Martedì, 05 Novembre 2024
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Recensione dello Spettacolo Love’s Kamikaze in scena al Teatro Marconi dal 7 al 17 febbraio 2019

 

Naomi (Giulia Fiume) e Adbul (Marco Rossetti) sono innamorati. Naomi è ebrea, Abdul palestinese.  Vivono a Tel Aviv, s’incontrano segretamente nei sotterranei dell’Hotel Hilton per cui lavorano entrambi. Fuori, in superfice, lo scenario è apocalittico. Ma lì, in quel bunker immune da preconcetti e fondamentalismi, i due giovani si amano e si confrontano. La scena di Eleonora Scarponi è una camera scialba e buia: un letto, un tavolo, un fornelletto e poche carcasse di elettrodomestici sparse.

Recensione dello spettacolo L’uomo, la bestia e la virtù in scena al Teatro Brancaccino dal 7 al 17 febbraio 2019 

 

“Esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi, fuori, bianchi come colombi, in corpo fiele, in bocca miele”. Il senso del pensiero pirandelliano è perfettamente racchiuso qui nelle parole che il professor Paolino dice ai suoi due allievi mentre spiega il significato del termine greco upocritès.  Ed è questo uno dei temi essenziali di tutta la produzione letteraria e teatrale di Pirandello: il conflitto tra la maschera sociale che tutti indossiamo e l’autenticità dell’io. Nella commedia L’uomo, la bestia e la virtù, cotto la lente d’ingrandimento c’è il  matrimonio e il perbenismo, l’ipocrisia, la facciata su cui spesso si fonda. In un crescendo di allusioni, ammiccamenti, non detti viene costruita una drammaturgia solo sulla superficie comica, ma densa di significati e di problematiche inerenti l’identità dell’uomo contemporaneo.

Recensione dello spettacolo La vita secondo John Cusack, di Paola Moretti con Flavia Germana De Lipsis, Natalìa Magni, Leonardo Santini. Regia di Pietro Dattola. In scena al Teatro Trastevere Dal 7 al 10 Febbraio 2019

 

Il passato ritorna nel presente riproponendo, come un conto rimasto aperto, ciò che allora non ha trovato compimento. I baci, le carezze, le parole di sostegno e di conferma che non abbiamo ricevuto condizioneranno la percezione che si ha di se stessi e del mondo. Poco importa se abbiamo capito male, se non era quello ciò che il messaggio materno voleva restituire, perché ormai, nel troppo tardi, ci si è trovati da soli la risposta per quelle carezze mai arrivate. Una madre e una figlia adottata, Shantel, incapaci di relazionarsi e di instaurare nel qui ed ora un rapporto di vicinanza, risentono di tutto ciò che è mancato nel loro passato relazionale.

Recensione dello Spettacolo Viktor Und Viktoria in scena al Teatro Quirino dal 5 al 17 febbraio 2019

 

Il sipario si apre su Berlino, al tramonto della Repubblica di Weimar e nel fermento dell’ascesa nazionalsocialista. Susanne Weber (Veronica Pivetti), attrice di provincia, giunge in città in cerca di fortuna e successo. Susanne è poco procace, longilinea, ha la voce un po’ roca e non possiede i tratti canonici dell’attrice, ma gode di grande talento. Vito Esposito (Yari Gugliucci), collega e compagno di sfortune e miseria, studierà uno stratagemma per rendere ricchi e felici entrambi.

Susanne diventerà Viktor und Viktoria, un affascinante e talentuoso en travesti. I due verranno scritturati dalla Baronessa Ellinor Von Punkertin (Pia Engleberth). La compagnia, di cui fanno parte inoltre la ballerina Lilli Schulz (Roberta Cartocci) e l’attrezzista Gerhardt (Nicola Sorrenti), riscuoterà grande successo in tutta Europa.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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