Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione del St. Patrick Day: Musica d'Irlanda e dintorni al teatro Brancaccio il 17 marzo 2015

Una pioggia fine fine costringe a un cambio di programma, il live previsto all'esterno, come da programmazione, non era congeniale alla situazione atmosferica della serata che si accingeva a iniziare.

Prima che lo spettacolo cominci domando al pubblico cosa pensa o ama di Hevia, perché quindi sono al Brancaccio stasera. Molti in realtà rispondono che sono approdati all'evento non tanto per innata o latente passione al genere musicale ma attraverso il passaparola e sopratutto la curiosità per queasta bag pipe elettronica.

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Recensione de Megalopolis #43 in scena al Teatro Due il 17,18,19 marzo 2015

Quarantatre giovani menti, quarantatré diverse personalità, quarantatré vite bruciate, sfregiate e sepolte in una fossa comune. Ecco i veri  protagonisti della drammaturgia ad opera di Anna Dora Dorno, portata in scena dalla compagnia Instabili Vaganti.

Il numero degli studenti “desaparecidos” di Ayotzinapa risuona costante lungo il corso dello spettacolo, portando con sé le sfumature sanguigne delle violenze che hanno avuto luogo il 26 settembre 2014 nella città di Iguala, in Messico.

Ciascuno dei  nomi citati sferza un colpo d’accusa, la quale in parte mira alla corruzione del governo narcotrafficante messicano, in parte alle limitazioni dei diritti fondamentali dell’uomo (libertà di espressione e libertà di manifestazione), in parte alla radicata indifferenza sociale.

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Recensione dello spettacolo Kemp Dances in scena al teatro Brancaccio il 13 marzo 2015

Lindsay Kemp, protagonista multiforme della scena artistica internazionale dalla fine degli anni sessanta, torna ad emozionare il pubblico dopo quasi dieci anni di silenzio scenico. Negli ultimi anni, il coreografo si è dedicato alla trasmissione del suo patrimonio artistico ai suoi allievi in Toscana e questo tempo gli è forse servito per metabolizzare la nuova grande opera, approdata nella Capitale con un'unica data. Come racconta il titolo stesso, lo spettacolo è caratterizzato da una perfetta commistione tra invenzioni inedite e reincarnazioni di momenti artistici del passato, che ha rielaborato nell'eterno work-in-progress qual è la produzione di ogni genio instancabile: nel caso di Kemp, con la bellezza di 76 anni sulle spalle, l'energia di un bambino e l'umiltà di un grande saggio dell'arte che fa della generosità nei confronti del pubblico la propria filosofia di vita.

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Recensione de Tutti i padri vogliono far morire i loro figli, in scena al teatro dell'Orologio dal 12 marzo al 3 aprile 2015 (sala Orfeo)

Tutti i padri vogliono far morire i loro figli, tratto liberamente da Affabulazione di Pier Paolo Pasolini, sonda il misterioso tema del teatro tragico greco della predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri. 

Un padre, dopo la diagnosi di una malattia grave, torna dopo anni di lontananza dalla moglie e dal figlio per cercare di riallacciare e recuperare i rapporti interrotti. Lo scontro tra padre e figlio subito si trasforma in scontro generazionale, tra un fiero sostenitore delle proteste del ˊ68 e un ragazzo disilluso, studioso di filosofia che ha scelto di vivere agli antipodi del padre. Luca Mannocci veste i panni del figlio, assumendo una postura ricurva e dismessa che manterrà fino alla fine, dai dialoghi struggenti si evincono la sofferenza dell’assenza e il ripudio per il padre e per tutto quello che rappresenta.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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