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Narni Città Teatro 2024
La manifestazione Narni Città Teatro 2024 ha preso il via, ancora una volta con la direzione artistica di Davide Sacco e Francesco Montanari, coppia oramai affermata nel panorama teatrale italiano. Quest’anno il tema del festival è “Sogni Sospesi”, qui il resoconto di alcuni eventi che abbiamo seguito per voi.
Venerdì 14 giugno, Teatro Manini
“Oratorio per Eva” coereografia e regia di Roberto Zappalà
Il catanese Roberto Zappalà porta a Narni la seconda parte del suo progetto Transiti Humanitatis; “Oratorio per Eva” è tra queste, la parte che il coreografo dedica alla figura di Eva, madre dell’umanità intera. Seppure la forza della metafora biblica sostiene il senso della messa in scena, l’Eva che sale sul palco è donna insieme a noi e come noi purtroppo ancora vinta e sporcata da una violenza che l’assoggetta da sempre. Come tutti i corpi con cui lavora Zappalà, anche quello della bravissima Maud De La Purification è sinuoso, flessibile, forte. I movimenti continui e reciproci non pesano sul palco se non la forza dell’attimo esatto in cui avvengono. La potenza di questo modo di fare danza persiste esattamente in questa continuità ipnotica che assorge nello spettatore quasi in una meditazione costante; non stanca, non ci stanca. Eva si veste e riveste senza che il corpo ne venga leso, non è in questa mancanza di apparente pudore l’azione violenta. La violenza che la Eva simbolica subisce è negli stati del racconto, nella trasformazione che la donna affronta in una nascita e sofferenza continua nella sua richiesta di essere libera. La presenza di Eva nel Paradiso è stato l’incipit del peccato, se questa è la metafora che Zappalà sottende in questa performance; ebbene arriva forte. Sul palco insieme a Eva nella seconda parte dello spettacolo una serie di personaggi che Zappalà preleva dal pubblico e che vengono messi in scena con una minima preparazione, che generalmente avviene il giorno prima. Questa casualità di corpi in parte impreparati a ciò che accolgono, fortifica il messaggio; il corpo di Eva si mostra non solo a noi, ma chiede affermazione a una popolazione di protagonisti occasionali eppure partecipi. La cura per i movimenti e la devozione per il proprio corpo che Zappalà richiede ai suoi danzatori è un sacrificio che emerge nelle figure mosse dal corpo della De La Purification con grande chiarezza e noi che la guardiamo, ne siamo grati. I brani che la danzatrice declama sono tratti da “Il diario di Eva” di Mark Twain e sono parole che si cuciono sul corpo, in funzione del movimento, ne ornano ogni cenno. Eva emerge in tutta la sua bellezza, consapevolezza, dolore e ci racconta ancora una volta ciò che siamo, nel sacrificio del suo peccato, si afferma la verità.
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