Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Shakespeare in Love, in scena dal 24 ottobre 2018 al 18 novembre 2018 presso il Teatro Brancaccio di Roma.

 

Come tutte le storie impossibili, quella tra l’autore dell’amore dannato per antonomasia e una giovane donna moderna, tenace nella sua lotta contro le asperità della vita, non poteva essere da meno. In un rocambolesco e comico rovesciamento della realtà, i cui flebili colori sfumano con una facilità impressionate nel gioco della finzione teatrale, il giovane William Shakespeare si scopre vittima di quegli stessi equivoci ed imprevisti di cui solitamente nutre i propri personaggi. Mentre lentamente si animano sulle pagine ingiallite di qualche vecchia pergamena le vicende del bel Romeo e della sua dolce Giulietta, il loro autore succhia la geniale e poetica ispirazione dalla sua stessa vita, tanto da fare di quei due suoi amatissimi protagonisti una metafora della sua travagliata e appassionata esistenza. 

Recensione dello spettacolo La Maladie de la Mort andato in scena al Teatro Argentina l’8 e 9 novembre 2018 nel percorso di stagione DALLA PAGINA ALLA SCENA

 

La scrittura di Marguerite Duras non è di facile comprensione. È una scrittura che si spinge al limite perché si presenta come un’esperienza dei limiti. Portarsi al limite di qualcosa vuol dire mettere in questione il senso di quella cosa di cui si è al limite. Così, in tutti i suoi testi, come in La Maladie de la Mort, ogni cosa è spinta all’estremo; tutto ciò che accade è parossistico ma, paradossalmente, non viene spontaneo chiedersi il perché. Tutto accade perché deve accadere.

Recensione dello spettacolo “Mimì – In arte Mia Martini”, in scena al Teatro Off/Off dal 6 al 25 Novembre 2018

 

Canto e recitazione. Musica e teatro. L’emissione della voce si incanala, il suo flusso raggiunge diverse forme espressive. Non è così per Melania Giglio. L’attrice piemontese non compartimenta il suo talento di cantante, non lo limita ad una ulteriore specializzazione o ad una passione da coltivare come divertissement. Del canto fa teatro, in tutto e per tutto, non un semplice lavoro di ricerca sulla tecnica canora, ma un progetto complessivo. La Giglio, costantemente impegnata in un intenso studio sulle potenzialità della voce, dopo aver abitualmente inserito nelle sue interpretazioni il contributo del canto, ha costruito, coadiuvata dal regista Daniele Salvo, una forma di spettacolo originale, in cui amalgamare intimamente due forme d’arte, che non sono solo parte del suo bagaglio, ma forse corrispondono a due angoli stessi della sua anima.

Recensione dello spettacolo La Bastarda di Istanbul dall’omonimo romanzo di Elif Shafak, in scena al teatro Sala Umberto dal 31 ottobre al 11 novembre 2018

 

Come un acquerello dove i contorni sfumano per dare origine ad altri colori e suggestioni, La bastarda di Istanbul sviluppa atmosfere e misteriose trame in un alternarsi di gradazioni emotive dall’intensità sempre nuova. Una famiglia matriarcale, composta da un unico figlio maschio tra quattro sorelle e la madre, è il particolare assortimento che caratterizza la famiglia turca Kazanci dove ognuno, per storie e vissuti personali, possiede tratti caratteriali e prerogative ben definiti. Banu ( Serra Yilmaz ) primogenita, chiaroveggente per vocazione, esercita la “professione” solo con clientela femminile che arriva da lei con gli stessi dubbi esistenziali con i quali se ne va; Cevriye (Fiorella Sciarretta) secondogenita vedova si contraddistingue per la totale assenza di umorismo a fronte di un eccessivo autocontrollo che si risolve in una ineludibile rigidità caratteriale.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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