Recensione dello spettacolo Winston vs Churchill in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 13 al 25 febbraio 2019
Giuseppe Battiston si confronta con un personaggio illustre e complesso. Con una carriera politica di quasi 60 anni, Churchill ha scatenato accesi dibattiti. Politico, giornalista, militare, scrittore e designato premio Nobel per la letteratura Winston Churchill è il leader più ammirato di tutti i tempi, ma molte ombre gravano su di lui.
“La politica è eccitante quasi quanto la guerra, ma è altrettanto pericolosa: perché in guerra puoi essere ucciso una volta sola, in politica molte volte”.
Infatti, si ritirerà in esilio lontano dalle scene politiche afflitto dal cane nero, la depressione.
Il testo è tratto da "Churchill, il vizio della democrazia" di Carlo G. Gabardini. La trasposizione teatrale riserva al pubblico l’aspetto più intimo e intrigante dell’uomo, senza tralasciare eventi pubblici rilevanti. Rielaborare un così brillante e controverso personaggio è operazione coraggiosa e, tutto sommato, è interessante la visione della regista Paola Rota. Due bravi interpreti, Battiston e Maria Roveran, popolano la deliziosa scena di Nicolas Bovey. Popolano, non a caso: il fulcro è un’isola tondeggiante di pietrisco e ghiaia circoscritta da piccole lanterne a luce calda, ornata da una poltrona, una radio d’epoca e un mappamondo; il fondale è un cielo stellato su cui esaustive proiezioni, accompagnate dal canto dal vivo della Roveran, rivelano il “non detto”.
Churchill è gravemente malato e depresso. L’infermiera Margaret si prende cura di lui in cambio di un generoso compenso, ma le è molto difficile riuscire a domare un uomo tanto acuto quanto terribile. Churchill è alcolizzato, dipendente dalle anfetamine, fumatore accanito e a rischio di ictus.
Voci fuoricampo rievocano frammenti di vita privata. Il ricordo di un padre troppo rigoroso, di una madre assente, della sua preziosa tata si mescolano a vicende di vita pubblica.
Mentre esploriamo gli aspetti intimi e dolorosi, risuonano i discorsi pubblici, altisonanti e premonitori dell’uomo più influente della storia politica britannica.
Churchill ha intuito e prontezza. È lungimirante quando, acerrimo nemico di Hitler e contrario alla politica di appeasement nei confronti della Germania Nazista, si schiererà contro la Camera dei Comuni dopo il trattato del 1938 dichiarando: “Dovevate scegliere tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra”. L’anno successivo la Germania invaderà la Polonia e il Regno unito sarà costretto a dichiararle guerra. È un abile stratega: il suo stretto rapporto con Roosevelt confluirà in un’alleanza politica e ideale sancita dalla Carta Atlantica, contenente i principi per il futuro ordine mondiale. È visionario: sogna gli Stati Uniti d’Europa. È audace, ma non senza colpe. Il più grande rimorso di Churchill è la disfatta politica e strategica di Gallipoli causa del massacro di 43.000 uomini.
Battiston evoca con notevole esercizio di stile Churchill. È beffeggiante, acuto, austero; affaticato dalla malattia e piegato sul bastone da passeggio (dove nasconde i sigari proibiti), quasi sempre ebbro, sagace, in conflitto con sé stesso e col mondo. Maria Roveran, timida e ligia al dovere, sarà spesso incalzata e presa di mira dall’irriverente Sir. Il noto sarcasmo non mancherà di scatenare risate, spesso amarissime, tra gli spettatori. Eppure, Battiston si lascia andare ad impeti smodati nei momenti maggiormente drammatici. Pur riconoscendo la perizia, in quei frangenti vince il manierismo determinando un minor effetto stringente tra attore e spettatore. E di certo, non ci si aspetta un Churchill tanto melodrammatico.
Le musiche sposano perfettamente lo stile della performance, eccetto nell’epilogo quando un brano heavy metal sovrasta e tedia (e non solo per il volume elevato). Non è chiaro il motivo di questa scelta. Senza trascurare l’uso dei microfoni che non sono mai un belvedere a teatro.
Lo spettacolo ad ogni modo è prezioso. Se ne apprezzano molti aspetti tra cui l’intrigante rapporto fra il protagonista e l’infermiera che celebra il folgorante carisma di Churchill. Battiston e Roveran nutrono con buona densità i loro personaggi e sono capaci di scambi perfetti. Sono assai suggestive le proiezioni e l’uso delle voci fuori campo. Non vi è dubbio, Winston vs Churchill è sicuramente da vedere. Non soltanto per subire il fascino di un uomo di così grande prestigio, ma per valutare gli eventi odierni con occhi diversi. Potremmo riflettere sugli utopici Stati Uniti d’Europa mentre l’ombra della Brexit e del no-deal minacciano l’UE; o discutere intorno alla democrazia che, per quanto pessima, era per Churchill la migliore forma di governo sperimentata. Chissà se, in questo tormentato momento storico, le masse possano ancora essere persuase…
Caterina Matera
17 febbraio 2019
Informazioni
Winston vs Churchill
Presentato da Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo
Da "Churchill, il vizio della democrazia" di Carlo G. Gabardini
Con Giuseppe Battiston e Maria Roveran
Regia Paola Rota
Scene Nicolas Bovey
Costumi Ursula Patzak
Luci Andrea Violato
Suono e musica Angelo Longo