Giovedì, 21 Novembre 2024
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In un luogo lontano, sospeso tra mito e contemporaneo, vive una figura straordinaria: una creatura ibrida, indipendente e sapiente, capace di connettersi alle forze della natura e, al contempo di vivere appieno i sentimenti più autentici e umani. Circe, non la maga temuta e ingannatrice che siamo abituati a immaginare, ma una donna forte, complessa e libera da ogni categoria. Una donna che sfida le convenzioni e rivendica il proprio spazio in un mondo che per secoli ha cercato di ridurla a un archetipo stereotipato: la donna pericolosa seduttrice e ingannatrice. Circe combatte i pregiudizi e la brutalità del nostro mondo, sovverte i luoghi comuni, smonta gli antichi dualismi che ci governano da millenni: uomo/natura,maschile/femminile,invasori/invasi. 

Diventa modello di donna contemporanea potente e non sacrificale, pienamente padrona di sé stessa capace di scegliere senza compromessi. È l’incarnazione di una consapevolezza che destabilizza e sfida i ruoli imposti da una società che ha sempre temuto e faticato ad accettare l'autonomia femminile e il suo potere. La sua storia è una narrazione poetica e vibrante che riflette le sfide del nostro tempo e celebra il potere della metamorfosi come strumento per forgiare una nuova coscienza del mondo. Un viaggio emozionante verso la scoperta e l'accettazione di sé, una celebrazione dell'indipendenza femminile e della straordinaria capacità di riscrivere la propria storia. 

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Dal 27 novembre all’8 dicembre, al Teatro Ambra Jovinelli, Stefano Fresi è il poliedrico interprete di Dioggene, spettacolo scritto e diretto da Giacomo Battiato che vede il grande attore impegnato in tre monologhi tra Epica e commedia, sberleffi e crudeltà. In ognuno dei tre quadri, apparentemente così diversi tra loro, ruotano gli stessi temi: la violenza dei maschi, l’umana stupidità, la guerra, il bisogno di bellezza e di amore.

Lo spettacolo, di una durata complessiva di circa 90 minuti, è diviso in tre parti (tre quadri) e ruota intorno a un unico personaggio, un attore famoso che si chiama Nemesio Rea.
Nel primo quadro, HISTORIA DE ODDI, BIFOLCHO, Nemesio interpreta un proprio testo, scritto in autentico volgare duecentesco. È la storia di un contadino toscano che ha partecipato alla tremendissima battaglia di Montaperti in cui Siena e Firenze si sono scontrate.
Nel secondo quadro, L’ATTORE E IL BUON DIO, troviamo Nemesio nel suo camerino, mentre si veste, apprestandosi ad andare in scena. Ma non è dello spettacolo che ci parla, bensì della appena avvenuta rottura violenta con la moglie, tra pianti, grida e insulti.

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Tra teatro e letteratura, concertando le molteplici possibilità attorali attorno alla narrazione scenica del capolavoro di Calvino, Il cavaliere inesistente, secondo la visione del giovane talento Tommaso Capodanno, si staglia sul palcoscenico come materia viva, cangiante, inafferrabile, per andare incontro al futuro. La pièce, un successo della passata stagione, si ripropone al pubblico dal 22 novembre all’1 dicembre sul palco del Teatro India, trasponendo il romanzo sul palco per mettere al centro i suoi tre elementi principali: una voce narrante di donna, un cavaliere che non c’è, un gioco fanciullesco di guerra e di amore.

La messa in scena è affidata all’interpretazione di quattro attrici poliedriche che, in veste di monache contadine, alternano narrazione e azione, immagine e canto, dando voce alla musica della prosa calviniana. Le quattro interpreti – Francesca Astrei, Maria Chiara Bisceglia, Evelina Rosselli, Giulia Sucapane – evocano in scena il cavaliere inesistente per mezzo di un grande puppet, costruito per esaltare l’incanto del gioco teatrale. Il resto è affidato all’incontro tra palco e platea: grazie all’antico patto immaginifico tra attori e spettatori, Il cavaliere inesistente apre le porte di una dimensione magica, dove tutto è possibile, l’invisibile appare e ciò che non esiste è più concreto della nostra stessa carne.

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Un teatro che si trasforma in una nave per raccontare un fatto di cronaca che potrebbe essere avvenuto o essere frutto della fervida fantasia degli autori. Sarà proprio questo microcosmo galleggiante, dove ogni angolo risuona con storie di persone che vivono la loro quotidianità in un contesto straordinario, ad ospitare il debutto di “Benvenuti a bordo” dal 21 novembre all’1 dicembre 2024 al Teatro delle Muse con Marina Vitolo, Gabriele Marconi, Sergio Spurio, per la regia di Paolo Mellucci e scritto da Sergio Iovane e Mario Moretti. Un mix variegato di personaggi, sul palco anche Virginia Colella, Clementina Guarino, Giulia Tamburrini, Edoardo Valeriani, pronti a misurarsi con il  loro bagaglio di vicende che, come onde, si infrangono contro la vita degli altri. Gli interpreti: Daniel, maitre rigoroso ma manipolatore, Pasqualina, cameriera napoletana dal cuore d'oro, Francesco, misterioso cameriere con un passato oscuro, sono tutti portatori di un'energia unica che accende ogni scena. Ogni loro interazione è un miscela di comicità e tenerezza, che crea momenti esilaranti e toccanti. Add a comment

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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