Venerdì, 22 Novembre 2024
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Recensione di ‘La Cenerentola’, in scena a Trieste dal 26 aprile  al 5 maggio 2024

 

La stagione triestina, dopo un ‘Nabucco’ controverso, ritorna con un titolo rossiniano: ‘La Cenerentola’.

La platea piena ed i palchi affollati , con una forte componente internazionale, testimoniano il gradimento di questo titolo, che nel dopoguerra è apparso con apprezzata frequenza nella programmazione del Verdi.

Diciamo subito che siamo davanti ad un successo, ampio, meritato, che premia una proposta di grande interesse.

Partiamo dall’aspetto visivo: si trattava di uno spettacolo, firmato registicamente da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi , che rende omaggio al grande scenografo Luzzati,  che peraltro nel 1976 propose a Trieste nel  una ‘Carmen’ sonoramente fischiata proprio per l’allestimento giudicato allora troppo avanguardistico e che oggi definiremmo  tradizionale e molto ‘tranquillo’.

Il sipario si apre rivelando un teatro nel teatro, con una cornice di palchetti rossi, al cui interno si alternano la cucina di don Magnifico, uno scorcio del giardino di corte, il salone del palazzo del re,  tutti suggeriti con un  agile gioco di elementi costruiti mobili.

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Recensione dello spettacolo Lo sciame. Storia di un fallimento in scena allo Spin Time Labs dal 19 al 20 aprile 2024

 

Che praticare uno sport faccia bene è un’ovvietà. Ma quanto ciò rimane tale quando si parla di agonismo e, oltre agli inevitabili interessi economici, di relativa proiezione altrui su ciò che si dovrebbe fare e sacrificare a riguardo?

La compagnia Risacca Teatro pone questo, tra gli altri interrogativi, attraverso il suo nuovo spettacolo Lo sciame. Storia di un fallimento il cui sottotitolo è già sufficientemente eloquente. Nell’Auditorium da poco intitolato all’attivista Josef Yemane Tewelde dello Spin Time Labs, uno degli spazi sociali occupati più vivaci della Capitale, debutta la storia della giovane ciclista Elena Strada, detta il Colibrì (Giorgia Narcisi) e del suo allenatore Antonio Battaglia, per tutti Toni (Andrea Zatti), un aspirante campione mai divenuto tale a causa del doping. Tra loro una bicicletta: non solo veicolo con cui allenarsi e, si spera, tagliare per primi il traguardo, ma anche metafora della ruota che gira non sempre per il verso giusto o a proprio favore. I due sono sovrastati da proiezioni che informano il pubblico sull’abitudine delle api operaie di soffocare la vecchia regina quando una nuova fa il suo ingresso ma regalare anche altre suggestioni, come le prime pedalate ingenue di una bambina oltre che sottolineare per iscritto le battute che i due protagonisti si scambiano in una interazione non sempre facile tra armadi da palestra girevoli. 

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Recensione dello spettacolo La ragazza sul divano in scena al teatro Vascello dal 16 al 21 Aprile 2024

 

Valerio Binasco, premiato regista e attore italiano, ritorna per la sesta volta a mettere in scena il suo amato autore norvegese, premio nobel per la letteratura 2023, Jan Fosse. Dice di amarne l'umanità rarefatta e la sensazione di “fuori fuoco” della realtà.

Lo fa con delicatezza e cura, trovando la preziosità di emozioni e disagi incastonata in storie semplici di affetti e non affetti quotidiani e di vita.

Racconta una donna depressa in conflitto con sé stessa, con la famiglia e con la sua arte che gli riempie gli spazi e lei disprezza.

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La recensione di ‘Ungaretti poeta e soldato’, in scena dal 10 al 23 aprile 2024 in teatri di Veneto e Friuli Venezia Giulia

 

Fra ottobre 2024 e maggio 2025 prenderà forma, in Friuli Venezia Giulia,  una serie di mostre dedicate a Giuseppe Ungaretti.

 Al Museo di Santa Chiara, a Gorizia, si potrà vedere  ‘Ungaretti Poeta e Soldato’.

Alla Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone, invece, verrà allestita  ‘Da Boccioni a Martini. Arte nelle Venezie al tempo di Ungaretti sul Carso’.

Si tratterà, possiamo supporre, di iniziative realizzate con grande attenzione, di forte impatto e con pezzi interessanti, perché questà è la cifra distintiva di Marco Goldin , autore da anni  di rassegne espositive di grande successo di pubblico.

A Gorizia sono preannunciati contributi video interessanti, materiali relativi alle trincee ed agli anni di guerra ed i lavori di dodici artisti contemporanei chiamati a raccontare le atmosfere ungarettiane con le loro opere.

Idea questa non proprio innovativa, visto che ricordiamo con piacere la bella mostra di qualche anno fa intitolata ‘Pittura di guerra’, curata da Dino Marangon e coordinata da Balilla Gritti, che aveva coinvolto differenti realtà espositive del Triveneto e quasi settanta artisti, dedicata  alle vicende tragiche del primo conflitto mondiale , ma certamente questa nuova proposta saprà suggerire altri stimoli, anch’essi interessanti.

La mostra di Monfalcone volgerà lo sguardo al fecondo gruppo di artisti di  Ca’ Pesaro,  e questo permetterà di celebrare, accanto ai più noti Rossi e Martini, alcune eccellenze formatesi nel territorio friulano e giuliano e costrette a spostarsi per trovare quel consenso e quella approvazione che nutrono l’animo degli artisti.

Ma aspettando di poter recensire quelle esposizioni, ritorniamo al presente e precisamente  alla serata ‘Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo’, la presentazione per lanciare le future proposte ideata da Goldin,  come si è scritto deus ex machina delle mostre e sempre più tentato dal mondo del teatro.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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