Recensione del Fringe Milano Off, dal 10 settembre al 6 ottobre 2024, Milano
Il MILANO OFF FRINGE FESTIVAL, alla sua sesta edizione si conclude in queste ore, ma il segno che lascia in città appare evidente. Il pretesto narrativo di quest’anno al settecentesimo anniversario della morte di Marco Polo è “Il viaggio” ed è proprio in questa navigazione che ci porta questo evento di eco internazionale, anche semplicemente perché ad essere coinvolte nella rete dei Fringe ogni anno sono sempre più nazioni. Forse l’operazione più riuscita di questo prodotto, che ricordiamo nasce ad Edimburgo nel 1947 come un festival estemporaneo in cui le compagnie potevano mostrarsi e farsi conoscere; dicevo l’operazione più riuscita è proprio la disseminazione. Operazione espressa con rilievo durante uno dei workshop del festival, con la presenza di alcuni dei partner del Word Fringe, divenuta oramai una rete consolidata che tiene le fila dell’attività Fringe mondiale, in modo da fornire direttive il più possibile comuni. In quella sede Francesca Vitale e Renato Lombardo, direttori artistici delle edizioni Fringe di Milano e Catania, oltre ad esprimere le peculiarità di questo “movimento mondiale” ( e non mi sembra affatto azzardato chiamarlo così) hanno fornito, grazie alla presenza dei partner stranieri, delle linee guida per gli attori, in modo che si possano muovere con abilità all’ interno di questi contenitori. Altra interessante iniziativa, sempre a scopo divulgativo sono stati i “Pitch”, se ne sono svolti svariati durante le giornate milanesi; una sorta di incontri “a tempo” in cui le compagnie hanno avuto la possibilità di presentare i loro lavori a direttori artistici e operatori di settore.
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