Recensione di Fiori per Algernon in scena alla Libreria Libri Necessari il 15, 22 e 29 giugno 2015
Charlie Gordon è un ragazzo ritardato che lava i pavimenti di una fabbrica, vive in una pensione, pensa di avere degli amici ed una vita tranquilla e anche divertente.
Qualcosa cambierà però l'esistenza di Charlie, suo malgrado diventerà la cavia di un esperimento e conoscerà la cavia da laboratorio Algernon.
Come il topolino verrà operato al cervello per sperimentare un metodo che permetterà di moltiplicare la sua intelligenza.
All'inizio tra i due ci sarà antagonismo, ma poi con l'aumentare dell'intelligenza e della propria consapevolezza Charlie si accorgerà che quelli che pensava amici in realtà lo prendevano solo in giro e capirà che il topo, col quale condivide la stessa condanna, è il suo unico vero amico.
Infatti algernon inizierà progressivamente a stare sempre peggio fino a morire. Charlie gli darà una degna sepoltura e da quel giorno si instillerà in lui il timore che farà la stessa fine.
Il timore non tarderà a concretizzarsi e a cedere il passo alla paura e il bel rapporto con la Dottoressa Alice andrà sempre più deteriorandosi.
Charlie in preda all'angoscia perderà progressivamente sempre più l'intelligenza acquisita, perdendo in fine il ricordo di ogni cosa...tranne di Algernon, morto per l'ingiusta causa della scienza.
La messa in scena alla Libreria Libri Necessari si rifà al racconto del 1959 vincitore del premio Hugo e ne riporta ai nostri occhi l'essenza stessa di cui è permeata l'intera vicenda, scandendo la narrazione attraverso un susseguirsi discontinuo di giorni ed eventi che sono i resoconti – diario dello stesso Charlie.
Le tematiche toccate allora dal racconto di Daniel Keyes rimangono in questa trasposizione intatte e, anche se in modo diverso, ancora attuali; una storia che sul finire degli anni '50, come ancora oggi, da molto da riflettere.
Fabio Montemurro
3 luglio 2015