mitico, ma anche della memoria e dell’identità che racconteranno come Roma e il mondo classico siano ancora oggi i depositari della bellezza.

Gli incontri sono potenziati dall’approfondimento dei temi, sia da un punto di vista letterario che filosofico e giornalistico, per rendere più chiari i legami culturali tra passato e presente. Da Capitale dell’Impero a centro della Cristianità, la storia di Roma sarà una traversata di conoscenze ed esperienze arricchite, come nelle passate edizioni, dai contributi di storia dell’arte di Claudio Strinati, a cui si affiancheranno le anteprime del passato di Andreas M. Steiner e le introduzioni di Massimiliano Ghilardi.

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 Quando ho visto i disegni di Liliana Sarrocco sono rimasto frastornato, la molteplicità dei  suoi segni è tale da indurre a un certo scompiglio, onde e nuvole che si inseguono, segnali apparentemente diversi ma in realtà tutti concepiti secondo un'autentica consapevolezza, vivace tributo all'immagine, sempre piena di poesia. E poesia potrebbe essere il filo conduttore di questa raccolta di opere il cui supporto cartaceo vuole significare una scelta dialettica, non solo estetica.

È quindi un grande piacere presentare le opere di Liliana Sarrocco, cosi schiette eppure così affascinanti: Liliana disegna con una lena e una sensibilità fuori del comune, naturalistica ma non empirica, perseguendo un ideale basato non soltanto sulla sua esperienza di artista ma in cui la forma assume ruolo identitario, sempre pervaso da grande fertilità creativa.

In breve, Liliana è un poeta che sceglie l'immagine per esprimere il suo mondo, le sue fantasie, i suoi arcani segnali. Che l'immagine decodifica palesando segreti e gioie, ma anche malinconie silenziose.

 Franklin Watts

 

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Recensione della mostra In sogno era una sfera bianca presso Galleria Ceravento di Pescara dal 15 giugno al 9 agosto 2024

 

C’è tantissima Sicilia nelle opere di Giuseppe Vassallo, pittore palermitano che, dopo i primi studi di scultura, sceglie la pittura per esprimere quell’insostituibile eppure complesso rapporto che esiste tra uomo e natura. Le sue figure statuarie, anche quando non idealizzate, rimandano a un’epoca antica che, però, è solo un’eco di quell’Arcadia idilliaca: è successo qualcosa e i segni sono tutti lì, a volte meno percettibili altre dichiaratamente visibili. La relazione si è incrinata, l’armonia non è più tale: In sogno era una sfera bianca non ha caso è l’opera che dà il titolo alla mostra all’interno della galleria pescarese Ceravento. Un verbo al passato che ben si sposa con creazioni in perfetto equilibrio tra remoto e contemporaneo: corpi in atti sospesi che evocano divinità e miti smascherati nella loro attualità da dettagli che li riportano al nostro tempo e a nuovi interrogativi: che sia un indumento, il taglio di un profilo, il peso di uno sguardo. I quadri di Giuseppe Vassallo, come la terra da cui proviene, sono illuminati da una luce pura le cui ombre finiscono per perturbare: fatto ancora più evidente in opere quali Dai silenzi acuti, Nomos, Il giglio e la portata massima o Le conseguenze di una Chimera (ritratto di Dafni) dove la tela è praticamente divisa in due domini, quello del colore e la sua assenza. Ma la maestria dell’autore è tale da rendere il medesimo effetto persino in tele in bianco e nero quali Se potessi un giorno, tu, l’aria ed io, Tra i preseleni, il più saggio e l’impressionante Custode del tempo (l’epilogo) dove è facile indovinare nel protagonista il signore dell’Isola dei beati. Quanto un simile aggettivo si addica ancora al luogo è la domanda a cui l’osservatore è chiamato a rispondere. 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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