Martedì, 04 Marzo 2025
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‘Il Pipistrello’ vola alto al teatro Giovanni da Udine

Recensione di ‘Il pipistrello’ al Giovanni da  Udine

 

Il Teatro Giovanni da Udine ha proposto una nuovissima edizione di  ‘Il Pipistrello’

Non facile parlare di Operetta in Italia.

Perché i finanziamenti non ci sono e  quando per qualche ragione riescono ad arrivare sono pochi.

Perché le fondazioni raramente inseriscono titoli  di operetta nella stagione e quando lo fanno viaggiano con criteri  non sempre condivisibili, come le edizioni in lingua originale che impediscono l’interazione con il pubblico oppure con riletture registiche francamente discutibili.

Perché esistono due grandi esperienze in Italia, che si sono volute far morire, come Palermo e Trieste, che avevano dei Festival autentici, con grandi interpreti, ma anche mostre, convegni, conferenze, incontri, per per far conoscere il senso profondo di  questo genere e con le quali era quasi impossibile reggere il confronto. Quasi dei fantasmi incombenti che spingevano, assurdamente, a rifuggire dal paragone.

Il risultato, spesso ma per fortuna non sempre,  è stato che la sopravvivenza della ‘piccola opera’, che piccola non dovrebbe essere per nulla, è stata affidata a compagnie di giro, frequentemente più vicine però all’avanspettacolo, oppure a gruppi di appassionati cultori, chiamati a confrontarsi con budget inadeguati, cast volenterosi ed allestimenti approssimativi.

Assegnare anche l’Operetta alla gestione Cedolins, per Udine, è stata proprio per tutte queste ragioni una scelta coraggiosa e per la quale va reso merito alla direzione del teatro.

Al ‘Giovanni da Udine’ è andato in scena un allestimento decisamente apprezzabile del titolo di Strauss, che dopo l’anteprima assoluta friulana inizierà una tournée in tutta Italia.

Per stessa ammissione del regista Alessandro Brachetti, lo stimolo a produrre uno spettacolo così è venuto dalle richieste, che forse erano le condizion per andare in scena, imposte dalla direzione artistica udinese, ma certo è che la sfida è stata vinta.

Grazie ad un allestimento elegante, alla presenza di un’orchestra e di un coro, a dei cantanti validi, al punto che nei passaggi cantati avremmo preferito non fossero amplificati per gustarne tutti i pregi vocali.

Artemio Cabassi, uomo di teatro attento ed affidabile, realizza delle scene di elegante semplicità, funzionali perchè facili da trasportare, importanti perchè di buon gusto e raffinate nel decoro.

A dimostrare che per realizzare uno spettacolo di classe ci vogliono prima di tutto passione ed idee, doti che a Cabassi, autentica pietra miliare dello spettacolo italiano, non sono mai mancate.

Dal punto di vista musicale, la concertazione sicura del Maestro Stefano Giaroli era corretta e funzionale. Siamo davanti ad un musicista dalla lunga esperienza, che dirige sia melodramma che operetta e vanta una carriera non solo nazionale.

Conosce bene le caratteristiche di questo genere e riesce a far rendere al meglio le potenzialità dell’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane che, nonostante la formazione a ranghi ridotti,  è all’altezza della situazione.

Anche del Coro dell’Opera di Parma c’è una selezione: ventidue artisti, che cantano  correttamente e, ben mossi dalla regia, sanno riempire il palcoscenico.

L’overture viene diretta a teatro illuminato a giorno. Probabilmente per poter proiettare una sagoma del pipistrello, ma a noi piace pensare che sia un messaggio alla sala, peraltro decisamente piena, nonostante la concomitante recita del Trittico a Trieste e le tante feste carnevalizie disseminate sul territorio: un modo per ricordare che ‘Il Pipistrello’ è prima di tutto grande musica, ma anche incontro fra palco e platea, compartecipazione, condivisione.

Un sorta di manifesto di intenti, che l’esito della serata dimostrerà raggiunti, anche grazie all’adattamento del libretto, realizzato con garbo e misura da Silvia Felisetti, peraltro anche credibile  e piacevole nel ruolo di Ida, con Alessandro Brachetti, vero deus ex machina, visto che oltre che il ruolo di regista indossa anche i panni dal Dottor Falke e di Frosh.

Cesella due ruoli godibilissimi, grazie ad una mimica   arguta, tempi teatrali infallibili, un  buon uso della voce.

A lui anche il grosso merito di non strafare, di mantenere chiaro l’obiettivo del saper far ridere e sorridere con classe, senza abbassare mai l’asticella per elemosinare un applauso, giocando con la contemporaneità sempre con gusto.

Certo è operetta, certo il pubblico deve divertirsi, ma in questa serata lo ha  fatto senza scivolare mai nella grossolanità,  nelle allusione, nel dubbio gusto.

Merito importantissimo se si vuole lavorare per far tornare l’operetta ai giusti fasti.

Il clima sicuramente non ha risparmiato la compagnia e così prima dello spettacolo viene annunciato che la parte di Rosalinde sarà interpretata da Scilla Cristiano.

Il soprano, coinvolta poche ore prima, sa inserirsi con sicurezza nella storia, dimostra buona padronanza vocale e grande scioltezza scenica. All’inizio in qualche passaggio viene coperta dall’orchestra, ma prese le giuste misure consegna un ruolo compiuto e si destreggia molto bene anche nei pezzi d’insieme, ottenendo alla fine un amplissimo consenso dal pubblico.

La coppia degli Eisenstein è accomunata dall’emergenza: per interpretare Gabriel è arrivato, a sostituire il collega previsto, Alessandro Fantoni. Tenore dalla carriera solida, che ha appena smesso i panni di Manrico in Spagna, affronta il ruolo con bel timbro, acuti sicuri, buona musicalità, ma anche notevole verve scenica, aiutato anche da una figura elegante che i bei costumi, sempre di Cabassi, esaltano.

Al suo fianco l’inetto Dr Blind, un avvocato incapace,  dalla pronuncia volutamente ridicola, che sussurra ovvietà e riesce ad essere inutile. Ruolo divertente, proposto con ironia da Simone Mastria.

Fulvio Massa è un baritono dalla carriera quasi trentennale, vero specialista dell’operetta.

Disegna un direttore della prigione elegante, complice una figura atletica ed un portamento aristocratico, che tiene la scena con sicurezza  e dimostra di possedere mezzi vocali importanti.

Danilo Formaggia è tenore dalla carriera lunga e gloriosa. Nel suo repertorio ci sono Alfredo e Don Jose, Tamino e Don Ottavio, Mario Cavaradossi ed il Duca di Mantova. Uno spasso vederlo prendere in giro il tenore Alfred, infiorettato di luoghi comuni e stereotipi, lanciando acuti pieni, ma irrimediabilmente inutili per arrivare al cuore di Rosalinde.

Il Principe Orlofsky ha le forme e la voce di Anna Malavasi, interprete famosa, che ha cantato nei principali teatri italiani dal Petruzzelli all’Arena di Verona, dall’Opera di Roma al San Carlo, senza dimenticare i tanti successi all’estero.

Si è messa in gioco con ironia ed ha dato forma ad un equivoco nobile, dalle forme avvenenti, ma dalle note basse profondissime, alternate ad acuti che partivano come dardi. La sorpresa è arrivata dalla recitazione: cantava, ballava, si dimenava, si agitava, sempre con assoluta aderenza alla musica e grandissima verve, riuscendo anche a superare le criticità di un microfono un po’ bizzoso.

Chiudeva il cast un nome da tenere d’occhio: il giovane soprano georgiano Lina Tsiklauri, dalla figura avvenente , un accento non troppo marcato che aiutava a tratteggiare il personaggio ed voce ricca di colori, sicura nelle agilità ed appropriata negli acuti, che le ha permesso di dare il meglio nell’  aria del secondo tempo : ‘Incredibile , formidabile’.

Alla fine grandi applausi per tutti, con numerosissime chiamate al proscenio .

Certamente non abbiamo assistito ad una messa in scena musicalmente rigorosissima o ferreamente filologica, ma ad una garbata e riuscitissima messa in scena di una operetta ben adattata e ben realizzata. Speriamo che questo sia il primo passo per una rinascita di questo genere e riconosciamo al ‘Giovanni da Udine’ il merito di essersi mosso con coraggio nella giusta direzione.

 

 

Gianluca Macovez

4 marzo 2025

 

informazioni

Udine, teatro Giovanni da Udine, 2 marzo 2025

 

IL PIPISTRELLO

Operetta in tre atti di Carl Haffner e Richard Genée 

musica di Johann Strauss

traduzione italiana L. Zambianchi   adattamento di S. Felisetti e A. Brachetti

 

personaggi e interpreti: 

Gabriel von Eisenstein                Alessandro Fantoni

Rosalinde, sua moglie                 Scilla Cristiano                  

Dr. Falke, detto il Pipistrello       Alessandro Brachetti

Principe Orlofsky                        Anna Malavasi

Adele, cameriera di Rosalinde    Lina Tsiklauri

Alfred, cantante italiano             Danilo Formaggia

Frank, direttore della prigione    Fulvio Massa

Dr. Blind, avvocato                     Simone Mastria

Ida, sorella di Adele                   Silvia Felisetti

Frosh, carceriere                       Alessandro Brachetti

 

danzatori Silvia Caprini e Brenno Simonetti

Coro dell’Opera di Parma

Orchestra Cantieri d’Arte

Stefano Giaroli direttore

scene e costumi Artemio Cabassi

realizzati da Arte Scenica Reggio Emilia

regia Alessandro Brachetti

produzione Compagnia Teatro Musica Novecent

 

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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