Sabato, 18 Gennaio 2025
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Recensione dello spettacolo “Parenti terribili” in scena al Teatro Quirino di Roma dal 14 al 19 gennaio 2025

 

È considerata una delle più famose e meglio rappresentative opere della drammaturgia di Jean Cocteau: Les Parents Terribles è più di una commedia, è una lente di ingrandimento sulle malattie che affliggono l’animo umano, su quelle dinamiche disfunzionali che spesso e volentieri si mettono in atto consciamente e inconsciamente nelle relazioni con gli altri e con sé stessi. Meccaniche che poi sono le stesse che muovono la società odierna, per cui si può ben affermare che il racconto di questi parenti terribili altro non vuole che evidenziarne i malesseri, sempre più radicati e intriseci.

Tutto parte da una famiglia come tante, che vive in una casa come tante in una città come tante: Yvonne è una madre non più giovane che ha trascurato il marito Georges per riporre tutte le proprie attenzioni sul figlio Michel, ormai ventiduenne, con cui ha sviluppato un rapporto più che morboso e ossessivo. Dal canto suo, Georges cerca di sentirsi ancora uomo e trova un po’ di conforto sentimentale in una relazione extraconiugale. Muove le fila del carrozzone la zia Léonie, rimasta in famiglia proprio per tenere vicino a sé il suo amato Georges. A scombussolare questo fragile status quo, sarà l’arrivo di Madeleine, la ragazza di cui Michel è innamorato.  

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Recensione dello spettacolo Migliore, in scena al teatro Ambra Jovinelli dal 15 al 4 Febbraio 2025

 

Valerio Mastandrea, vestito in completo nero su sfondi neutri colorati o neri, si presenta in scena con le sue semplicità e scioltezza tipiche e ci racconta una storia di trasformazione umana.

La sua cifra immancabile a teatro come al cinema di comicità diretta e franca viene subito riconosciuta e amata dal pubblico, anche con “Migliore”, viaggio d'un uomo qualsiasi, letteralmente ingenuo e sfigato, per il quale il lavoro è tutto, ma che circostanze fortuite della vita portano a diventare cinico e di successo. Uno che non ha più nulla da perdere e influenza gli altri.

Una favola leggera che tuttavia ci narra alcune contraddizioni e pregiudizi della società d'oggi. 

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Recensione di ‘Les Virtuoses’ nella stagione dell’ERT FVG in scena al Teatro Sociale, Gemona del Friuli, il 9 gennaio 2025

 

Alle volte  le programmazioni delle realtà decentrate regalano veri gioielli.

Occasioni preziose ed affascinanti, che parlano una lingua differente, antica e nuova, capaci di muoversi su più piani di lettura, divertendo, emozionando, trascinando.

Non c’è dubbio che è quello che l’Ert ha saputo fare proponendo a Gemona del Friuli e Sacile lo spettacolo: Les Virtuoses, del duo francese Mathias & Julien Cadez, al loro debutto italiano.

Troppe volte si legge di disaffezione del pubblico, di distanza fra sala e platea, ma forse bisognerebbe avere il coraggio di sostenere con più coraggio queste proposte capaci di voler dire qualcosa di  nuovo; bisognerebbe che  chi pianifica le stagioni scegliesse, come in questo caso, di valorizzare gli artisti, non perchè  passano in televisione o sono popolari per un film di cassetta, ma perché sono bravi.

La verità è che , come dimostra l’ente teatrale regionale, è necessario che le istituzioni credano nel pubblico,  non lo considerino una massa apatica  e per forza ipertradizionalista,  quasi che  abbonato fosse un titolo di pigrizia invece che di fiducia negli organizzatori.

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Recensione dello spettacolo Falstaff a Windsor al teatro Giuseppetti di Tivoli in scena il 7 gennaio 2025

 

In questa occasione la nostra redazione  si sposta in provincia di Roma e precisamente a Tivoli, dove al Teatro Guseppetti  il 7 gennaio è andato in scena lo spettacolo “Falstaff a Winsor” con la regia di Ugo Chiti. Uno spettacolo che seppure ha calcato le scene di molti teatri blasonati in tutta Italia, non ha perso il suo fascino, tanto da attirare un pubblico nutrito, in questo teatro che tra l’altro in questa stagione consta di un cartellone di tutto rispetto. Ugo Chiti, che ne cura appunto adattamento e regia è oramai un vero maestro nell’arte di portare in scena le opere del Bardo; in questo caso il testo si attiene al contenuto originale delle “Le allegre comari di Windsor”, soprattutto nel rispetto degli elementi farseschi che lo caratterizzano. Testo ritagliato addosso al suo personaggio principale, vestito da uno straordinario Alessandro Benvenuti, che ancora una volta collabora con gli attori della  “Compagnia Arca Azzurra” collaborazione che funziona oramai da anni e con grande successo a quanto pare. Falstaff, dopo la morte “scenica” nell’ “Enrico V” ritorna in vita grazie a Shakespeare, ne  “Le allegre comari di Windsor”, una rinascita che fu voluta esplicitamente dalla regina Elisabetta che si era innamorata del personaggio di Falstaff e lo volle rivedere in scena seppure in vesti esplicitamente eccentriche e più comiche. Il Bardo ritagliò quindi intorno al personaggio una trama dove Falstaff appariva canuto e alle prese con buffe vicende sentimentali. Quando la commedia uscì, pare che la regina non solo ne fu molto contenta, ma che la volle messa in scena più volte. In questa rielaborazione di Chiti, più scarna in alcuni contenuti dell’originale, emerge con grande forza il volere della regina, poi espressamente attuato, ossia dare importanza al personaggio centrale. E in effetti Benvenuti troneggia su tutti, grazie anche alla sua stazza rinforzata dai costumi davvero belli (un po’ meno quelli dei personaggi al latere, c’è da dirlo!) e dal porsi molto spesso al centro su una scena che seppur scarna, gioca con piani di altezze differenti, in modo da valorizzare, o meno, le figure sul palco.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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