Lunedì, 21 Aprile 2025
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Recensione dello spettacolo Tutte io, in scena dal 20 al 23 ottobre 2022 allo spazio Open, nell'ambito del Fringe Festival di Catania

 

Un monologo con la voce di quattro donne diverse, così Luce Pellicani percorre la sua storia, quella di una giovane donna che decide di lasciare il paese di origine per scappare dai pregiudizi della provincia e intraprendere il mestiere di attrice. Esilarante e mai banale, l'attrice alterna i quattro volti, con una capacità comica e di lettura dell'altro davvero meritevoli. E tutto ciò avviene in scena, dinanzi al pubblico che assiste ai cambi d'abito e di volto e che la Pellicani rende partecipe sfondando la quarta parete in un dialogo costante con lo spettatore.
L'attrice parla del suo spettacolo, come "La volontà di vestire i panni di quattro donne che  hanno accompagnato il mio viaggio dalla Puglia a Milano con il grande desiderio di essere attrice. Donne esistite e che ho scelto perché ognuna di loro in fondo è un pezzo di me".

Recensione dello spettacolo Au Bord in scena al teatro Vascello, nell’ ambito della rassegna Romaeuropa Festival, dal 18 al 20 ottobre

 “Au Bord” in scena al teatro Vascello dal 18 al 20 ottobre 2022, vincitore del Grand prix de littérature dramatique; prende spunto da una nota fotografia, quella pubblicata il 21 maggio del 2004 dal Washington Post, momento in cui vengono rese note le immagini delle torture e degli abusi subiti dal popolo iracheno nel carcere di Abu Ghraib. L’immagine in questione, è quella di una donna soldato che tiene al guinzaglio un prigioniero, ed è questa visione che attraversa la mente del’ autrice Claudine Galea in modo così incisivo, da costruire intorno ad essa una sceneggiatura. Un testo che sembra quasi un’analisi interiore, un diario di sensazioni, un progetto intimo e personale che trova la forza di trasformarsi in parole. Ed è oggettivamente il testo il protagonista di “Au bord”, un testo lungo un ora, più che recitato, scandito, dettagliato, sancito a volte come un verdetto dalla bravissima Monica Piseddu.

Recensione dello spettacolo Pupo di zucchero. La festa dei morti in scena al Teatro Argentina dal 18 al 30 ottobre 2022

 

Ci sono tradizioni che mutano forma e nomi, cambiano date e celebranti ma i cui valori restano intatti nei secoli. Spesso senza che chi vi partecipa se ne renda conto o ne conosca la genesi. È il caso del giorno dei morti: nel Sud Italia, molto prima che Halloween prendesse così tanto piede anche nel nostro Paese, oltre alla classica visita al cimitero si usa festeggiare consumando una serie di dolci tipici del periodo accompagnati da regali per i più piccoli. Sono un dono da parte dei defunti, affettuosamente definiti “morticini” nelle zone d’origine chi scrive. Ricordi d’infanzia che si mescolano a storie familiari e un sentimento ambivalente nei loro confronti: perché nel giorno dei morti non c’è nulla di orrido o spaventoso, piuttosto un dolore che sa di nostalgia. 

Recensione dello spettacolo Il caso Tandoy in scena dal 11 al 16 ottobre 2022 al Teatro Quirino di Roma 

 

Agrigento, 30 marzo 1960. Nel popolarissimo Viale della Vittoria il commissario di polizia, Cataldo Tandoy, viene assassinato mentre passeggia tranquillo con la moglie. La prima tesi formulata è quella del delitto passionale poiché si scopre che la bella moglie del commissario ha un amante nel professor Mario La Loggia, direttore dell’ospedale psichiatrico di Agrigento e fratello dell’ex Presidente della Regione Sicilia. Ad assecondare e accentuare tale ipotesi sono anche i giornali che si accaniscono sugli aspetti più scandalistici della vicenda, portando lo stesso procuratore che indaga sul caso a credere che tra la moglie del commissionario e la moglie di La Loggia sussista un rapporto di “tribadismo”. Convinto di aver ragione a insistere sul delitto passionale, il procuratore manda in carcere il professor La Loggia e la vedova Tandoy, finché non decide di rilasciare l’una per mancanza di prove e di tenere l’altro in carcere ancora per mesi. Due anni dopo, la corte di Assise assolverà tutti per non aver commesso il reato, ma sarà dopo altri otto anni che un magistrato arrivato dalla Capitale riaprirà le indagini e renderà pubblici i rapporti che la vittima stessa aveva intessuto con la malavita della provincia. Il processo si concluderà con dieci ergastoli, ma a pagare non sarà nessuno: il caso Tandoy è, infatti, ancora oggi considerato uno dei più grandi errori giudiziari del XX secolo.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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