Il nuovo numero de La Platea - novembre/dicembre è in edicola. Vi diamo un assaggio di quello che potrete trovare al suo interno con l'editoriale di Enrico Ferdinandi:
Un regalo per Natale? Impegnarci a fare e pensare cose nuove!!!
Cari lettori,
David Mamet, ospite il 19 ottobre al Piccolo Eliseo, ha chiaramente espresso le sue perplessità sulla situazione del teatro nostrano, in sintesi, secondo l’autore statunitense: siamo indietro di 30 anni e i nostri teatri pullulano di monologhi di scarsa qualità. Sul fronte traduzioni ha poi dichiarato: “Tradurre è tradire. È inevitabile. Impossibile essere fedele sia al significato che alla poesia. Cechov è talmente noioso che al pubblico viene data una pistola perché possa spararsi. Ma, per chi nasce russo, le opere di Cechov in lingua originale sono buffe e divertenti”.
Un incontro, quello con Mamet, che apre molti spunti di riflessione e che diventa protagonista di questo ultimo editoriale di fine 2016. In questi dodici mesi abbiamo continuato a cercare per voi i migliori spettacoli da vedere a Roma (e non solo perché ultimamente abbiamo cominciato a muovere i primi passi anche a Milano) e abbiamo potuto constatare in effetti che molte delle dichiarazioni di Mamet non sono poi così sbagliate. I nostri teatri sono colmi di monologhi, ottima scelta per abbattere i costi (scenografici e non solo), che il più delle volte si rivelano veramente di scarsa qualità. I nostri teatri vivono ancora nella memoria o sono ancora invasi dalle opere dei grandi nomi del passato: partendo da Shakespeare (sulla scia del 400esimo anniversario della sua morte), passando per Pasolini (sulla scia del 40esimo anniversario della sua morte), ricordando Eduardo De Filippo (da due anni sulla scia del 30esimo anniversario della sua morte) questo malamente reso alla platea nella rilettura di Antonio Latella di Natale in casa Cupiello (che aimè tornerà al teatro Argentina a fine dicembre) e rispolverando continuamente i vari Čechov, Goldoni, Beckett, Ionesco…