Tiriamo le fila dell’indagine sullo stato dell’opera in Italia.
La nostra inchiesta sul mondo dell’opera in Italia si avvia alla conclusione.
Che non vuol dire che abbiamo finito, ma solo che si sono concluse le stagioni teatrali 2023 24.
Pensiamo sarà interessante prendere in esame i futuri calendari, per capire anche se le indicazioni del Ministro Sangiuliano sono state prese realmente in carico e da chi, ma anche per vedere se ancora una volta ci siamo solo parlati addosso e nulla cambia, con i soliti tiratori liberi che pensano di poter non seguire le regole che valgono per gli altri
Certamente, però, a questo punto nessuno potrà nascondersi dietro un ‘non lo sapevo’.
Non gli agenti, non i sovrintendenti ed i direttori artistici. Che ovviamente avevano la situazione chiarissima davanti agli occhi, ma che adesso sanno che anche noi pubblico conosciamo qualche sfumatura in più di una situazione quanto mai ingarbugliata.
Non i cantanti, alle volte finti ingenui.
Non i politici che magari non avevano ben capito quanto questa situazione sia penalizzante per i giovani talenti.
Non gli amministratori coinvolti, che comunque sono garanti e responsabili della gestione delle fondazioni liriche.
Questa inchiesta è poca, pochissima cosa.
Forse solo uno spunto per invogliare ad approfondire certe situazioni apparentemente inspiegabili e per chiederci se in qualche cartellone Passione ed Arte non siano state sostituite da Calcolo ed Interessi .
Naturalmente viviamo in un mondo reale, di compromessi, di bilanci e di economia.
Ma sono comunque importanti chiarezza e trasparenza e ci piacerebbe molto essere stati anche minimamente utili, ponendo qualche domanda che, anche senza una autentica risposta, focalizzi l’attenzione su questioni sulle quali troppo spesso si è sorvolato.
Chiudiamo quindi da dove siamo partiti: i festival estivi.
Avevamo iniziato da Verona e chiudiamo con altri due eventi importanti: il Festival Puccini a Torre del Lago e la stagione estiva di Macerata.
Questo è l’anno del centenario pucciniano.
Il Festival di Torre del Lago, nonostante tagli il traguardo della settantesima edizione non è mai riuscito realmente a decollare, ma ormai da anni occupa le pagine della stampa per una serie di criticità, supposte o reali: lo scorso anno il maestro Veronesi diresse bendato per contestare una regia; qualche mese fa partirono polemiche sulla gestione delle spese e sulle iniziative che non prendevano forma; poi ci sono stati i malumori per la nomina dei maestri Diego Basso e Federico Pupo nel componenti del Comitato promotore delle celebrazioni pucciniane come“esponenti della cultura e dell’arte musicale italiana ed europea, esperti della vita e delle opere di Giacomo Puccini”.
Ogni nomina importante suscita sempre clamore ed in questo caso si andavano a sostituire Riccardo Chailly e Massimo Marsili.
Il primo uno dei più acclamati direttori d’orchestra al mondo, il secondo direttore della Fondazione Puccini di Lucca.
Basso è musicista preparato, ma certamente più avvezzo al pop, visto che in questo momento sulla sua pagina internet si annunciano uno spettacolo sulle musiche di Disney, l’accompagnamento con l’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana delle date di Marostica dei Pooh e lo spettacolo, sempre con la stessa compagine orchestrale ed il soprano Claudia Sasso, intitolato ‘Diego Basso plays Queen’ previsto per l’autunno. Certamente spettacoli bellissimi e che attireranno molto pubblico, giustamente, ma che non possono non stupire i melomani più tradizionalisti.
Federico Puppo, invece è stato Direttore Artistico per un anno all’Arena Verona, occupando poi la stessa carica , dal 2005 al 2008, alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Dal 2000 al 2018 è stato Direttore Organizzativo di Teatri S.p.A., società per la gestione del Teatro Comunale e del Teatro Eden di Treviso. Dall’ottobre 2011 a dicembre 2020 fu Direttore del Teatro Salieri di Legnago e da maggio 2017 è Direttore Artistico della Stagione Concertistica del Teatro Comunale di Monfalcone. Insegna ‘Organizzazione dello spettacolo’ al Conservatorio ‘di Ferrara .
Due figure che certamente, pur nella distanza dai professionisti che sostituiscono, avrebbero potuto provare a svecchiare il Festival ed ad immaginare occasioni interessanti di visibilità per il compositore toscano.
Non possiamo, però, non strabuzzare gli occhi vedendo che nella pagina ufficiale della Biglietteria del Festival Pucciniano di quest’anno ci sono anche, fra un ‘opera e l’altra: il Volo, Loredana Bertè e Tony Hadley.
Probabilmente opportune scelte economiche, utili anche ad abbattere le distanze fra i generi.
Sembra quasi che si cerchino di emulare le serate pop variopinte dell’Arena di Verona, nelle quali l’anfiteatro è un mero contenitore, una resa agli interessi economici e televisivi, certo non uno scrigno per il belcanto.
La grande differenza è, però, che in quel caso non sono inserite nella stagione lirica, mentre qui parrebbero parte del percorso pucciniano.
Peccato veniale, si dirà, ampiamente emendato dalla scelta di aver chiamato il Maestro Pierluigi Pizzi, garanzia di eleganza e coerenza, a firmare l’intera stagione .
Al di là di ogni discussione, comunque, va detto che è molto complesso, inserire i dati di Torre del Lago nell’inchiesta, perché molti dei titoli hanno tanti ruoli da affidare. Non i protagonisti, ma i comprimari, che inspiegabilmente non hanno ancora un nome.
Oltretutto a Torre del Lago ci sono, proprio nei ruoli secondari, cantanti che si esibiscono da anni con successo e che certamente meriterebbero delle occasioni più rilevanti. Invece che metterli in risalto, sembrano essere stati mandati all’angolo, a sottolineare quanto sia complesso vivere cantando, indipendentemente da quanto si è bravi.
Impossibile quindi calcolare per questa manifestazione la percentuale fra interpreti italiani e stranieri, anche se l’impressione è che le indicazioni del Ministero siano state ampiamente rispettate.
Per quel che riguarda le agenzie, si nota prima di tutto una distribuzione abbastanza omogenea: sono coinvolte 13 agenzie su 70 ruoli principali . Quella con maggiori contratti è Melos (12), seguita da InArt ed AART music, entrambe con otto. Al quarto posto Prima Fila (6) e poi ben 9 agenzie con 4 contratti.
Una situazione ineditamente positiva per le parti di maggior rilievo, che rende ancora più stridente la situazione comprimariale.
A Macerata vengono montati tre titoli d’opera: ‘Turandot’, ‘Norma’ e ‘La Boheme’.
I cantanti non italiani sono attorno al 10%, quindi decisamente in linea con le indicazioni del ministro.
Per quel che concerne le agenzie, domina InArt (16), seguito da Ariosi (12) e stagedoor (8).
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