Lunedì, 25 Novembre 2024
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                                                                                                                                 Why do stars fall down from the sky
                                                                                                                                      Every time you walk by?
                                                                                                                                      Just like me, they long to be
                                                                                                                                      Close to you.

                                                                                                                        (They Long to Be) Close to You, The Carpenters, 1970)

Yo, cut it

Soy un perdedor, I'm a loser baby so why don't you kill me,

Double barrel buckshot,

Soy un perdedor, I'm a loser baby so why don't you kill me 

(Loser, Beck, 1994)


Insomma tu sei il protagonista e ti chiami, ti chiami Casper mi pare... e volevi impiccarti giusto? (esagerato!!!) ma mentre infilavi la testa nel cappio ti hanno invitato ad una festa ed hai lasciato stare (che tipo che sei!!!) e a questa festa c'era lei e te ne sei innamorato ma i tuoi approcci sono falliti e... PLOUF il solito tonfo.

Recensione dello spettacolo "Sulla felicità" dal 9 al 14 dicembre al teatro Vascello

Di come una nonna che mangia una banana perdendo spesso il filo del discorso racconta al nipote del miracolo che gli ha fatto Padre Pio quando era ancora in vita...e di molto altro ancora.

 

                                                                                    [...] cambiano le prospettive al mondo
                                                                                           voli imprevedibili ed ascese velocissime
                                                                                           traiettorie impercettibili
                                                                                           codici di geometria esistenziale.

                                                                                               
                                                                                   (Gli Uccelli, Franco Battiato, 1981)



Immaginate un bambino senza tanti particolari identificativi, una specie di fantascentifico camaleontico bambino che al cambiare dell'adulto davanti ai suoi occhi muta le sue sembianze nel bambino desiderato inconsciamente dall'adulto stesso: in senso non propriamente stretto la Felicità potrebbe essere questo.

Recensione di Natale in casa Cupiello, al teatro Argentina dal 3 dicembre al 1 gennaio. In scena in occasione del 30esimo anniversario della morte di Eduardo, produzione Teatro di Roma.

Natale in casa Cupiello come non lo avete mai visto. Questo è sicuro. Uno stravolgimento, quello messo in atto da Antonio Latella, che lascia il pubblico diviso fra scettici, contrari e favorevoli.

All’apertura del sipario l’unico protagonista è il testo. Gli attori danno le spalle al pubblico. Tutti tranne il protagonista Luca che per tutto lo spettacolo muove freneticamente la mano per scrivere nell’aria quanto viene detto impersonando così l’animo artistico di Eduardo. Al centro del palco un’immensa stella Cometa. Nessuna scenografia. Solo gli attori che, ad occhi chiusi, “recitano” (leggono) il loro copione e man mano che il loro personaggio entra in scena aprono gli occhi, non per prender vita, ma solo per far vedere di esser qualcosa in più di un mero megafono latelliano.

Norimberga è una città della Germania famosissima per i giocattoli, le bambole e i fantocci che spedisce a casse piene in tutti gli altri paesi del mondo: per questo i bambini di Norimberga sono i più felici della terra…

(A. Dumas – incipit de Lo Schiaccianoci)

 

La semplice e pura favola natalizia - frutto dell’attenta revisione  del maestro Alexandre Dumas padre – le arie indimenticabili e magiche di Čajkovskij, la sublime perfezione che si tramuta in grazia ed eleganza del corpo del Balletto di Mosca “La Classique”: tutto questo è un sogno ad occhi aperti, accompagnato melodicamente da passi leggiadri e soavi in punta di piedi; tutto questo è Lo Schiaccianoci.

«La nostra scelta è quella di mettere in scena balletti classici esattamente come apparirono nella loro produzione originale: d’altra parte il nome stesso della compagnia lascia intendere che ci atteniamo alla lunga e importante tradizione russa relativa alla danza classica».

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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