Domenica, 08 Settembre 2024
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Recensione de Disorient Express, in scena al teatro Ghione, dal 10 al 22 marzo 2015

Ricordate il tumulto babelico provocato dall’incomprensione delle lingue? Il caos, il trambusto, il disorientamento? Tutto qui e ora, nell’epoca del web 2.0, in una salsa tutta da ridere. 

L’esuberante Cinzia Leone, al teatro Ghione, ce la racconta in una serie di sketch, tramite la sua inesauribile verve ironica. Tra torrenziali piogge di notizie giunte fresche fresche dai social network, proiezioni di pubblicità “manipolate” sarcasticamente, improvvisate edizioni di Tg e prove di lavori teatrali con figure dalla dubbia perizia recitativa (Gabriel Garko e Manuela Arcuri, le sue beffe preferite), ecco illustrato un mondo a “soqquadro” in continuo (pseudo)fermento.

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Recensione de Del sordo rumore delle dita trascrizione, in scena al teatro dell'Orologio dal 10 al 15 marzo 2015

Entrati in sala si rimane un po' disorientati. Al centro del palco sembra di vedere un'installazione artistica in cui i nostri volti e i nostri corpi si riflettono distorti, ma poi poco dopo essersi seduti, rassicurante, la musica di Bach fa scomparire l'illusione e dalla finestra che si apre su uno spazio buio e circoscritto un uomo e una donna sembrano volerci dire qualcosa con movimenti danzanti lenti come se l'aria fosse diventata miele.

Una dissolvenza al nero e poi iniziano una serie di dialoghi (intramezzati da dissolvenze che a volte si sfiorano) descrivono entrando nel dettaglio stati d'animo individuali e umani in rapporto alle relazioni che intercorrono tra il singolo individuo e se stesso e tra il singolo individuo all'interno del nucleo sociale.

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Recensione de Serenade, in scena al teatro Studio Uno dal 5 al 7 marzo 2015

Io pensavo che l'ultimo eroe romantico fosse stato Corto Maltese e invece mi sbagliavo, a quanto pare ce n'è ancora in giro uno, che però sembra più la parodia di un eroe che un eroe a tutti gli effetti.

Questo eroe dei nostri giorni, animato dallo Sturm und Drang e pervaso dallo Spleen di Baudelaire,  attraverso la poesia, la musica, l'arte esprime i suoi sentimenti a una donna che gli ha scritto una lunga lettera dove gli dice che a un certo punto della vita si arriva a un bivio dove i "rami secchi" come lui vanno tagliati via.

Inizia così il suo grottesco dramma personale che lo porterà a mettersi in gioco un'ultima volta e tentare il tutto per tutto.

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Recensione dello spettacolo, Il più bel secolo della mia vita, in scena al Teatro della Cometa dal 10 al 29 marzo 2015

Lo spettacolo è iniziato? Sì ma gli attori dove sono? Eccoli, sono proprio qui, in platea. Così comincia lo spettacolo, con i due attori protagonisti, Francesco Montanari e Giorgio Colangeli, che interpretano le prime battute stando fra la gente.

Una scelta che non ci aspettavamo e che ci fa dimenticare della separazione pubblico - palcoscenico. L’effetto è dirompente, la gente è divertita e le battute arrivano con maggior efficacia. 

Francesco Montanari è Giovanni, un trentenne molto riflessivo, introverso e riservato che vuole far qualcosa per tutte quelle persone che hanno il suo stesso “mistero da risolvere”, ovvero tutti i figli adottivi non riconosciuti alla nascita che chiedono di poter conoscere le proprie origini.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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