Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione de Il secondo figlio di dio in scena al Teatro Tor Bella Monaca il 16 e il 17 maggio 2015

Conosciuto dal grande pubblico italiano nelle veci di cantautore; premiato nel 2007 al festival di San Remo; capelli scuri, riccioli folti, occhiali da vista…

Avete capito di chi sto parlando?

Ebbene sì, è proprio Simone Cristicchi, autore dei tormentoni Vorrei cantare come Biagio e Ti regalerò una rosa, che si è esibito al teatro Tor Bella Monaca con l’anteprima (ancora in bozza) de Il secondo figlio di Dio.

E se vi dicessi che il Cristicchi ha calcato il palcoscenico in versione cantastorie e che ha anche riscosso un certo successo?

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Recensire Rezza, Antonio Rezza, è cosa ardua e va ammesso sin da subito. Come recensire, d'altronde, chi con l'arma del linguaggio, più che con quella della pura linguaI, chiamando in causa Saussure, si appropria magistralmente di palco, scena, pubblico e teatro tutto? Con quali armi descrittive, ipotattiche e paratattiche descrivere e incastrare su carta lui che, incastrato e disincastrandosi dalla magnifica scenografia di teli e quadri di stoffa, preparata a puntino, come sempre, dalla sodale Flavia Mastrella, dinoccolato e armonioso nel suo stesso schizzare da un lato all'altro del palco, sfugge, appare, scompare e riappare sotto, sopra, a destra e dietro la trama stessa? La trama, già. La trama è Rezza stesso, come il titolo del suo spettacolo, opera del 1998 e riproposta il giorno 16 Maggio presso il teatro Comunale J.P. Velly di Formello, cita apertamente e senza nascondere nulla: semplicemente Io.

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Polonia, 1981, in pieno regime sovietico ma con lo sfondo l'avvento, lo sviluppo e l'irruente forza socio-culturale del fenomeno Solidarność, Zbigniew, Pavel e Vitek, in trasferta a Londra, in meno di un mese devono ristrutturare l'appartamento del signor Molarek: un funzionario, o meglio, un burocrate intrallazzatore del Ministero dell'Industria di Varsavia. I tre viaggiano con documenti falsi e senza permesso di soggiorno. Nonostante l'alto rischio, accettano sapendo che la loro ricompensa al rientro sarà una bella casa e il tanto desiderato orologio di marca. Insomma, una storia, una trama semplice come molte e d'altronde questo è quanto lo spettatore sa: tre operai che, per soldi e per evadere anche solo per un attimo, dalla loro monotona e grigia vita di fabbrica, si allontano dalle vicende che segneranno un importante e profondo pezzo di storia della Polonia, forse illudendosi un po' di poter scappare dalla realtà. 

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Recensione Absolute Beginners in scena al Teatro Due dal 14 al 15 maggio 2015

 


"Se noi ombre vi siamo dispiaciuti,

immaginate come se veduti 

ci aveste in sogno, e come una visione 

di fantasia la nostra apparizione. 

Se vana e insulsa è stata la vicenda, 

gentile pubblico, faremo ammenda; 

con la vostra benevola clemenza, 

rimedieremo alla nostra insipienza. 

E, parola di Puck, spirito onesto, 

se per fortuna a noi càpiti questo, 

che possiamo sfuggir, indegnamente, 

alla lingua forcuta del serpente, 

ammenda vi farem senza ritardo, 

o tacciatemi pure da bugiardo. 

A tutti buonanotte dico intanto, 

finito è lo spettacolo e l’incanto. 

Signori, addio, batteteci le mani, 

e Robin v’assicura che domani 

migliorerà della sua parte il canto."                                                                   

 

(William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate, 1600)

 


Principianti al principio di qualcosa, che è il cammino solitario attraverso l'oscurità delle tenebre che porterà, inesorabilmente, alla luce del luogo di (ri)fondazione che inevitabilmente ognuno porta con se, dentro di se.
Un esplorare lo spazio esteriore che diviene una ricerca nello spazio interiore; una ricerca dell'essenza di se stessi e della/e chiave/i di interpretazione della realtà contingente esterna, un po' come aprire la porta e varcare la soglia della quarta dimensione infilando nella toppa della serratura un nastro di Möbius.

Il tempo va fuor di sesto; perde ogni riferimento e l'ordine di successione degli eventi non segue più un percorso lineare ma passato presente e futuro si incontrano scontrano annullano sovrappongono.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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