Lunedì, 25 Novembre 2024
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Recensione dello spettacolo Sarti mortali in scena al Teatro San Luca il 24,25,26 e 31 gennaio e il 1, 2, 7, 8 e 9 febbraio 2020

 

Quando Feydeau metteva in scena per la prima volta la sua ‘Sarto per signora’ correva l'anno 1886 e mai il drammaturgo francese avrebbe pensato che al suo testo potesse essere ispirata la commedia in tre atti che la compagnia Helsingor ha portato in scena sul palco del teatro romano di via Da Ceri. Pur attingendo a piene mani dal testo originario e ispirandosi a quelle situazioni comiche che hanno reso celebre Feydeau, l’operazione effettuata dai tre autori (Francesco Gentile, Simone Pigna e Federico Cirillo) è stata quanto mai indovinata nel momento in cui hanno ben pensato di attribuire ai personaggi un’anima più moderna trovando nella commedia sexy all’italiana degli anni 70 il mezzo con cui riuscire a colpire il pubblico odierno. Facile quindi vedere ricreare sul palco quelle situazioni, battute e rivivere le atmosfere tipiche dei film con Alvaro Vitali, Lino Banfi o Gianfranco d'Angelo. 

Recensione di Figlie di E.V.A. in scena al Teatro Sala Umberto dal 21 gennaio al 9 febbraio 2020

 

EVA: l’acronimo di Elvira, Vicky, Antonia. Dal titolo già si evince che si tratta di una pièce in cui sarà scandagliato il variegato e complesso mondo femminile. Proviamo a guardarlo da vicino. Chi sono Elvira, Vicky e Antonia? Tre donne che rappresentano 3 universi femminili alquanto differenti ma, sostanzialmente, con numerosi punti di contatto. Diverse per interessi, formazione, atteggiamenti, ma simili nell’essenza femminile, nel bisogno di affermazione e di essere apprezzate ed amate. Le tre protagoniste conducono stili di vita in parallelo, ignorando l’una l’esistenza dell’altra, come sottolinea anche la divisione dello spazio scenico in 3 aree contigue ma non comunicanti.

Recensione dello spettacolo Le braci, in scena al Teatro Piccolo Eliseo dal 23 gennaio al 9 febbraio 2020

 

Si può vivere ibernati, appartandosi dal mondo che più non ci appartiene. Si può fare, se a scaldarci è sufficiente il soffuso calore delle braci di una stufa. Si può resistere, se nel fondo dell'anima gelata covano roventi le braci di una ferita, che si è deciso di sanare con la vendetta. È quello che ha scelto il Generale Henrik (Renato Carpentieri), ritirandosi in una solitudine, dove anche gli arredi sono immobili, attendendo per 40 anni il ritorno dell’amico Konrad.

Si può vivere fuggendo, da tutto e da sé stessi, cambiando continuamente lo scenario attorno a sé, per non avere una terraferma dove le radici di una qualche identità possano attecchire. È quello che Konrad (Stefano Jotti) fa per tutta la sua esistenza. Ma una ferita occultata e mai curata continua a bruciare come brace.

Recensione dello spettacolo Una Poltrona per Giulia, di Marina Pizzi. Regia di Patrizio Cigliano. In scena al Teatro Tordinona dal 23 gennaio al 16 febbraio 2020

 

Nei preziosi ambienti del Teatro Tordinona, dove la storia sembra ancora riecheggiare, una commedia che si sottrae al giudizio del tempo, raccontando la natura universale del genere umano all’interno dell’asetticità di un contesto lavorativo attuale, figlio della nostra epoca. Qui sono i numeri e non le persone, ad essere protagonisti. La trama si sviluppa all’interno della sede italiana di una Multinazionale che fa capo a Zurigo. Giulia De Robertis, l’amministratore delegato italiano di tale impero, è una donna spietata.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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