Recensione dello Spettacolo Fuorigioco - The Pass in scena al Piccolo Eliseo dal 31 gennaio al 17 febbraio
Molti ricorderanno Justin Fashanu il primo calciatore di fama mondiale a dichiarare la propria omosessualità. Molti ricorderanno allo stesso modo la parabola discendente che prese la sua carriera dopo il coming out e il suicidio nel 1998 in seguito all’accusa di stupro. Ci chiediamo: come sarebbe l’Italia del 2019 per Fashanu considerando, inoltre, le sue origini nigeriane?
Due tabù in un sol uomo. Un brivido percorre la schiena. Ma l’Italia non è solo il lato oscuro del calcio, razzismo, omofobia e “bunga bunga”.
Infatti, la sala del Piccolo Eliseo è gremita e pronta al duro confronto con il dramma The Pass di John Donnelly filtrato dallo sguardo del regista Maurizio Mario Pepe.
Due giovani calciatori professionisti condividono una stanza d’albergo durante una trasferta. Eccitati e spaventanti si preparano a disputare un’importante incontro in Champions League che segnerà il loro futuro professionale. Inaspettatamente, tra giochi e confessioni, l’intesa tra compagni si trasforma in attrazione e uno dei due bacia l’altro. Dopo la resa dei conti nel match i loro destini saranno segnati. Cristian (Edoardo Purgatori), rimossa volontariamente l’intimità scoccata la notte precedente, diventerà un importante giocatore, sposerà una donna e avrà dei figli. Ade (Miguel Gobbo Diaz) avvierà una ditta di ristrutturazioni e troverà l’amore con Luca. I due s’incontreranno dopo circa dieci anni e il confronto non renderà salvezza.
La stanza d’albergo è un covo di frustrazioni, bugie e desideri. La scena di Nicola Civinini è una camera da letto che muta negli arredi e nei tessili, scandisce luoghi e tempi della vita del protagonista. Cristian, il promettente Purgatori, tronfio dei suoi successi consumando gli attrezzi fitness e rifugiandosi spesso nell’angolo bar, cova timore e sofferenza. Lontano dai riflettori e dai suoi fan sente bruciante il conflitto interiore.
È fra i primi negli spogliatoi a vantarsi di grandi imprese sessuali con donne bellissime. Infatti, quando una giovane spogliarellista (Giorgia Salari, seppur con qualche pecca nell’esecuzione fonetica riesce molto bene nell’interpretazione) approccerà un rapporto intimo, il famoso calciatore avrà un blocco fisico ed emotivo. Ma a costo di difendere l’immagine andrà fino in fondo.
Così tra un tweet e una posa su Instagram sceglie la fama: sostituisce la ricchezza e l’abbondanza con la libertà. Cristian dissimula ostinatamente, rintanato nelle camere d’albergo si rivela.
Segretamente, ma fino all’estremo... Ade e il mal capitato cameriere (Gianluca Macrì) saranno coinvolti in un gioco infantile misto a bramosia.
Cristian deve incarnare virilità e machismo. Al contempo deve tutelarsi da paparazzi e fan invadenti. Non esiste privacy. Non vi è tregua. La costruzione dell’identità è asservita all’alienazione. L’individuo è una sagoma scintillante.
Donnelly scrive di tematiche considerevoli e attuali. Eppure, rischia gravando ulteriormente l’opera di sentimentalismo. Sebbene il regista Maurizio Mario Pepe tenti di smorzare la carica emotiva con numerose modulazioni comiche, la verbosità dei dialoghi prevarica. Pepe fedele al dramma predilige uno stile naturalistico e concede un margine d’improvvisazione agli attori che risulta gradito al pubblico. Il regista sceglie di ambientare The Pass in Italia: caratterizza estremamente i personaggi, enfatizzando la performance mimica e maggiormente quella verbale con forti cadenze dialettali. Nonostante alcuni punti deboli, nel complesso lo spettacolo è interessante.
Fuorigioco è ritratto di un’amara realtà che valica qualunque confine geografico. Denuncia l’esistenza di un tabù universale: l’omosessualità nel calcio è inammissibile.
Caterina Matera
3 febbraio 2019
Informazioni
FUORIGIOCO
The Pass
di John Donnelly
traduzione a cura di Valentina De Simone
regia Maurizio Mario Pepe
con Edoardo Purgatori, Miguel Gobbo Diaz, Giorgia Salari, Gianluca Macrì
sound design Lorenzo Benassi
scene Nicola Civinini
assistente alla regia Valentina De Simone
casting director Federica Baglioni
Produzione KHORA. TEATRO in collaborazione con “LA FORMA DELL’ACQUA”