Venerdì, 22 Novembre 2024
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Recensione del Fringe Milano Off, dal 10 settembre al 6 ottobre 2024, Milano

 

Il MILANO OFF FRINGE FESTIVAL, alla sua sesta edizione si conclude in queste ore, ma il segno che lascia in città appare evidente. Il pretesto narrativo di quest’anno al settecentesimo anniversario della morte di Marco Polo è “Il viaggio” ed è proprio in questa navigazione che ci porta questo evento di eco internazionale, anche semplicemente perché ad essere coinvolte nella rete dei Fringe ogni anno sono sempre più nazioni. Forse l’operazione più riuscita di questo prodotto, che ricordiamo nasce ad Edimburgo nel 1947  come un festival estemporaneo in cui le compagnie potevano mostrarsi e farsi conoscere; dicevo l’operazione più riuscita è proprio la disseminazione. Operazione espressa con rilievo durante uno dei workshop del festival, con la presenza di alcuni dei partner del Word Fringe, divenuta oramai una rete consolidata che tiene le fila dell’attività Fringe mondiale, in modo da fornire direttive il più possibile comuni. In quella sede Francesca Vitale e Renato Lombardo, direttori artistici delle edizioni Fringe di Milano e Catania, oltre ad esprimere le peculiarità di questo “movimento mondiale” ( e non mi sembra affatto azzardato chiamarlo così) hanno fornito, grazie alla presenza dei partner stranieri, delle linee guida per gli attori, in modo che si possano muovere con abilità all’ interno di questi contenitori. Altra interessante iniziativa, sempre a scopo divulgativo sono stati i “Pitch”, se ne sono svolti svariati durante le giornate milanesi; una sorta di incontri “a tempo” in cui le compagnie hanno avuto la possibilità di presentare i loro lavori a direttori artistici e operatori di settore.

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Recensione dello spettacolo "Tucidide. Atene contro Melo", Alessandro Baricco, Giovanni Sollima, Stefania Rocca, Valeria Solarino, Enrico Melozzi e i 100 Cellos. 11 settembre, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. All'interno del RomaEuropaFestival


Dovrebbe essere sempre così uno spettacolo che lascia il segno, tenace, senza troppi fronzoli, chiaro, così come questo strepitoso "Tucidide. Atene contro Melo", un testo riletto e raccontato da Alessandro Baricco di una vicenda della "Guerra del Peloponneso" di Tucidide. Baricco sceglie un fatto storico , come pretesto quasi educativo per segnalarci alcuni messaggi fondamentali dello stare al mondo e da buon oratore qual è lo fa con estrema chiarezza, senza celare nessun significato, anzi, si prodiga con un fare maieutico a entrare il più possibile nelle metafore che sceglie per darci insegnamento. Cura il dialogo con il pubblico, fino ai minimi particolari.

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Todi Festival, dal 24 agosto al 1 settembre 2024, il racconto delle prime due giornate del Festival

 

“…Ho visto dalla mia finestra
la festa del ponente sui monti lontani.
A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani….” (Pablo Neuda)

Iniziare questo breve resoconto dei primi due giorni del Todi Festival con le parole di Pablo Neruda acquista senso solo se si ha la fortuna di aver visto l’opera di Mark Di Suvero istallata apposta in Piazza del Popolo come corolla a questa XXXVIII edizione. L’opera di Suvero si chiama Neruda’s Gate” ed è temporaneamente collocata nella storica piazza. Per chi arriva dalle vie laterali l’impatto visivo è unico, un’ immensa cornice rosso fuoco che raccoglie in sé la storia dell’antico borgo umbro, valorizzandone l’ocra dei mattoni che ne sorreggono i palazzi.  Eugenio Guarducci, nell’intervista che ci aveva regalato qualche settimana fa, ci aveva allertato a una sorpresa, ebbene il suo “ultimo” regalo da direttore del festival (visto che questo è l’ultimo anno della sua direzione) ci sembra davvero riuscito. L’istallazione in piazza del Popolo è il cappello anche alla mostra “Spacetime” dello stesso Suvero nella Sala delle Pietre, inaugurata il 24 agosto e che sarà in sede fino al 06 ottobre, organizzata dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper a cura di Marco Tonelli. Un’operazione ardita da parte della Fondazione riportare in Italia le opere di Di Suvero, oramai novantunenne, dopo la sua partecipazione alla Biennale di Venezia negli anni Novanta. 

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Recensione di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo in scena alla fortezza di Salonicco il 14 luglio 2024

 

Nel cortile della Fortezza di Salonicco, un luogo di grande suggestione che domina l’intera città, è stato allestito uno spettacolo lirico importante: ‘Pagliacci’ di Ruggero Leoncavallo.

Si è trattato di un grosso sforzo, con lunghi periodi di prove, peraltro in condizioni  climatiche non fra le più adatte al canto, ma il risultato è stato decisamente molto interessante, sia dal punto di vista musicale che scenico.

La regia di Athanasios Kolalas era in perfetta sintonia con il luogo. Un gruppo di attori girovaghi arriva  con un furgone- teatrino mobile in una piazza di un paesino. Forse potrebbe anche essere Salonicco alla fine degli anni  Cinquanta . Lì si consuma la vicenda di un amore clandestino, che sfocerà in tragedia.

Il tutto in un atmosfera , bene illuminata da Sarandos Zourdos, più neorealistica che verista, osservazione che viene da fare anche ad alcuni passaggi musicali, particolarmente inclini alla passionalità, alla tragedia  vissuta in forma collettiva. Quasi che l’assassinio di Nedda sia stato una sorta di rito sacrificale condiviso.

D’altro canto siamo nella patria della tragedia e nessun luogo al mondo sdoganerebbe più di questo una simile scelta, peraltro non fuori luogo.

L’attenzione al particolare è preziosa. 

Alla volta diventa citazione coltissima, verrebbe da dire per pochi.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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