Lunedì, 25 Novembre 2024
$ £

Recensione dello spettacolo Nuoce gravemente alla salute in scena al Teatro Trastevere dall’11 al 16 febbraio 2020

 

La società è malsana e i mali che genera inesorabilmente ci raggiungono, ci atterrano fino a prendere il sopravvento su di noi, è a questo punto che iniziamo ad agire presi da un’inesorabile follia. Questa follia prende il controllo della nostra mente e delle nostre vite e iniziamo a comportarci verso gli altri senza realmente pensare a ciò che stiamo facendo, diventiamo degli zombi viventi nel disperato tentativo di restare a galla e cercare di sopravvivere al malessere sociale che incombe e tutto avvolge. Ecco allora che quelle ‘relazioni’ e quei ‘rapporti’ che si crede di instaurare col prossimo, si rivelano mere chimere, superficialità con cui ci si illude di lasciare negli altri un segno di sé stessi. L’essere umano odierno è destinato a sentirsi inadeguato a ricoprire qualsiasi ruolo gli imponga la società, finendo con il diventare un nulla, fatto di un assordante vuoto a rendere che non lascia spazio alla vita vera. 

Recensione dello spettacolo Giusto la fine del mondo, in scena al Teatro Piccolo Eliseo dal 13 Febbraio al 1° marzo 2020

 

A volte ritornare a casa può non essere una buona idea.

Louis (Alessandro Tedeschi) se n'era andato molti anni prima, quasi senza lasciare traccia. Ci torna quando, a quasi 34 anni, sta per morire. Li ritrova tutti lì. La madre Martine (Anna Bonaiuto), la sorella Suzanne (Angela Curri), il fratello Antoine (Vincenzo De Michele): i membri della sua famiglia, chiusi nella scatola di casa, immobili, quasi fossilizzati. Unica novità la cognata Catherine (Barbara Ronchi). Louis è lì per annunciare ai familiari il suo destino, cui vuole dare un senso con quel gesto. Ma non riuscirà nel suo intento. All'interno della casa viene travolto da un mare di parole che tutti, a turno, gli riversano addosso, lasciando libero sfogo alle loro frustrazioni. Louis, con il suo segreto, andrà via di nuovo. Questa volta definitivamente.

Recensione dello spettacolo Le comari di Windsor, di William Shakespeare. Adattamento di Edoardo Erba. Regia di Serena Sinigaglia. In scena al Teatro Sala Umberto dal 11 al 16 Febbraio 2020

 

Un brivido..cosa c’è di più importante? Specie se proibito ed inaspettato, che interrompa l’uguaglianza dei propri giorni autorizzando nascostamente a sognare, anche senza agire… Comare Meg Page ( Annagaia Marchioro) e Comare Alice Ford ( Virginia Zini) ricevono da parte di Sir John Falstaff, un vecchio “bacucco che fa il cascamorto” dalla dubbia morale, la medesima lettera adulatrice e di corteggiamento nella quale vengono cambiati solo i nomi delle destinatarie. Mosso non certo da amore nè da bramosia per le carni, lo scopo del Cavaliere è quello di sistemarsi economicamente dopo essersi ridotto in rovina. Certamente offese, ma segretamente ridestate nello spirito e nelle carni, esse decidono di punire la totale mancanza di rispetto di Falstaff per il quale una donna sembra valere l’altra..purchè ricca. Con la complicità di Quickly (Chiara Stoppa), la “ruvida” domestica a servizio di casa Page, la signora Ford comunica al Cavaliere la propria disponibilità ad accoglierlo in casa propria ad orario prestabilito.

Recensione de Il mio nome è Caino in scena al Teatro Brancaccino dal 30 gennaio al 9 febbraio 2020

 

Istintivamente siamo portati a tenerci lontani dal male soprattutto nelle sue manifestazioni più estreme come nel caso della spietatezza e della crudeltà insita nell’agire mafioso. Lo scrittore Claudio Fava nel suo romanzo degli anni ’90, Il mio nome è Caino, ha tentato di scandagliare questa forma di male estremo attraverso un’operazione coraggiosa: assumere il punto di vista di un crudele mafioso, un assassino seriale che considera uccidere, il suo mestiere. Ninni Bruschetta traendo nutrimento dal testo di Fava, con la regia di Laura Giacobbe, costruisce una pièce teatrale con un monologo di circa un’ora accompagnato dalle note al pianoforte di Cettina Donati. Il nostro Caino ci trasporta nel suo mondo interiore, raccontandoci la sua storia dalle origini e oscillando tra momenti in cui rilascia dichiarazioni ad un processo e storie di vita vissuta. Il luogo e il tempo del processo non è meglio specificato, sembrerebbe infatti un tribunale simbolico in cui il giudice è la propria coscienza.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori