Lunedì, 24 Marzo 2025
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Calcoli: racconto senza tempo della società del nostro tempo

Recensione di ‘Calcoli’ di Gianni Clemente in scena per la Stagione ERT FVG

L’Ert propone nella stagione di San Daniele del Friuli una black comedy di Gianni Clementi: Calcoli, scritta una ventina d’anni fa, ma ancora estremamente e drammaticamente attuale.

Una sequenza di colpi di scena, una sequela di finzioni di finzioni, ritratto spietato di una società cinica e priva di valori,  nella quale il potere va conquistato e mantenuto a tutti i costi, calpestando persone, affetti, propositi ed etica.

La storia di un sottosegretario in cerca di rielezione, che racconta un mondo disponibile a farsi pilotare ed una politica, infarcita di calcoli,   vendette, macchinazioni, finzioni e tranelli.

Una sequenza di colpi di scena, di eventi concatenati che riescono a stupire la platea, che viene trascinata emotivamente in un viaggio spietato, che mette a  nudo pochezze e nefandezze, coinvolge nella violenza del sistema, che ormai passa quasi per inevitabile,  traumatizza per la mancanza di limiti.

Regia e scene sono di Blas Roca Rey, che ambienta la storia in una baita, forse, di montagna, ma non è detto.

I tempi della narrazione sono incalzanti, senza pause, in un crescendo di grande presa, che  rende l’ora e mezza dell’atto unico decisamente coinvolgente . Non ci cedimenti  e la prova attoriale è molto impegnativa per tutti i quattro interpreti, chiamati a muoversi su registri differenti, a portare in scena personaggi dalle infinite facce, rese anche con una recitazione serrata, persino concitata.

Monica Rogledi è una valletta in cerca di successo. Il tempo passa, le occasioni scorrono e lei teme di aver perso l’ultimo treno. Ma è anche una calcolatrice senza scrupoli. Oppure una signora elegante della scena, che sa giocare le sue carte. Insomma un ruolo dalle caleidoscopiche sfaccettature, che la Rogledi  riesce ad individuare e rendere con bravura. Superficiale, approssimativa, attenta, spaventata, calcolatrice, snob, volgare, sguaiata, attenta, sofisticata, regala una tavolozza vasta e convincente.

Andrea Lolli , attore dalla lunga esperienza e noto anche per le sue partecipazioni televisive, è molto convincente nel ruolo del segretario. Passa da apparire come una sorta di zerbino alla parte del calcolatore spietato. Pronto a fingersi quello che non è, per poi mostrare che neanche quello che ha palesato è la realtà. Fa un uso sicuro dei registri vocali, usando il diaframma, lo capiamo però alla fine,  come una sorta di cartina tornasole per individuare su quale piano si sta muovendo, ma anche dal punto di vista scenico la sua è una prova di grande spessore, con momenti di silenzio  che raccontano più di un monologo. La posizione che assume quando, apparentemente atterrito, si tiene la testa fra le mani  negando lo sguardo al pubblico, racconta, meglio di qualsiasi grido, una paura antica, la sensazione di fine incombente ed inevitabile.

Pietro Bontempo, bandito albanese, amico d’infanzia, atleta mancato, amante della moglie del sottosegretario, riesce a stupirci non solo per la vicenda intricata, ma per la capacità di passare continuamente da una maschera all’altra, senza cedimenti, sempre in parte, in grado di modulare lo strumento vocale  con tecnica sicura, alternando toni stentorei a toni carezzevoli, ma anche riuscendo a passare da una postura disarmonica e violenta a modi  garbati e gentili.

Grande protagonista Blas Roca Rey, in grado  di reggere senza nessun cedimento una parte di grande spessore, un testo ricchissimo, complicato e concitato, con continui passaggi  dal gergo colloquiale a quello formale.

Padrone della scena, recita anche legato ad una sedia, in ginocchio, senza vacillare mai.

Apparente vittima, ma realmente padrone della situazione, deus ex machina della storia, si dimostra uno spietato calcolatore, geniale nell’utilizzare il sentimento delle masse, nel prevedere e pilotare le reazioni popolari, sempre credibile, qualunque sia la fase della narrazione.

Roca Rey è convincente come uomo meschino, come pianificatore cinico, come politico di successo, come vittima, come personaggio scaltro. Una prova che merita di essere vista e gustata, perché certamente è una tappa importante nella quarantennale carriera di questo attore.

Alla fine applausi per tutti, che Roca Rey interrompe per fare un appello per Emergency, quasi a prendere la distanza dai tipi umani portati in scena .

 

redazione 

15 marzo 2025

 

informazioni

San Daniele del Friuli, Auditorium alla Fratta, 13 marzo 2025

Calcoli

Ovvero l’arte dell’inganno

una commedia di Gianni Clementi

con Blas Roca Rey, Pietro Bontempo, Andrea Lolli e Monica Rogledi

regia di Blas Roca Rey 

allestimento scenico Blas Roca Rey

musiche: Enza De Rose

light designer: Bruno Guastini

 

produzione: La Contrada – Teatro Stabile di Trieste

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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