Recensione di Genesiquattrouno, in scena al teatro Vascello dal 15 al 17 maggio 2015
Genesi 4
1 Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore».
2 Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore;
4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta,
5 ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
6 Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
7 Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo».
8 Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
Una culla nella quale crescere insieme, conoscere l’uno le paure, le pulsioni, i desideri dell’altro, una culla nella quale nascere e morire, se non del tutto almeno in parte, insieme. Con queste premesse comincia Genesiquattrouno, storia ragionata del primo fratricidio della cultura nostrana.
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