Martedì, 26 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo I fratelli Karamazov, in scena al Teatro Eliseo dal 5 al 17 febbraio 2019

 

Non è la prima volta che la compagnia Mauri-Sturno porta in scena la (dis)umanità dei personaggi di Dostoevskij. Dopo L’idiota e Delitto e castigo tocca a I fratelli Karamazov: la più grande delle opere letterarie dello scrittore russo.

Non è la prima volta neppure per Glauco Mauri che, già nel lontano 1952, interpretava un giovanissimo Smerdjakov, il quarto e più disturbato dei fratelli Karamazov; mentre, oggi, a distanza di sessantasette anni, si agita divinamente nei panni di Fëdor Pavlovič: il padre abietto, dissoluto e buffone che ricorda come il genere umano, capace di compiere azioni meravigliose, scelga spesso e volentieri di dare il peggio di sé.

Recensione di Tutto da sola in scena al Teatro Altrove il 9 e il 10 febbraio 2019, di e con Giulia Nervi, regia di Massimiliano Vado

 

Rosso è il colore prevalente dei costumi di Giulia Nervi, delle luci, della poltrona, delle scatole presenti in scena, tutto sembra tinto di questo colore che evoca l’amore.. Il monologo in scena nasce infatti proprio da questa domanda: “Ma che cos’è l’amore?” A risponderci all’inizio sono le voci registrate di adulti e bambini che si mescolano tra loro dandoci le versioni più dolci e delicate di questo sentimento, ma Grazia Cotugno, la presentatrice della trasmissione a puntate “Appuntamento con l’amore”, ossia il personaggio interpretato dalla Nervi, ci riporta ad un brusco risveglio: il suo fidanzato Walter l’ha lasciata e lei non riesce a rassegnarsi.

Recensione dello Spettacolo Love’s Kamikaze in scena al Teatro Marconi dal 7 al 17 febbraio 2019

 

Naomi (Giulia Fiume) e Adbul (Marco Rossetti) sono innamorati. Naomi è ebrea, Abdul palestinese.  Vivono a Tel Aviv, s’incontrano segretamente nei sotterranei dell’Hotel Hilton per cui lavorano entrambi. Fuori, in superfice, lo scenario è apocalittico. Ma lì, in quel bunker immune da preconcetti e fondamentalismi, i due giovani si amano e si confrontano. La scena di Eleonora Scarponi è una camera scialba e buia: un letto, un tavolo, un fornelletto e poche carcasse di elettrodomestici sparse.

Recensione dello spettacolo L’uomo, la bestia e la virtù in scena al Teatro Brancaccino dal 7 al 17 febbraio 2019 

 

“Esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi, fuori, bianchi come colombi, in corpo fiele, in bocca miele”. Il senso del pensiero pirandelliano è perfettamente racchiuso qui nelle parole che il professor Paolino dice ai suoi due allievi mentre spiega il significato del termine greco upocritès.  Ed è questo uno dei temi essenziali di tutta la produzione letteraria e teatrale di Pirandello: il conflitto tra la maschera sociale che tutti indossiamo e l’autenticità dell’io. Nella commedia L’uomo, la bestia e la virtù, cotto la lente d’ingrandimento c’è il  matrimonio e il perbenismo, l’ipocrisia, la facciata su cui spesso si fonda. In un crescendo di allusioni, ammiccamenti, non detti viene costruita una drammaturgia solo sulla superficie comica, ma densa di significati e di problematiche inerenti l’identità dell’uomo contemporaneo.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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