Recensione de La Bohème in scena alle Terme di Caracalla dal 25 luglio al 7 agosto 2015

 

Conclude la trilogia pucciniana a Caracalla La Bohème nell'allestimento di Davide Livermore che già aveva riscosso un grande successo nell'estate del 2014.

Luci invernali ed atmosfere notturne caratterizzano questa messinscena che colpisce fin dal primo momento con la sua scenografia multimediale che alterna proiezioni di dettagli a vere e proprie panoramiche su dipinti impressionisti e post impressionisti del '800 francese.

Le vicende dei quattro bohémien che da sempre appassionano i cultori del melodramma italiano, anche stavolta hanno riempito le Terme di Caracalla.

 

L'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma diretta a Paolo Arrivabeni, impeccabile nelle sue esecuzioni, ha dato un validissimo supporto agli interpreti sulla scena.

Anche se all'inizio un po' titubante, Matteo Lippi arrivato alla celeberrima aria del I atto "Che gelida manina"  inizia a sfoggiare tutte le sue doti di Tenore, mantenendo un buon livello performativo fino alla fine del del quarto quadro.

La migliore in scena Cristina Pasaroiu, che nei panni di Mimì con la sua voce pastosa e avvolgente ci ha donato un eccellente esecuzione da Soprano.

Agli stessi livelli, ma non convincente allo steso modo, Rosa Feola nei panni di Musetta.
Molto interessante, invece, la timbrica e le sfumature toccate dal Baritono Julian Kim, interprete di Marcello.

Una delle opere liriche di Puccini più criticate all'epoca della sua uscita eppure da sempre uno dei melodrammi più amati ed eseguito in tutto il Mondo che ribadisce, con la sua continua presenza in cartellone al Costanzi e alle terme di Caraccalla e con i suoi continui sold out di pubblico, la nostra preminenza sui palcoscenici nazionali e mondiali.

 

Fabio Montemurro

31 luglio 2015