Sabato, 04 Maggio 2024
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Seconda  puntata: la voce delle agenzie ed il Nord Est

 

La prima puntata dell’indagine sullo stato dei teatri dell’opera in Italia ha suscitato un certo interesse e diverse reazioni. Fra queste  particolarmente preziosa  è quella pubblicata sulla sua pagina facebook, a commento dell’articolo,  da Franco Silvestri, che proponiamo nella sua integralità, sia per sanare eventuali dubbi ed criticità, sia perché si tratta di un documento di rara rilevanza, dato che proviene dal rappresentante  di una delle parti coinvolte in prima persona nelle questioni teatrali e quindi in grado di dare chiarezza, sia per il coraggio di alcune affermazioni che rendono onore a chi le ha scritte.

Mi siano consentite alcune precisazioni che faccio in qualità di Presidente della Associazione Rappresentanti Italiani Artisti Concerti e Spettacoli più brevemente conosciuta come Ariacs. 

Non risponde propriamente al vero che gli agenti non possano frequentare le direzioni artistiche in quanto la legge 8 gennaio 1979 nr. 8 che ne regolamentava la professione diede piena dignità al lavoro dei manager che hanno il diritto (oltre che il dovere) di promuovere il propri assistiti mettendo in atto ogni possibile modalità per farli conoscere alle direzioni artistiche.

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Prima puntata: le parole del Ministro e le scelte della Fenice

 

La pubblicazione di un articolo, qualche settimana fa, sulla futura stagione lirica dell’Arena di Verona ha acceso un ampio ed educato dibattito sulla situazione dell’opera.

Non sono emersi schieramenti precostituiti o posizioni integraliste, ma piuttosto una serie di domande e preoccupazioni che  mostrano come il mondo dell’opera sia motivo di interesse e sul cui futuro tanti vedano addensarsi ombre di tempesta, benchè al tempo stesso gli appassionati auspichino una rinascita autentica, importante.

Senza evocare fantasmi e  fantascientifiche macchinazioni, abbiamo pensato di compiere un semplice lavoro di lettura dei dati dell’ultima stagione delle varie fondazioni, per cercare di avere un’idea un po’ più chiara ed oggettiva sul momento che teatri ed artisti stanno vivendo in Italia.

Senza risposte preconfezionate e speranzosi che il viaggio ci rassereni.

Premessa incoraggiante: quando il Ministro della Cultura, il dottor Sangiuliano, si è insediato, ha tenuto  un’ interessante audizione alla Commissione VII Cultura Camera e Senato, il cui testo è reperibile in rete.

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Alcune considerazioni sulla prossima stagione dell’Arena di Verona, della quale è stato annunciato il cast

 

L’Arena di Verona ha presentato i cast della nuova stagione e sarebbe ingiusto non riconoscere alla Sovrintendente Cecilia Gasdia un grande talento nell’articolare una proposta accattivante,  che sposi cast prestigiosi e titoli di cassetta.

Ci saranno grandi allestimenti, ormai entrati nella storia, come il più volte ripreso ‘Barbiere di Siviglia’ firmato da De Ana; la celeberrima edizione di ‘Aida’ del 1913; la controversa versione dello stesso titolo ideata da  Poda, che tanto ha fatto parlare la scorsa estate; i grandi classici: ‘Carmen’ e ‘Turandot’ negli allestimenti di Zeffirelli ;una ‘Boheme’,  con un nuovo allestimento e la regia di Signorini; ’Carmina Burana’ in una edizione  grandiosa; ‘Zorba il Greco’ e ‘ Roberto Bolle and friends’ per la danza; la IX sinfonia diretta da Battistoni; una serata speciale dedicata a Vivaldi ed un evento d’apertura con la presenza sul podio di Riccardo Muti.

Ci sarà anche l’ennesima serata Domingo, con un cast ancora da definire.

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La recente messa in scena di Nabucco a Trieste offre lo spunto per un interessante dibattito sul ruolo del regista e sulla tutela sul suo lavoro, che non deve riguardare il solo Verdi, probabilmente ‘vittima’ di una serie di situazioni infauste, ma l’intero sistema teatrale.

Non a caso sulla questione esiste una sentenza del 2021 che tutela i diritti d’autore sulla regia, proprio di un ‘opera lirica.

Riassumendo l’episodio da cui partiamo e semplificando, anche perché la questione non  vuole essere contingente ma quanto mai universale,  Giancarlo Del Monaco, regista dalla sessantennale carriera costellata di trionfi e spettacoli che hanno fatto discutere, per  cinque volte sovrintendente in altrettanti teatri internazionali, da un po’ di tempo lontano dall’Italia, allestisce ‘Nabucco’ a Zagabria nel 2022.

Uno spettacolo non tradizionale, ambientato durante i moti del 1848, supportato dalle scene e dai costumi di William Orlandi, confezionato con passione e cura.

Certamente la trasposizione ‘rivoluzionaria’ non è una novità assoluta ed era una sorta di omaggio alle atmosfere gattopardesche. Con il dipanarsi della storia ci si allontana sempre  di più dal racconto storico per entrare in una dimensione metaforica ed  alla fine invece che di austriaci e di patrioti ci si ritrova a parlare di Valori, solitudine, uomini, inferno.

Il direttore artistico del teatro triestino va a vedere lo spettacolo e decide di proporlo sulle scene del Verdi.

Evidentemente gli era piaciuto, lo aveva trovato adatto al pubblico ed alla politica culturale della direzione.

Che, va detto, merita un plauso per la programmazione coraggiosa di questa stagione.

Si arriva quindi alla definizione del cast, decisamente  prestigioso: oltre alla regia di Giancarlo Del Monaco e le scene ed i costumi di William Orlandi, ci sono la direzione di Daniel Oren, le voci di Burdenko, della Siri, di Ventre.

Quando iniziano le prove, i posti in sala sono in grandissima parte già venduti e si raggiunge il sold out prima del debutto.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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