Lunedì, 25 Novembre 2024
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#recensione de Il sindaco del rione Sanità - visibile su RaiPlay nella sezione Musica e Teatro

 

Il rione Sanità, uno dei quartieri più popolari di Napoli, riveste un’importanza tutta speciale. Edificato verso la fine del XVI secolo, ospita palazzi storici di notevole interesse culturale, chiese e basiliche nonché l’ospedale San Gennaro dei Poveri, ricavato da un monastero abbandonato adibito a lazzaretto dopo la terribile peste del 1656. Inizialmente destinato alle abitazioni di famiglie nobiliari e ricchi borghesi, diviene col tempo uno dei quartieri più popolari di Napoli. Vi nasce Totò nel 1898 e quando morirà a Roma nel 1967, il rione Sanità lo omaggerà con un corteo funebre di 250 mila persone. Una folla immensa, capace di bloccare tutta la città, tanto che il furgone impiegherà due ore ad arrivare alla chiesa. 

Nel rione sono stati girati numerosi film tra cui L’oro di Napoli e Ieri, oggi, domani entrambi di Vittorio de Sica; alcune scene della serie Gomorra e l’intero film Sodoma – L’altra faccia di Gomorra. Il quartiere ha ispirato romanzi e artisti. 

Dopo soli tre anni da Napoli milionaria! con ancora gli echi della guerra presenti nei ricordi e nei sonni agitati degli italiani, ecco che Eduardo crea un nuovo capolavoro.

Nel 1948 la compagnia è a Milano per recitare tutta la stagione al teatro Nuovo. L’enorme successo di Titina in Filumena Marturano l’ha sfiancata, facendola ammalare. E anche se Eduardo non si vorrebbe arrendere, gli specialisti non danno adito a dubbi: la situazione di Titina è grave, una brutta malformazione cardiaca la costringe a letto. Riposo assoluto, chissà per quanto tempo. Titina parte dunque, per Sanremo, il cui clima è certamente migliore di quello milanese, nella speranza di riprendersi presto.

Eduardo e gli attori restano a Milano. Ovviamente Filumena non può andare in scena senza Titina, e neppure La grande magia, che d’altra parte non ha certo ottenuto il successo sperato. Eduardo quindi, impulsivo, indomito, prende una delle decisioni più felici della sua vita. Si chiude in albergo, nelle brevi pause tra uno spettacolo e l’altro, e in soli sette giorni scrive Le voci di dentro. In un’intervista a Il Tempo del 1983 racconterà “La stanza divenne un vero campo di battaglia: fogli sparsi dappertutto, persino sotto il letto e nella stanza da bagno. Appena finita una scena, la segretaria della compagnia la portava a una vicina copisteria e poi me la riportava per gli ultimi ritocchi.

#recensione #raiplay

 

Eduardo De Filippo nasce a Napoli il 24 maggio del 1900, figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta. Con i suoi fratelli Titina e Peppino, si ritroverà ben presto a recitare nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta diventandone uno degli attori di maggiore spicco. Ma già dal 1931 i tre fratelli si uniranno per formare una compagnia tutta loro, la Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”. Dura poco più di un decennio il sodalizio tra Eduardo, Peppino e Titina. Nel ‘43-’44 scoppia il diverbio tra Eduardo e Peppino, che porterà a un insanabile spaccatura fra i due fratelli. Inoltre Eduardo si è ormai stancato del teatro umoristico, e (forse) complice anche l’incontro casuale con Pirandello, è ora pronto a percorrere altre strade.

Con Napoli milionaria, commedia scritta tutta d’un fiato all’inizio del 1945, Eduardo cambia improvvisamente rotta e sente di non potersi più esimere dallo scrivere una commedia sulla guerra e le sue terribili conseguenze. L’opera è completamente diversa da quelle realizzate fino a quel momento. Comica al primo atto, amara al secondo, quasi tragica al terzo. Porta sulla scena le storie conosciute da tutti, quelle che avvenivano nelle strade e nelle case della Napoli di allora. 

Recensione dello Spettacolo St. Nicholas in scena in streaming al Teatro Belli il 20 e il 21 dicembre 2020, nell’ambito del festival “Trend nuove frontiere della scena britannica” 

 

 

“Fra tutte le cose che mi immaginavo che ci fossero, erano i vampiri”.

La vita scorre, nonostante tutto, scivola via sotto i polpastrelli delle nostre dita, anche quando non riusciamo ad afferrarla.
Si insinua nelle nostre ferite, e cerca di cicatrizzarle, anche quando crediamo di non esser pronti per essere salvati.
Un evento, una demarcazione tra un prima e un dopo, rappresenta il bandolo della matassa.
Perché la vita è così, è come la realtà: “Come sempre l’incontro con la realtà è molto meno comune di quello che si pensa. È un fatto. E questo fa molto più paura di qualsiasi invenzione. 

Perché? Perché è vera.

È lì, avviene, per caso magari. E ti aspetta”.

St. Nicholas, opera del regista e drammaturgo irlandese Conor McPherson, conclude la rassegna “Trend: nuove frontiere della scena britannica”, che ha accompagnato il pubblico negli ultimi mesi.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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