Negli scorsi giorni -dal 25 al 30 marzo- la Sala Orfeo del Teatro dell'Orologio (Roma) ha ospitato la recita de Il re muore, celebre opera di Teatro dell'Assurdo di Eugène Ionesco (1962); codesta “novella” intimamente metafisica, itinere di passaggi attorno a un fenomeno, appunto, la “morte del re”, si rivela metafora, d'una fine o d'un passaggio, pur comunque veicolata da questa figura regale che diverrà centrale anche per il pubblico, il quale, magia del teatro, condividerà il rispetto della sua giurisdizione e quindi il pathos che intride la corte in quel momento nefasto quanto ormai atteso.
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