Mercoledì, 02 Aprile 2025
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Recensione di ‘Il Tabarro’, ‘Suor Angelica’, ‘Gianni Schicchi’ di Puccini in scena al Verdi di Trieste  

 

Il successo ha arriso ad entrambe le compagnie del Trittico pucciano a Trieste, ma certamente i due cambi, perché di così poco si trattava, hanno offerto visioni diverse ed equilibri vocali differenti nelle due opzioni.

Lo spettacolo, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna, si conferma di grandissima potenza narrativa. L’idea registica di Pier Francesco Maestrini è realmente coinvolgente, ad ogni visione più ricca di spunti e riferimenti.

Sicuramente rende meglio con in scena personalità magnetiche forti, ma in ogni caso non ha cedimenti, tempi morti, incertezze e, superata la sorpresa, l’osservatore può farsi incantare dall’attenzione dimostrata per ogni particolare dal team di collaboratori preziosi di Maestrini: lo scenografo Nicolas Boni, la costumista Stefania Scaraggi ed il determinante Light designer Daniele Naldi.

Il Maestro Francesco Ivan Ciampa si conferma bacchetta attenta alle voci. Qualche piccolo scivolo dell’orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, non ha danneggiato una prova positiva su tutti e tre gli atti e particolarmente brillante nell’ultimo, così irto di difficoltà .

 Suggestivi gli interventi del Coro, guidato con competenza da Paolo Longo.

Vedendo alle voci, è necessario riesaminare gli interi cast, perché i cambi hanno prodotto situazioni vocali e narrative differenti.

‘Il Tabarro’ vedeva l’entrata in campo sia del Michele di Giuseppe Altomare che della Giorgetta di Marta Torbidoni. 

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Recensione di ‘Il pipistrello’ al Giovanni da  Udine

 

Il Teatro Giovanni da Udine ha proposto una nuovissima edizione di  ‘Il Pipistrello’

Non facile parlare di Operetta in Italia.

Perché i finanziamenti non ci sono e  quando per qualche ragione riescono ad arrivare sono pochi.

Perché le fondazioni raramente inseriscono titoli  di operetta nella stagione e quando lo fanno viaggiano con criteri  non sempre condivisibili, come le edizioni in lingua originale che impediscono l’interazione con il pubblico oppure con riletture registiche francamente discutibili.

Perché esistono due grandi esperienze in Italia, che si sono volute far morire, come Palermo e Trieste, che avevano dei Festival autentici, con grandi interpreti, ma anche mostre, convegni, conferenze, incontri, per per far conoscere il senso profondo di  questo genere e con le quali era quasi impossibile reggere il confronto. Quasi dei fantasmi incombenti che spingevano, assurdamente, a rifuggire dal paragone.

Il risultato, spesso ma per fortuna non sempre,  è stato che la sopravvivenza della ‘piccola opera’, che piccola non dovrebbe essere per nulla, è stata affidata a compagnie di giro, frequentemente più vicine però all’avanspettacolo, oppure a gruppi di appassionati cultori, chiamati a confrontarsi con budget inadeguati, cast volenterosi ed allestimenti approssimativi.

Assegnare anche l’Operetta alla gestione Cedolins, per Udine, è stata proprio per tutte queste ragioni una scelta coraggiosa e per la quale va reso merito alla direzione del teatro.

Al ‘Giovanni da Udine’ è andato in scena un allestimento decisamente apprezzabile del titolo di Strauss, che dopo l’anteprima assoluta friulana inizierà una tournée in tutta Italia.

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Recensione di ‘Aida’ al teatro Mariinsky di San Pietroburgo, il 7 febbraio 2025

 

Dopo il successo ottenuto  con  ‘Rigoletto’ , il regista Giancarlo Del Monaco ritorna al teatro Mariinsky di San Pietroburgo con una ‘Aida’ dagli esiti trionfali.

Pare proprio che per il Maestro valga il detto ‘nemo profeta in patria’ : da troppi anni il suo nome è assente dai cartelloni  italiani, mentre all’estero i suoi allestimenti , caratterizzati da grande personalità e da una coraggiosa capacità di rinnovarsi, sono sempre apprezzatissimi.

Certo siamo davanti ad un uomo di grande carattere, poco incline  al compromesso, ma anche ad un artista di grande cultura, dall’esperienza vastissima, che ha una formazione enciclopedica, capace di allestimenti che hanno segnato un ‘epoca felice del melodramma in Italia, nato in una famiglia  che  ha dato moltissimo all’Opera del Novecento.

Una persona che ha sempre messo la faccia, sia nei successi che nelle contestazioni, ma che con il passare degli anni sembra essere stato allontanato dalle scene italiane, pur senza essere coinvolto in nessuno scandalo, nessuna contestazione clamorosa, senza avere mai cercato un’affiliazione partitica  o facile pubblicità cavalcando polemiche o mode effimere.

La recentissima  Aida’ di San Pietroburgo è stata grandissimo successo di critica e di pubblico, tanto che il teatro ha già pianificato ben due riprese dello spettacolo. Merito del buon cast, ma certamente l’apporto registico è stato fondamentale: il racconto si dipana in un Egitto tradizionale, disegnato dalle scene di Antonio Romero, costruito  nella  pietra lavica, ricco di simboli, mai  scontato, attento, puntuale, elegantemente misurato.

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Recensione di   ‘La Lettera’ all’Auditorium La Fratta di San Daniele del Friuli il il 27 febbraio 2025

 

Unica tappa in Friuli Venezia Giulia, nella stagione, arriva a San Daniele del Friuli: ‘La Lettera’, spettacolo interpretato da Paolo Nani che lo ha ideato assiema a Nullo Facchini che firma la regia.

Diciamo subito che è uno spettacolo da vedere.

Non fosse altro perché è in tournée del 1992. In trentatré anni  più di 1600 repliche, in quattro continenti, con continui successi. Quindi un pezzo di storia del teatro contemporaneo che l’Ert FVG regala ai suoi abbonati.

Ma anche perché Nani è uno straordinario interprete, mimo  sagace, capace di intrattenere per più di un’ora il pubblico con uno spettacolo che sostanzialmente è  senza trama: un uomo entra in scena, beve un bicchiere di vino, lo sputa, scrive una lettera, guarda la fotografia della madre, mette il foglio in una busta, la apre dopo averla affrancata, getta il foglio, peraltro bianco, a terra ed esce di scena.

Tutto questo si ripete per quindici volte.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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