Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo #LOSTUPRODILUCREZIA in scena al Globe Theatre dal 29 settembre al 1 ottobre 2020

 

Giovanna Reggiani è morta in ospedale il 31 ottobre 2007, appena ventiquattrore dopo l’aggressione. Oggi, a tredici anni dalla scomparsa, la sua storia rivive nel mito di Lucrezia, nei versi di Shakespeare e sul palcoscenico del Globe. 

È nello spazio che precede il teatro e lo spettacolo vero e proprio che scopriamo la sua storia e quella di altre donne vittime di violenza e abuso come lei. In realtà sono storie note: pagine e pagine di cronaca nera e giudiziaria ce le hanno raccontate; ma, per un paio di notti, rivivono negli occhi, nelle fattezze e nelle voci delle sette donne scelte da Marco Carniti per #LOSTUPRODILUCREZIA. 

Un titolo che è un hashtag. Un hashtag che è una denuncia social(e), che unisce in un coro univoco le donne di ogni epoca e nazionalità. E in effetti, come lo stesso regista spiega poco prima di andare in scena, non è una casualità che le attrici selezionate per questo progetto laboratoriale siano di nazionalità diversa. Sette interpreti, più che semplici attrici, ciascuna con una formazione artistica differente e poliedrica, che in un tribunale immaginario raccontano, denunciano e chiedono giustizia per Lucrezia e, simbolicamente, per tutte le donne che Lucrezia rappresenta. 

Recensione del Festival di Improvvisazione Teatrale “Garbatella Impro Festival”, andato in scena da venerdì 11 a domenica 13 settembre 2020 nel quartiere Garbatella in Roma.

 

 

È in atto qualcosa che non può essere castigato contro il muro dell’indifferenza, qualcosa che merita d’essere oggetto di ammirevole attenzione.

Cosa fa il teatro oggi?

Cos’è il teatro oggi?

Ma soprattutto: si può ancora parlare di teatro, oggi?

Probabilmente, per quest’ultima domanda le risposte valide sono, in egual misura, due.

No, almeno per ora; almeno non nei termini con i quali ci si è affezionati a parlare e fruire di teatro.

Sì, a condizione di disimpegnarsi dal suo canonico paradigma e nell’accettazione di una nuova genesi di “manufatti teatrali” che nella piena responsabilità di persistere all’imprevedibilità e all’indefinitezza degli eventi storici, mutuano forma fin tanto da demistificare, sotto alcuni aspetti, la propria originaria definizione. E sì, è esattamente questo che sta avvenendo. 

Recensione dello spettacolo La dodicesima notte, in scena al Globe Theatre di Roma dal 11 al 27 settembre 2020

 

La formula Globe funziona. L'intuizione di rendere fruibili a vaste platee i testi shakespeariani, senza snaturarne minimamente lo spessore e la preziosità, ma arricchendoli con allestimenti di immediata presa, continua a produrre spettacoli godibili come questa “La dodicesima notte”, in scena fino al 27 Settembre al Globe Theatre. La regista Loredana Scaramella, più degli altri colleghi che in questi anni hanno operato al teatro di Villa Borghese, ha contribuito a creare uno standard, con spettacoli di grande successo, come “Molto rumore per nulla”, “La bisbetica domata” e “Il mercante di Venezia”. Gli ingredienti si ripetono: una inesauribile creatività nel comporre le scene e nel servirsi degli strumenti tecnici, l’accentuazione dei momenti comici con copioso utilizzo della gag, il contributo del commento musicale. Anche la ricetta più gustosa, all’ennesimo assaggio, può giungere a noia. Ma, e questo è il grande merito della regista, anche stavolta non è così. Tutte le soluzioni denunciano la sua sfrenata e gioiosa inventiva. 

Recensione teatrale dello spettacolo L’amore indagato. Omaggio a Raffaele La Capria. Regia di Pierpaolo Sepe, Teatro comunale di Todi 

 

Dalle dolci note finali di una chitarra acustica emergono dall’intimità di una calda penombra le figure di Ida De Benedetto e Marta Bifano. Omaggiare lo scrittore napoletano Raffaele La Capria con un reading estratto da “L’amorosa inchiesta” è l’obiettivo: aver emozionato è stato l’effetto. Quando si raccontano con delicatezza i vissuti dell’umano sentire, come La Capria in “Lettera a Elène”, sfumano le differenze individuali e quel racconto intimo e personale diviene il nostro racconto. Il testo infatti è una vibrante lettera che l’autore “indirizza” al primo amore adolescenziale mancato, Elène, per spiegarle il perché della loro fine.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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