Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo “Stitching”, in scena al Teatro Belli dal 25 al 27 Ottobre 2021, nell’ambito della XX edizione della rassegna Trend - Nuove frontiere della scena britannica.

 

Stitching: la cucitura. È un filo a tenere insieme due pezzi di stoffa, un elemento sottile che può essere tenace o fragilissimo, può resistere o strapparsi all'improvviso.

Agli spettatori che entrano in sala, Abby (Valentina Virando) e Stu (Alessandro Federico) si presentano avviluppati da un lenzuolo, che non riuscirà mai a trovare un verso e una piega, ma resterà sempre un groviglio informe.

Recensione dello spettacolo Delirio a due, di Eugène Ionesco in scena al Teatro Trastevere dal 19 al 24 ottobre 2021

 

Considerata una sua opera minore, questa pièce teatrale del drammaturgo francese, di origini rumene, resta un piccolo capolavoro del Teatro dell’assurdo. Protagonista dell’atto unico è una coppia impegnata nel più classico degli esercizi coniugali: la lite. Il pretesto è futile, anzi ridicolo. Lei sostiene che non c’è nessuna differenza tra la lumaca e la tartaruga. Lui non è d’accordo, e perciò urla, inveisce, usa gli argomenti più strampalati pur di dimostrare che lei ha torto. La diatriba è senza via d’uscita e, nel corso di un dialogo serrato che rapidamente raggiunge le vette del nonsense, si allarga fino a mettere in discussione il futuro della loro convivenza. Nel frattempo, fuori, scoppia una guerra di cui lo spettatore ignora le ragioni, e un bombardamento aereo rischia di radere al suolo la città. Mentre la casa crolla e le mine del conflitto realmente entrano nel loro vissuto, entrambi continuano imperterriti ad azzuffarsi rinfacciandosi occasioni perdute e sogni svaniti, incuranti dell’apocalisse che si scatena fuori dalle mura domestiche. Nella vacuità del dialogo riaffiora un passato rifiutato che, nel ricordo, appare migliore di una realtà inconsistente.

Recensione dello spettacolo Atto di Passione, in scena al Mattatoio/teatro2 all'interno della rassegna Roma Europa Festival dal 21 al 24 ottobre 2021

 

Immaginate di entrare nello spazio Teatro 2 al Mattatoio, nella Pelanda, una delle architetture industriali più suggestive di Roma; spazio adibito in passato al macello delle carni. Nel passare il corridoio blu che vi porta all’ ingresso del teatro, se alzate , o girate lo sguardo, potete vedere carrucole, o ganci dove le bestie venivano appese a testa in giù. Ora immaginate di entrare in uno spazio scenico già allestito e di prendere posto. Nello spazio scenico sono già presenti due corpi, quello di un uomo nudo e quello di una donna vestita da un costume e da un copricostume;  dietro di loro, fuori dalla scena, ma di poco, un altro uomo dietro una consolle, mixer e strumenti. Ora immaginate di prendere posto, tra il vociare di chi sta compiendo la stessa azione insieme a voi. Il corpo nudo dell’uomo immobile crea già un senso di straneità. Il compiere gesti abituali, come sedersi, togliersi il soprabito, asciuga completamente qualsiasi imbarazzo, qualora ci fosse, nel trovarsi dinanzi un corpo nudo d’uomo. Ancora carne, non si sa ancora se “da macello“ anch’essa. Ora immaginate che l’inizio della performance sia dato semplicemente da una luce che si abbassa e le voci del pubblico si tacciono subito a quel richiamo.

Recensione dello spettacolo In nome della madre di Erri De Luca, regia di Gianluca Barbadori, con Galatea Ranzi, in scena il 15 ottobre 2021 al Teatro Di Documenti

 

Enorme successo di pubblico sta riscuotendo la prima edizione della rassegna Aut Aut Autunno d’autore al Teatro di Documenti. Dopo il precedente appuntamento con Dacia Maraini, le serate dal 15 al 17 ottobre sono state dedicate a Erri De Luca. Venerdì 15, dopo un incontro con Rosario Tronnolone in cui si è discusso della poetica e dell’ispirazione dell’autore, è andato in scena l’adattamento teatrale dell’opera di De Luca In nome della madre. Il testo propone un monologo di Miriàm/Maria che ricostruisce le vicende della nascita di suo figlio Ieshu/Gesù a Bethlem, integralmente dalla prospettiva materna. L’autore tenta di penetrare nel vissuto emotivo di una ragazza di 14 anni che si ritrova incinta dopo l’incontro con una misteriosa presenza che gli annuncia la futura nascita di… Attenendosi alla versione del Talmud e dei Vangeli ufficiali oltre che ai documenti storici romani, Miriàm avrebbe dovuto subire la lapidazione per adulterio, essendo promessa sposa di Iosef/Giuseppe. Ma ispirato anch’egli da una profonda fede e da un amore travolgente nei confronti della sua promessa sposa, le crede e la protegge lei e il bambino da morte sicura.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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