Mercoledì, 27 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Molto sudore per nulla in scena al Teatro Brancaccino dal 22 novembre al 2 dicembre 2018 nell’ambito della rassegna Lo Spazio del racconto

 

Procede con successo la rassegna Lo Spazio del racconto, in cui Ketty Roselli occupa il suo “spazio” con la performance Molto sudore per nulla. Il titolo gioca con quello della nota opera di Shakespeare, Molto rumore per nulla, a cui rimandano alcuni momenti della pièce. Tanta ironia, tanto divertimento che è controbilanciato anche da momenti intensi che aprono spunti di riflessione sull’universo femminile su cui è incentrato la serata. Autrice, regista e attrice, Ketty Roselli crea un grande contenitore organizzato per capitoli in cui molti aspetti della vita sono analizzati in chiave rosa: l’amore, il sesso, l’isteria, la notorietà, il lavoro, etc.., trattati in un’ottica di differenze di genere, ma con estrema comicità e leggerezza, in cui, com’era prevedibile, l’uomo è il bersaglio facile e ne esce simpaticamente provato.

Recensione dello spettacolo Fiato d’artista in scena al Teatro Vascello dal 29 novembre al 9 dicembre 2018

 

C’è stato un decennio a Roma, quello tra il 1958 e il 1968, che ha visto la nascita della cosiddetta Scuola di Piazza Del Popolo: un gruppo di giovani pittori che volevano fare avanguardia, trascinati da quel fantomatico boom economico che aveva investito il nostro Paese negli ambiti più diversi. Franco Angeli, Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Francesco Lo Savio, Pino Pascali, Mimmo Rotella, Mario Schifano e Cesare Tacchi. Poi c’era lui: Renato Mambor, artista versatile che si dilettava anche a recitare.

Recensione dello spettacolo “Un cuore di vetro in inverno” di e con Filippo Timi, in scena al teatro Ambra Jovinelli  dal 28 novembre al 9 dicembre 2018

In una realtà dalla cui notte sorge l’altra faccia della luna con le sue apparenze contraddittorie, dove anche gli angeli sono imperfetti fisicamente e il loro volo è garantito da un carrello scorrevole dal difettoso meccanismo e dove i giullari sono poeti tristi, un cavaliere seicentesco si incammina verso se stesso per capire l’essenza del suo essere e sconfiggere il drago delle sue paure. Esporrà così il suo fragile cuore di vetro ai gelidi graffi dei suoi timori per ciò che incontrerà nel suo percorso, l’esigenza di intraprendere il quale avverrà in un momento preciso della sua esistenza, quando incontra finalmente l’amore perchè questi richiede coraggio, fiducia di abbandonarsi all’altro e capacità di rischiare il contatto.

Recensione dello spettacolo “Le Rane” di Aristofane per la regia di Giorgio Barberio Corsetti in scena al teatro Eliseo dal 27 novembre al 9 dicembre.

“La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà.”

Atene, anno 405 a.C., la città vive una profonda crisi politica e culturale, la commedia “Le Rane” di Aristofane vince le Lenee, gare a premi tra poeti in onore di Dioniso. In questo contesto Atene stessa e i suoi cantori in gara incarnano la città dei morti con il suo coro di poeti gracchianti indigesti a Dioniso. Solo i canti dei cori misterici indicano una via di salvezza: “resti dal Coro lungi chi stranïero è a questo rito (…) chi reggendo il timone dello Sato in burrasca navi al nemico e forti consegna, e ingoffi intasca (…) chi rifilò la paga  ai poeti, per essere stato messo in burletta nelle bacchiche patrie feste”.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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