Venerdì, 22 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Panicabaret in scena allo spazio Recherche il 1° marzo 2024

 

C’è una donna dall’aria a metà tra l’angustiato e il compiaciuto (Chiara Migliorini) ad attendere il pubblico che si è dato appuntamento nei sempre accoglienti e ricercati spazi creati all’interno di Recherche per Panicabaret: la creazione che, dopo Red room e Toxic game, è chiamata a chiudere la cosiddetta Trilogia clandestina o dei mostri. Felice di velare il suo sguardo nel proprio cappello, l’ospite racconta di quanto ami i prima e detesti i dopo, sia per ciò che riguarda gli incontri nel foyer del teatro sia nel suo privato. Un invito ad avere il coraggio di bere ognuno dal bicchiere offerto, che predisporrà all’esperienza, ed eccole le visioni scaturite: dalla fantasia di chi ci parla o dalla nostra? Un tragico pagliaccio in frac (Filippo Nencioni) e una specie di bambola vivente (Benedetta Rustici) iniziano a seminare interrogativi invece di risposte, che aumenteranno con il proseguire della serata, accompagnati dagli interventi dal vivo di un candido musicista (Marco Bonucci) che sembra sempre più esposto al pericolo. 

Dove segneresti un corpo che ti viene presentato, non sapendo se si tratta di un cadavere o di una donna in stato di incoscienza? Cosa provi di fronte a una possessione? Quanto è credibile la verità di una bambola umana con lacrime dipinte di rosso? Ti andrebbe di rivelare un segreto a un Pierrot muto? Cosa c’è dietro le tende di una recita se si ha la possibilità di spiare gli attori tra una scena e l’altra? In mezzo a tanti personaggi messi e dismessi dagli artisti ci sono riflessioni sul potere, il sesso, la fiducia, il dominio, i demoni che arrivano ad avere inevitabilmente i tratti di chi guarda un gran finale con tanto di torch song.

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Recensione dello spettacolo La lezione in scena al teatro Basilica dal 6 al 10 marzo 2024

 

La messinscena, per la regia di Antonio Calenda, viene giocata sull'ironia costante e sull'iperbole della situazione e delle battute, che gli attori riportano con efficacia in uno spettacolo paradossale, quello di Eugène Ionesco.

L'opera di questo autore francese risale al dopoguerra, e rientra pienamente nel “Teatro dell'Assurdo” di cui egli assieme a Samuel Beckett e Harold Pinter è il principale esponente. 

Qui si rompe lo schema della logicità, soprattutto a livello linguistico, la storia sembra andare verso un nonsense continuo che in realtà nasconde significati umani profondi come l'incomunicabilità tra persone e la perdita del senso della realtà in totale alienazione.

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Recensione dello spettacolo La valle della paura in scena al teatro Ciak dal 2 Febbraio al 3 Marzo 2024

 

Anna Masullo in collaborazione con “Lo Stabile del Giallo” porta in scena uno dei quattro gialli cult del personaggio leggendario Sherlock Holmes, assieme a “Uno studio in rosso”, “Il mastino dei Baskerville” e “Il segno dei quattro”, tutti opera del grande Arthur Conan Doyle. Nei panni del mitico risolutore di enigmi e crimini abbiamo Paolo Romano, attore ormai negli anni “abbonato” ai gialli in diversi ruoli scenici.

“La valle della paura”, storia divisa in due parti apparentemente indipendenti, è forse il romanzo più misterioso e sorprendente dell'autore britannico. Essa narra una classica indagine di omicidio del nostro celebre detective di Baker Street, legata ad un passato insospettabile della vittima, cioè di infiltrato d'una crudele loggia massonica negli Stati Uniti.

Curioso che la vicenda letteraria prenda spunto da fatti realmente accaduti nel 1800 in Pennsylvania e relativi all'organizzazione criminale “Molly Maguires”.

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Recensione dello spettacolo “Salveremo il mondo prima dell’alba”, in scena al teatro Vascello dal 5 al 17 Marzo 2024

 

Carrozzeria Orfeo sposta il suo obiettivo. Non siamo più nella bidonville di Cous Cous Klan, abbiamo lasciato il seminterrato invaso dai liquami di Miracoli metropolitani. In scena non ci sono più reietti, emarginati, scarti della società. La vicenda è ambientata in un lussuoso centro di riabilitazione, dove alcuni rappresentanti dei piani definiti alti della società sono in cura per liberarsi da dipendenze di ogni tipo. Per essere meglio osservato dalla lente dell'entomologo, lo spazio della rappresentazione viene isolato addirittura dal pianeta Terra: siamo su un satellite orbitante.

Il parterre dei pazienti è quanto mai eterogeneo: c’è Jasmine (Alice Giroldini), una popstar dipendente da sesso e tranquillanti, in calo di consensi dopo aver espresso opinioni impopolari; una coppia omosessuale composta da Omar (Sergio Romano), cinico produttore di farine di insetti, incapace di staccarsi dal telefono e dagli affari e dal tenero compagno Patrizio (Roberto Serpi), logorroico, insicuro e desideroso di paternità; William (Ivan Zerbinati) è un misterioso creatore di fake news al servizio dei governi mondiali, accompagnato dal suo cameriere indiano Nat (Sebastiano Bronzato), giovane, idealista ed appassionato di etologia. A prendersi cura di loro, l'estroso psicologico Coach (Massimiliano Setti). Mentre i nostri si curano coltivando piantine e snocciolando i loro drammi esistenziali, il mondo, visto da un oblò, va a rotoli.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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