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Nei panni dello spettatore
Numerosi attori, registi e drammaturghi (nonché insegnanti, educatori, psicologi e varie altre figure professionali) di diverse epoche storiche hanno sottolineato l’importanza del laboratorio teatrale all’interno degli istituti scolastici affinché fosse alla portata delle giovani generazioni. Dal migliorare l’apprendimento di materie quali letteratura, storia, scienze o filosofia, al potenziare le abilità dialogiche, il public speaking e la corretta dizione; dall’ampliare il lessico e la pragmatica, all’allungare i tempi di attenzione e il bagaglio mnemonico, possiamo davvero dirci tutti d’accordo nell’affermare che l’arte scenica sia uno strumento sopraffino per lavorare su tutto questo e tanto altro ancora.
Negli ultimi anni inoltre, dati spiacevolissimi fatti di cronaca, si è spesso affrontato l’argomento della mancanza di empatia presente (a volte) nell’adolescenza. Di conseguenza, nel riflettere sul ben doloroso fenomeno, eminenti psicologi, educatori, medici e terapisti si sono trovati ulteriormente d’accordo nell’affermare che nulla quanto il teatro stimoli l’attore o attrice a “mettersi nei panni dell’altro” dovendo giocoforza interpretare personaggi sempre differenti dalla propria realtà.
Eppure, le immense possibilità del Teatro Ragazzi non si fermano qui.
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