Recensione di Cyrano de Bergerac, in scena al teatro Parioli Peppino de Filippo dal 3 all’8 novembre 2015
La storia di Cyrano de Bergerac, uomo libero, colto, poeta, ammaliatore e grande amatore anima in questi giorni le scene al teatro Parioli Peppino de Filippo.
La Compagnia Gank, guidata dalla regia di Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga, porta sul palco una versione della commedia di Rostand che lascia la platea piacevolmente sorpresa. I Cinque atti della versione originale diventando due, ma si mantengono i versi. In un’epoca nella quale cosa rara è diventata la comprensione perfino della prosa, l’idea di recitare in versi funziona e piace al pubblico.
Davanti a noi dieci attori, numero importante al giorno d’oggi, tutti interpreti di una grande performance. La quarta parete viene infranta, gli attori usano il teatro, tutto, per dare maggior spazio e movimento all’opera. La scenografia è essenziale: un palco, posto sul palco stesso, in grado di modulare le diverse scene aprendo verticalmente le sue porte. Si tratta di porte proiettate verso il cielo, rese più raffinate dalla potenza del testo che lascia viaggiare l’immaginazione ben oltre i confini della volta celeste. Le musiche di Andrea Nicolini riempiono sapientemente gli spazi vuoti ricreando con armonia le atmosfere della Francia del 1600.
Antonio Zavatteri è un Cyrano de Bergerac, istrionico, sagace e che nulla teme, nemmeno cento nemici, eccezion fatta per sé stesso e ciò che è in grado di provare. Quella di Rostand è una storia che ben fa riflettere, a secoli di distanza, sulle superficialità dell’uomo, incapace talvolta di guardare ed accettare sé stesso per quello che è, talaltra incapace di guardare l’altro oltre il suo mero aspetto esteriore ed amarlo per ciò che veramente è.
Non è mai facile confrontarsi con un classico come questo, ma questa volta il risultato è ottimo e lo testimoniano i lunghi applausi della platea al termine delle pièce.
Enrico Ferdinandi
6 novembre 2015
Informazioni
Teatro de Gli Incamminati - Compagnia Gank
Zavatteri, Serpi, Arcuri, De Gaudio
CYRANO DE BERGERAC
scene e costumi Guido Fiorato
luci Sandro Sussi
musiche Andrea Nicolini
regia Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga