Recensione di ‘Calcoli’ di Gianni Clemente in scena per la Stagione ERT FVG
L’Ert propone nella stagione di San Daniele del Friuli una black comedy di Gianni Clementi: Calcoli, scritta una ventina d’anni fa, ma ancora estremamente e drammaticamente attuale.
Una sequenza di colpi di scena, una sequela di finzioni di finzioni, ritratto spietato di una società cinica e priva di valori, nella quale il potere va conquistato e mantenuto a tutti i costi, calpestando persone, affetti, propositi ed etica.
La storia di un sottosegretario in cerca di rielezione, che racconta un mondo disponibile a farsi pilotare ed una politica, infarcita di calcoli, vendette, macchinazioni, finzioni e tranelli.
Una sequenza di colpi di scena, di eventi concatenati che riescono a stupire la platea, che viene trascinata emotivamente in un viaggio spietato, che mette a nudo pochezze e nefandezze, coinvolge nella violenza del sistema, che ormai passa quasi per inevitabile, traumatizza per la mancanza di limiti.
Regia e scene sono di Blas Roca Rey, che ambienta la storia in una baita, forse, di montagna, ma non è detto.
I tempi della narrazione sono incalzanti, senza pause, in un crescendo di grande presa, che rende l’ora e mezza dell’atto unico decisamente coinvolgente . Non ci cedimenti e la prova attoriale è molto impegnativa per tutti i quattro interpreti, chiamati a muoversi su registri differenti, a portare in scena personaggi dalle infinite facce, rese anche con una recitazione serrata, persino concitata.
Monica Rogledi è una valletta in cerca di successo. Il tempo passa, le occasioni scorrono e lei teme di aver perso l’ultimo treno. Ma è anche una calcolatrice senza scrupoli. Oppure una signora elegante della scena, che sa giocare le sue carte. Insomma un ruolo dalle caleidoscopiche sfaccettature, che la Rogledi riesce ad individuare e rendere con bravura. Superficiale, approssimativa, attenta, spaventata, calcolatrice, snob, volgare, sguaiata, attenta, sofisticata, regala una tavolozza vasta e convincente.
Andrea Lolli , attore dalla lunga esperienza e noto anche per le sue partecipazioni televisive, è molto convincente nel ruolo del segretario. Passa da apparire come una sorta di zerbino alla parte del calcolatore spietato. Pronto a fingersi quello che non è, per poi mostrare che neanche quello che ha palesato è la realtà. Fa un uso sicuro dei registri vocali, usando il diaframma, lo capiamo però alla fine, come una sorta di cartina tornasole per individuare su quale piano si sta muovendo, ma anche dal punto di vista scenico la sua è una prova di grande spessore, con momenti di silenzio che raccontano più di un monologo. La posizione che assume quando, apparentemente atterrito, si tiene la testa fra le mani negando lo sguardo al pubblico, racconta, meglio di qualsiasi grido, una paura antica, la sensazione di fine incombente ed inevitabile.
Pietro Bontempo, bandito albanese, amico d’infanzia, atleta mancato, amante della moglie del sottosegretario, riesce a stupirci non solo per la vicenda intricata, ma per la capacità di passare continuamente da una maschera all’altra, senza cedimenti, sempre in parte, in grado di modulare lo strumento vocale con tecnica sicura, alternando toni stentorei a toni carezzevoli, ma anche riuscendo a passare da una postura disarmonica e violenta a modi garbati e gentili.
Grande protagonista Blas Roca Rey, in grado di reggere senza nessun cedimento una parte di grande spessore, un testo ricchissimo, complicato e concitato, con continui passaggi dal gergo colloquiale a quello formale.
Padrone della scena, recita anche legato ad una sedia, in ginocchio, senza vacillare mai.
Apparente vittima, ma realmente padrone della situazione, deus ex machina della storia, si dimostra uno spietato calcolatore, geniale nell’utilizzare il sentimento delle masse, nel prevedere e pilotare le reazioni popolari, sempre credibile, qualunque sia la fase della narrazione.
Roca Rey è convincente come uomo meschino, come pianificatore cinico, come politico di successo, come vittima, come personaggio scaltro. Una prova che merita di essere vista e gustata, perché certamente è una tappa importante nella quarantennale carriera di questo attore.
Alla fine applausi per tutti, che Roca Rey interrompe per fare un appello per Emergency, quasi a prendere la distanza dai tipi umani portati in scena .
redazione
15 marzo 2025
informazioni
San Daniele del Friuli, Auditorium alla Fratta, 13 marzo 2025
Calcoli
Ovvero l’arte dell’inganno
una commedia di Gianni Clementi
con Blas Roca Rey, Pietro Bontempo, Andrea Lolli e Monica Rogledi
regia di Blas Roca Rey
allestimento scenico Blas Roca Rey
musiche: Enza De Rose
light designer: Bruno Guastini
produzione: La Contrada – Teatro Stabile di Trieste