Recensione Portami a casa di qualcuno in scena al Teatro Brancaccino dal 22 al 25 ottobre 2015
Inizia anche la stagione 2015/2016 del Brancaccino ed inizia con una pièce di incursione trans-teatrale nella più o meno quieta ma ordinariamente folle quotidianità di tutti i giorni.
La scena è delle più banali possibili, un bus di linea notturno fermo al capolinea in attesa dell'orario di partenza, i personaggi invece sono, seppur emblematici, per natura o necessità grottesche creature della notte.
Un autobus momentaneamente vuoto, a parte l'autista, in breve si riempie di 6 personaggi per diversi aspetti tutt'altro che "normali" ed inizia in questo labile rifugio di lamiera, fragile difesa da ciò che c'è fuori nella buia giungla d'asfalto, un viaggio nelle vite dei passeggeri traghettati nei loro personali inferni, anche se l'autista non sembra Caronte.
In ogni caso una fuga individuale dai propri sogni infranti, dagli incubi, dagli scheletri nell'armadio e dalla propria misera esistenza che diventerà nell'atto di confrontarsi con gli altri nell'autobus, in un alternarsi di feroce ironia e a tratti di vera e propria disperazione, un diventare consapevoli di se stessi che, nonostante le nere nubi all'orizzonte della premessa, porterà a un felice scioglimento delle/della vicenda.
Un testo originale fatto di tanti frammenti della vita di tutti i giorni presi in più punti della città su più piani sociali, che ha la sua bellezza nel realismo "dei tipi", seppur grottescamente esasperati, e che nonostante faccia ridere nell'insieme di tutta la vicenda da fin troppo da pensare su come la nostra realtà contemporanea si stia spingendo oltre limiti di nevrosi generale inaudita che stanno portando piano piano sempre più a una sfilacciamento irreversibile della maglia sociale.
Fabio Montemurro
27 ottobre 2015