Lunedì, 25 Novembre 2024
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“Quartet Gala” al Teatro Argentina: duecentosessantanni e non sentirli

In occasione del raffinato gala di danza organizzato da Daniele Cipriani al Teatro Argentina, quattro “mostri sacri” della danza, Mats Ek, Ana Laguna, Susanne Linke e Dominique Mercy, hanno lasciato il segno, ancora una volta, calcando le scene.

A fare il suo ingresso per primo è il sessantacinquenne Dominique Mercy con l’assolo "That Paper Boy, coreografato dal collega del Tanztheater Wuppertal, Pascal Merighi. Giacca e pantalone scuro, torso nudo e un video alle sue spalle con l’immagine del suo volto. Scuote nell’aria dei fogli, passa lentamente sul suo corpo un neon acceso, quasi a dar luce ad ogni sua fibra mentre sul video appare la scritta “with no audience no one to perform for there was no need to define myself I was just there i became irrelevant”.

 

Si avvicina all’asta del microfono e inizia a leggere qualcosa sui fogli che, con ironia, Pascal Merighi gli porge insieme agli occhiali da vista.

In molte parole il riferimento a Pina Bausch appare evidente e commovente “Non parlavamo molto, ci capivamo chissà poi se era vero”.  Il danzatore ci regala anche una stoccata finale, ballando in maniera speculare con il suo collega coreografo, dei passi frenetici che sembrano voler occupare il tempo e lo spazio. Due età diverse stessa energia.

Ora tocca a Mats Ek e Ana Laguna che presentano “Potato”. Un  sacco di patate diventa oggetto di scambio, confronto, scontro e insieme crescita come fosse un germoglio, qualcosa da coltivare, di cui avere cura e, nello stesso tempo, di cui cibarsi. Non a caso nella lingua svedese la parola che indica la patata si traduce con “radice – frutto”. Quando escono a prendere gli applausi lui inciampa e lei, si butta a terra insieme a lui, dopodiché si alzano sorreggendosi a vicenda e ridendo. Insieme nel lavoro e nella vita privata da trentatre anni.

Susanne Linke, caposcuola della danza libera tedesca, presenta l’assolo "A Lost Solo…. With Greeting to Dore" tratto dalla sua versione della Sagra della Primavera di Stravinskij. Con misurata eleganza, si muove nello spazio costruendo un ritmo sospeso, in un'atmosfera magnetica.

In conclusione, tornano sul palco Mats Ek e Ana Laguna con “Memory”, ispirato al “Don Juan”. Una coppia si aggira in una stanza di borghese ambientazione, si conoscono da sempre, i loro corpi e i loro gesti; li rievocano, li vivono. Lei però ora va via e a lui non resta che spegnere la luce fioca della lampada, accovacciarsi sul letto e da qui, cadere inesorabilmente verso il basso.

Come nell’ultimo film del premio Oscar Paolo Sorrentino, “Youth” (giovinezza) che ha come protagonisti degli anziani artisti, anche questo spettacolo sembra voglia dire che, al di là dell’età, “le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.

“Quartet Gala” al Teatro Argentina: duecentosessantanni e non sentirli

In occasione del raffinato gala di danza organizzato da Daniele Cipriani al Teatro Argentina, quattro “mostri sacri” della danza, Mats Ek, Ana Laguna, Susanne Linke e Dominique Mercy, hanno lasciato il segno, ancora una volta, calcando le scene.

A fare il suo ingresso per primo è il sessantacinquenne Dominique Mercy con l’assolo "That Paper Boy, coreografato dal collega del Tanztheater Wuppertal, Pascal Merighi. Giacca e pantalone scuro, torso nudo e un video alle sue spalle con l’immagine del suo volto. Scuote nell’aria dei fogli, passa lentamente sul suo corpo un neon acceso, quasi a dar luce ad ogni sua fibra mentre sul video appare la scritta “with no audience no one to perform for there was no need to define myself I was just there i became irrelevant”.

Si avvicina all’asta del microfono e inizia a leggere qualcosa sui fogli che, con ironia, Pascal Merighi gli porge insieme agli occhiali da vista.

In molte parole il riferimento a Pina Bausch appare evidente e commovente “Non parlavamo molto, ci capivamo chissà poi se era vero”.  Il danzatore ci regala anche una stoccata finale, ballando in maniera speculare con il suo collega coreografo, dei passi frenetici che sembrano voler occupare il tempo e lo spazio. Due età diverse stessa energia.

Ora tocca a Mats Ek e Ana Laguna che presentano “Potato”. Un  sacco di patate diventa oggetto di scambio, confronto, scontro e insieme crescita come fosse un germoglio, qualcosa da coltivare, di cui avere cura e, nello stesso tempo, di cui cibarsi. Non a caso nella lingua svedese la parola che indica la patata si traduce con “radice – frutto”. Quando escono a prendere gli applausi lui inciampa e lei, si butta a terra insieme a lui, dopodiché si alzano sorreggendosi a vicenda e ridendo. Insieme nel lavoro e nella vita privata da trentatre anni.

Susanne Linke, caposcuola della danza libera tedesca, presenta l’assolo "A Lost Solo…. With Greeting to Dore" tratto dalla sua versione della Sagra della Primavera di Stravinskij. Con misurata eleganza, si muove nello spazio costruendo un ritmo sospeso, in un'atmosfera magnetica.

In conclusione, tornano sul palco Mats Ek e Ana Laguna con “Memory”, ispirato al “Don Juan”. Una coppia si aggira in una stanza di borghese ambientazione, si conoscono da sempre, i loro corpi e i loro gesti; li rievocano, li vivono. Lei però ora va via e a lui non resta che spegnere la luce fioca della lampada, accovacciarsi sul letto e da qui, cadere inesorabilmente verso il basso.

Come nell’ultimo film del premio Oscar Paolo Sorrentino, “Youth” (giovinezza) che ha come protagonisti degli anziani artisti, anche questo spettacolo sembra voglia dire che, al di là dell’età, “le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.

 

Miriam La Rocca

 

 

29 giugno 2015

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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