Recensione dello spettacolo Graces, il lavoro della coreografa torinese Silvia Gribaudi in scena l’8 maggio 2022 al Teatro Biblioteca del Quarticciolo nell’ ambito della rassegna ORBITA.
Il teatro Biblioteca del Quarticciolo quest’anno ha regalato un cartellone fitto di iniziative; la rassegna ORBITA un viaggio nella danza contemporanea che si muove su due spazi romani (Teatro Palladium e Teatro Biblioteca del Quarticciolo), nella quale lo spettacolo “Graces” di Silvia Gribaudi ne è stata la giusta chiosa. La Gribaudi ha come finalità del suo messaggio creativo mettere al primo piano il “corpo” come strumento sociale, da mostrare in tutte le sue forme ed espressioni e lo fa sempre utilizzando l’ironia come canale mediatico del messaggio. Lo spettacolo “Graces” è ispirato al concetto di bellezza e natura realizzato da Antonio Canova nell’ opera “Le tre grazie”. Le tre grazie figlie di Zeus; Aglaia, Eufrosine e Talia erano tre divinità che diffondevano rispettivamente splendore, gioia e prosperità.
In questo caso la Gribaudi traduce i loro corpi in corpi maschili, quelli dei danzatori Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea Rampazzo. In scena insieme ai tre danzatori anche la stessa Gribaudi che si fa “creatrice di corpi” come il Canova, fondendo tra loro maschile e femminile, senza che risulti nessuna differenziazione di genere. Ispirazione al Canova che pare sia nata proprio dopo aver visto a Bassano del Grappa alcuni bozzetti del grande artista neoclassico. L’ effetto è travolgente ed ironico, come tutti gli spettacoli della Gribaudi, che nascondono tutti delle un filo conduttore comune, non solo di contenuto, ma di forma; dei tratti precisi come marchi di fabbrica che distinguono il carattere della coreografa. I tre danzatori, con delle fisicità differenti e dei movimenti dissimili, si muovono sul palco con la coreografa tracciando linee irregolari, eppure omogenee. La Gribaudi dice, ci siamo ispirati a: “tre persone magnifiche che attraverso i movimenti permettono ad un essere umano “comune”, che è sul palco con loro, di sperimentare, di fare da mediatore tra il pubblico e loro (che diventano un corpo solo) e che permettono a questo essere, una signora che sarei io, di sperimentarsi nuovamente”, un po’ quello che l’ arte e la bellezza dovrebbero fare sempre.
Il messaggio quindi persiste, il corpo può esistere e muoversi in ogni sua forma e può anche ispirare mitologicamente in chi guarda le doti dettate dalle Tre grazie. Non manca la voce e l’interlocuzione con il pubblico, anch’esso tratto caratteristico degli spettacoli della Gribaudi, fatto di parole, lingue straniere utilizzate per creare attenzione, suoni, nei quali il pubblico si fa creatore e che la coreografa manipola per farne spettacolo. La bellezza degli spettacoli della Gribaudi è che sorprendono sempre lo spettatore coinvolgendolo in un messaggio profondo e sostanziale di cui lei si fa creatrice, “il corpo” nella sua bellezza, o bruttezza, è comunque corpo, esiste, vive, nonostante l’aspirazione alla perfezione.
Barbara Chiappa
10 maggio 2022