Recensione dello spettaccolo Viaggio verso Itaca in scena al teatro dell'Orologio dal 3 all'8 novembre 2015
E' in scena al teatro dell'Orologio, in prima nazionale, lo spettacolo Viaggio verso Itaca di Selene Gandini.
Il punto di vista da cui abbiamo modo di rivedere narrato il viaggio più famoso della mitologia è uno sguardo al femmnile: le donne che hanno incontrato Odisseo durante la sua lunga peregrinazione raccontano i sentimenti che le hanno legate a quell'uomo.
Così il percorso che ci conduce alla visione dello spettacolo prelude ancor prima di iniziare all'ambientazione che vedrà protagoniste le 4 donne; infatti nel corridoio che porta alla sala Orfeo, in cui si assiste allo spettacolo, sono presenti immagini e versi poetici che riecheggiano Itaca.
L'intento è ben dichiarato: si entra in una dimensione onirica attraverso dei passi sulla sabbia, morbide onde che ci accompagnano e corpi femminili che indicano la direzione da intraprendere.
Lo spettacolo si apre con Penelope, la donna che della sua pena ha dato prova di eccellenza e virtù e che per anni ed anni ha atteso il ritorno del suo uomo. Il canto sospirato e tormentato della donna in greco antico è una preghiera che sembra rivolgere al marito lontano e che invece attira le altre figure femminili con cui lui ha condiviso pensieri, passioni e desideri.
In realtà, dato che all'invocazione non risponderà mai una voce maschile, decidiamo di credere alle parole di queste donne e, a conferma di quanto raccontano, non può che risultare congrua e verosimile all'immagine che ci è stata tramandata; quindi rivediamo di Ulisse lo spirito passionale, l'astuzia, il coraggio, la malinconia, in breve tutta la sua umanità.
L'essere... umano che è caratteristica precipua del nostro eroe fa nascere il dibattito tra le donne che con i rispettivi aneddoti ne contendono l'intimo possesso. Eppure dall'eroe omerico parte solo lo spunto per parlare di “se”, di come entrando nelle loro vite abbia dato l'avvio a un nuovo corso al loro viaggio esistenziale.
Circe, interpretata da Claudia Salvatore, con il vigore dei suoi movimenti e l'accento delle sue parole, imprime l'immagine di una maga superba e vanesia, abile nelle sue arti ma sensibile al fascino della caducità umana.
Calipso è Caterina Gramaglia che con il suo canto leggiadro e suadente continua a tentare gli uomini che approdano sulle sponde dell'isola di Ogigia in cui è costretta a nascondersi perennemente innamorata.
Nausicaa è invece Carlotta Piraino che interpretando l'ospitale figlia di Alcinoo, esprime con maggiore vigore la gioia di essere partecipe del viaggio esplorativo e catartico di Ulisse poiché lo accoglie, lo rifocilla, lo ama e lo arma per poter ripartire.
Infine Penelope è Alessandra Salamida, la forte e corteggiata moglie affranta per la distanza che la separa dal suo uomo e arresa al Fato che lo ha portato ad amare altre donne. In lei non sembra quasi manifestarsi lo stesso accanimento con cui le altre provano a detenerne il controllo ma forse solo perché lei sa già che in fine tornerà tra le sue braccia.
Ci chiediamo ancora una volta cosa rappresenta Itaca; il rientro in una terra che è partenza? Percorso? Approdo? Un viaggio lungo una vita di una e più esistenze?
La regia di Selene Gandini,oltre che al progressivo e articolato modo con cui muove le attrici in scena, si avvale di evocative digressioni audiovisive in cui vengono proiettati gli antefatti degli episodi narrati.
Con la sinergia tra canto, danze e recitazione e il dialogo tra diverse forme espressive riviviamo il viaggio di un uomo per bocca dell'universo femminile che lo ha sospirato e di cui ci resta solo il dubbio di cosa avrebbe risposto.
Silvia Doria
6 novembre 2015