Domenica, 08 Settembre 2024
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Recensione di Sonòriter | Armònikem | Melòdikes | Rìtmiken | Formàtikon in scena al Teatro Studio Uno dal 27 al 29  marzo 2015

Sonòriter  | Armònikem | Melòdikes | Rìtmiken | Formàtikon

una recensione in flusso di coscienza per uno spettacolo che è un flusso di coscienza

Qualcosa che all'apparenza sembra non avere ne capo ne coda...

...un concertinspettacolo mi hanno detto a priori ma anche a posteriori, bel modo di definirsi però!!! Una performance dove vengono messi in gioco Suoni, Armonia, Melodia e Ritmo, qualcosa che cerca di unire in unica grande composizione luce immagini immaginazione e suoni... meglio del tecnicolor dolby surround insomma.

...verrebbe da citare James Senese in “No grazie, il caffè mi rende nervoso”.

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Recensione di Onorata Società in scena al Teatro Due dal 24 al 26  marzo 2015

E' il 9 ottobre 1963 quando parte del Monte Toc precipita nel bacino idroelettrico... ed è la tragedia del Vajont.

Inizia così una vicenda giornalistica, politica, giudiziaria che ha coinvolto più vite umane che si protrarrà fino ai primi anni '80 e in certi casi fino ad oggi.

Il testo portato in scena da Patricia Zanco da voce a più voci e riesumando fatti e misfatti del disastro riporta a galla tutto ciò che la cattiva informazione e il passare del tempo hanno fatto obliare.

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Recensione de Infection in scena la teatro Spazio Uno dal 18 al 29 marzo 2015

"Sta' attento con le storie inventate. Rivelano cosa c'è sotto. Tal quale come i sogni".

Cosa c'è sotto? Meglio, anzi, cosa c'è dietro? Non è un caso, da par mio, citare Queneau e non è un caso riprendere del genio francese un distillato di quel nettare che I Fiori Blu, suo capolavoro, hanno sparso sulla letteratura novecentesca.

Ecco, dunque, Infection, la commedia che Massimiliano Caprara mette in scena, anzi in doppia scena, al Teatro Studio Uno, piacevole affresco di sala e cortile sperimentale al centro di Trastevere: un sogno inventato, dietro e sotto al quale germinano e ondeggiano ostinate verità, pronte a schiudersi e a rivelarsi...magari in sogno!

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Recensione de Il ritorno a casa in scena al Teatro Vascello dal 24 al 29  marzo 2015

Due piani di un'abitazione, un salotto all'inglese un po' vecchio, e una specie di famiglia, per dirla alla Pinter. In questa casa ci sono tutti i membri maschili del nucleo: la figura femminile è scomparsa molto tempo prima, sono tre fratelli e un padre di famiglia che nel corso del tempo si sono adattati alla vita che gli è spettata, accompagnati dalla figura dello zio, che da parente stretto costituisce un elemento esterno ed intimo allo stesso tempo. Uno dei figli, Teddy, è appena tornato dal Nuovo Mondo dopo sei anni di silenzio insieme alla moglie Ruth e decide di presentarla ai familiari, rompendo il loro equilibrio tutto al maschile e facendosi testimone inerme di una serie di anomali accadimenti che ne conseguono. O meglio, tutt'altro che anomali, se ci si pensa un po': l'opera affronta le meschinità insite nella natura dell'uomo, l'inesauribile conflitto tra i due sessi, il maschilismo unito alla mercificazione della donna, il retrogusto ipocrita della società borghese in un misero deserto d'amore.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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