Recensione dello spettacolo “Magnifica presenza” in scena al Teatro Ambra Jovinelli dal 7 al 18 febbraio 2024
È il 2012 quando il film “Magnifica presenza” irrompe nelle sale cinematografiche italiane. Sulla scia dei precedenti successi, Ferzan Özpetek rinnova in questa pellicola le sue scelte stilistiche, il legame con i suoi attori feticci e, soprattutto, l’interesse per un certo periodo della storia italiana. La vicenda prende spunto dall’intento di ricordare le persone perse: il regista rende protagoniste della storia delle magnifiche presenze che rappresentano un punto di congiunzione tra presente e passato in un andirivieni tra realtà e illusione che si percepisce anche a teatro.
La pièce, presentata al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, vanta un cast che non ha fatto troppo rimpiangere quello del film, segno che la scelta di Özpetek è stata ben calcolata. Il giovane e promettente attore Federico Cesari è un Pietro che si presenta al pubblico come un ragazzo puro, sensibile, fin troppo chiuso nel suo mondo e per questo sembra decollare pian piano fino a spiccare il volo verso il finale, rivelando la propria interiorità senza remore. Inizialmente Cesari sembra subire l’ingombrante presenza di Tosca D’Aquino: è inevitabile che un’attrice navigata come lei riesca a risplendere di luce propria anche con poche battute, ma Cesari riesce bene a marcare i propri spazi. Tanto che, accanto a Serra Yilmaz, Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi e Fabio Zarrella, dimostra di essere del tutto a proprio agio. Tutto il cast brilla come un unicum surreale che convince abbastanza. Oltre a Cesari e alla D’Aquino, quelli che conquistano maggiormente l’attenzione sono gli attori impegnati nei doppi ruoli: Luciano Scarpa è una incredibile e affascinante Signora Ennio ma anche un austero e deciso Filippo, la Agrippino passa con disinvoltura dalla avida Livia Morosini alla superficiale padrona di casa dalla risata squillante, mentre Zarrella dimostra di saper essere un amante dolce e premuroso nei panni del fantasma ma anche un violento e irruento Massimo.