L’ERT ha regalato ai suoi abbonati, in modo specifico a quelli di Spilimbergo, un vero gioiello: ‘Così è se vi pare’ di Pirandello, con la regia di Geppy Gleijeses per Gitiesse Artisti Riuniti, che dopo le repliche milanesi e romane della scorsa stagione - già recensite con ricchezza di dettagli ed interessanti considerazioni su laPlatea.it - ha intrapreso una lunga tourneè, con alcuni cambiamenti nel cast ed aggiustamenti, pensiamo, nell’allestimento.
Uno dei punti forti dello spettacolo, infatti, avrebbe dovuto essere la partecipazione all’allestimento del video artist Michelangelo Bastiani, ma francamente, dopo aver visto i materiali che girano in rete relativi allo spettacolo, la sensazione è che, forse per ragioni tecniche o di spazi, questa parte abbia preso solo parzialmente forma. Se così fosse, nulla di grave: la regia scorre benissimo, gli specchi in scena sono comunque di grande efficacia, la comparsa e la scomparsa degli artisti dentro le loro cornici è intensa.
Pirandello è gia’ pregno di poesia, spunti, interrogativi e modernità da non risentire della mancanza di questa nuova lettura.
Se invece quello cui abbiamo assistito era realmente lo spettacolo originario, l’apporto dell’artista non è sembrata così stato sostanziale come si poteva immaginare dalla presentazione del lavoro, che parlava di ologrammi tridimensionali …. alti cinquanta centimetri’..
Unica osservazione: sarebbe stato bello che l’eventuale mancanza di una parte dello spettacolo fosse comunicata al pubblico, in segno di rispetto.
Perché gli spettatori del decentramento non meritano meno attenzione di quello dei grandi teatri.
Ma, nei fatti, comunque un grande spettacolo costruiti su più piani di lettura.
Appropriati gli interventi musicali di Teho Teardo ed efficaci le luci di Francesco Grieco che esaltavano sia il cromatismo dei costumi di Chiara Donato, che giocavano sia con i neri dell’abito della signora Frola, sia con le tinte sgargianti delle ‘signore pappagallo’ così ben descritte da Pirandello.
Di grande suggestione la scenografia di Roberto Crea, che costruisce un allestimento funzionale ma anche molto dotto: le mani della Signora Frola riprendevano nei momenti di imbarazzo o difficoltà la posizione della donna in ‘L’attesa’ di Casorati; gli specchi richiamavano la produzione di Alberto Savinio; persino le scrivanie, che mostravano i cassetti al pubblico invece che verso gli interpreti, citavano i lavori sull’inconscio di Dalì.
Molto suggestivo tutto, ma certamente il grande successo dello spettacolo è legato alla prova degli attori.
Tutti perfettamente in parte, sicuri e credibili.
Godibile il gruppo delle signore, alcune delle quali alla fine vestiranno il ruolo della Signora Ponza, che diventa apparizione velata: Giulia Paoletti, fresca e credibile come Dina; Stefania Barca, divertente Signora Sirelli, preoccupata di apparire all’altezza della situazione ; Giorgia Conteduca, capace di tratteggiare una Signora Cini pettegola e curiosa senza farne una esagerata macchietta; Vicky Catalano che è una pennuta ed arcigna Signora Nenni.
Le brave attrici riescono a calibrare gli interventi sia in veste solistica, sia quando si fanno gruppo, una sorta di Coro Greco frivolo e malevolo, che appare forzato ma non eccessivo.
Dal gruppo si distingue, per rilevanza scenica, Maria Rosaria Carli, la signora Agazzi, sicura e compiaciuta padrona di casa, dalla mimica facciale particolarmente convincente e dai toni della voce volutamente sopra le righe.
Walter Cerrotta è un brillante e divertente Commissario Centuri, che riesce a mantenere la componente stralunata in una vicenda decisamente complessa.
Efficaci e convincenti, sia nella recitazione che nella postura corporea, sia il signor Sirelli, con il suo bisogno di essere protagonista nonostante la sua marginalità sociale, benissimo pastellato da Antonio Sarasso; che il Prefetto autorevole di Claudio Mazzenga, che ha saputo calibrare con bravura le modalità di interazione con gli altri personaggi.
Luchino Giordana è il consigliere Agazzi, brillante e calibrato nei toni, elegante nella figura e ricercato nei modi.
Gleijeses è stato molto bravo nel costruire il blocco dei curiosi vicini, che spesso appaiono come un gruppo brulicante di voci malevole, una sorta di mostro a tante teste, in molti passaggi volutamente generico, anche stridente nei toni e nei volumi.
Altrettanto ricco il lavoro di cesello nei tre protagonisti, preziosamente attenti ad ogni singola parola, ad ogni tono, alla gamma delle sfumature.
Pino Micol, uno dei Grandi del teatro italiano contemporaneo, è il Signor Laudisi.
Elegante e sicuro nei movimenti, regala una figura disincantata, gioca con il centro dello strumento vocale riuscendo a mostrarsi distante sia dalla posizioni degli indiscreti curiosi, sia dal coinvolgimento emotivo alle vicende biografiche dei Ponza.
Guarda, quasi alter ego di Pirandello, senza sentire il bisogno di scendere in campo, pronto alla fine a chiudere con una risata la riflessione su cosa sia la verità.
Gianluca Ferrato è un coinvolgente Signor Ponza. Capace di passare con sicurezza da un registro all’altro, offre una grande prova d’attore, senza scivolare in stereotipi e facili pose per strappare applausi facili. Il suo è un uomo coinvolgente, che le vicende schiacciano e feriscono. Credibile quando piange, coinvolgente quando è iroso, comprensibile quando si ribella al Prefetto e commovente quando è costretto ad una rapida marcia indietro.
Straordinaria l’uscita di scena abbracciato alla Signora Frola, intima e lentissima, condivisione assoluta ed estrema di un segreto nascosto in quel gesto d’intesa e d’affetto.
Rimane Lei: Milena Vukotic.
Difficilmente si può pensare ad una interpretazione più raffinata, attenta, calibrata. Le parole dette da lai assumono un peso straordinario, evocano profumi, disagi, traumi, sacrifici.
Si fanno musica, soprattutto ritmo, che accompagna i movimenti: quello severo della schiena curva, quelli suadenti delle mani che si perdono del buio mentre la signora sparisce nell’oscurità dietro lo specchio, quello determinato dei passi infastiditi quando trova il coraggio, o forse la rabbia, per lamentarsi del trattamento che sta subendo.
La voce è utilizzata in tutta la gamma, dal sussurrio fino all’urlo dell’unico momento d’ira, forse di verità, della povera donna cui la verità sta cercando di rubare l’esistenza.
L’espressione del volto, che arrivava nonostante la distanza dal palcoscenico è una lezione, il racconto di cosa sia il teatro vero.
La Signora Vukotic ha dimostrato cosa siano la Passione e la Sensibilità, la Conoscenza e la Misura, regalando una delle più forti e credibili Signora Frola degli ultimi cinquanta anni e dimostrando, senza clamori e provocazioni, il suo essere una autentiche regine del palcoscenico italiano del Novecento ed oltre.
Alla fine applausi per tutti da un pubblico entusiasta e commosso.
Ancora una volta merita una riflessione ed un plauso grato l’azione dell’Ente Teatrale Regionale del Friuli Venezia Giulia che ha il coraggio di continuare con ostinazione a disseminare su un territorio fatto di piccoli teatri di provincia questi grandi gioielli che certamente faranno fiorire passione e luminosi ricordi in un pubblico sempre più coinvolto.
Gianluca Macovez
6 dicembre 2024
informazioni
Spilimbergo, Teatro Miotto, Stagione ERT 2024-25
“COSÌ È (SE VI PARE)”
di Luigi Pirandello
Signora Frola MILENA VUKOTIČ
Signor Ponza GIANLUCA FERRATO
Signor Laudisi PINO MICOL
Amalia Agazzi MARIA ROSARIA CARLI
Consigliere Agazzi LUCHINO GIORDANA
Dina GIULIA PAOLETTI
Signor Prefetto CLAUDIO MAZZENGA
Signor Sirelli ANTONIO SARASSO
Signora Sirelli STEFANIA BARCA
Signora Cini GIORGIA CONTEDUCA
Signora Nenni VICKY CATALANO
Commissario Centuri WALTER CERROTTA
Regia Geppy Gleijeses
Videoartist Michelangelo Bastiani
Scene Roberto Crea
Costumi Chiara Donato
Musiche Teho Teardo
Light designer Francesco Grieco
Produzione Gitiesse Artisti Riuniti
Spilimbergo5 dicembre 2024