Recensione dello spettacolo Con un quaderno nel portapacchi – vol.1: Milano – Udine in scena a Fortezza Est dal 7 al 9 aprile 2022
"Partirò per un viaggio. A tenermi compagnia, soltanto Girardenga. È così che si chiama, la mia bici. Andrò da Milano a Udine con una pieghevole. Scordiamoci la pedalata assistita, questo è un viaggio analogico. Durata: 10 giorni.”
Il calore e l’intimità di Fortezza Est ci fa intuire quasi subito lo spirito dello spettacolo. Infatti, già alle prime battute capiamo che non è soltanto il resoconto di un’esperienza ciò che la talentuosa penna di Mortelliti ha riportato nel suo quaderno di viaggio e impresso, poi, negli spettatori.
“Con un quaderno nel portapacchi” nasce da un viaggio in bicicletta da Milano a Udine, un viaggio reale.
Come sempre Mortelliti è un turbinio: fiumi di parole rievocano sensazioni, immagini, sentimenti. La scena è ricca: oltre Girardenga (la bicicletta pieghevole e analogica), ci sono una chitarra, un’armonica e un amplificatore, panni stesi ad asciugare, teli che diventano fiumi, corde che tagliano lo spazio e poi s’intersecano; un blocco massiccio che ora è una sedia di un pub, ora un marciapiede, ora una panchina. È tutto abbondante, perché è una marea ciò che Mortelliti ha concretamente dentro sé e vuole condividere. È abbondante, eppure non risulta eccedente: rivela complessità, fatica, meraviglia, disagio. Siamo dentro una favola in cui incanto e inquietudine si alimentano e si respingono. Mortelliti è instancabile. Circa due ore di performance a ritmo serrato in cui l’attore racconta, canta, suona dal vivo, si destreggia nei numerosi cambi d’abito per farci conoscere i protagonisti dei suoi incontri più significativi.