Recensione dello spettacolo Baciami James di Robert Farquhar con Franco Castellano e Nathaly Caldonazzo. regia di Guglielmo Guidi in scena al teatro Ghione dal 15 al 20 gennaio 2019
Storia di due solitudini che provano a farsi compagnia, storia di due storie troppo diverse per accettare compagnia. Un uomo di mezza età, Eddie di professione rappresentante di (inutili) soluzioni per ufficio, invita telefonicamente, per un weekend fuori città, Chrystal, la croupier del Casino in cui qualche serata fa egli aveva dilapidato una ingente somma di denaro. Unico precedente tra loro, una recente cena andata male a causa di un problema con la carta di credito di Eddie che ha costretto Chrystal a pagare il conto di entrambi.
Nella camera di albergo emergeranno velocemente le differenze tra due mondi diversi. Chrystal (Nathaly Caldonazzo) è una donna piacente, superstite di un matrimonio fallito durato dodoci anni con un marito che di fatto non si è mai accorto di lei e ora cerca un uomo che le dia sicurezza, affidabilità e la faccia emozionare: forse non a caso ha come oggetto della sua fantasia erotica Sean Connery. Eddie (Franco Castellano) è incece un uomo immaturo, che vive ancora in casa con la mamma che spesso nomina, quasi a volerla portare con sè come difesa contro l’autonomia, mantiene l’entusiasmo bambino per le piccole cose e una inesperienza adolescenziale della vita, della sessualità e dei rapprti di coppia. Le difficoltà relazionali di Eddie si evidenziano nel suo stile logorroico dove la parola viene usata non per comunucare ma per distanziare e confondere, specie nell’intimità, vissuta da questi con ansia perchè incapace di vicinanza con nessuna donna diversa dalla madre. A mischiare ulteriormente le carte ci si mette anche il tempo che non risparmia temporali e costringe l’improbabile coppia a rimanere in camera sempre più insofferenti uno dell’altra, a tal punto che Chrystal non vedrà altra soluzione che andar via. Ma fuori c’è disperazione e solitudine e i suoi numerosi tentativi di lasciare la stanza saranno seguiti da frustranti ritorni, testimoni della paura di affrontare i propri temporali.
Il tema dominante della commedia è la paura della solitudine ed è in nome di questa che i due protagonisti decidono di condividere da subito una stanza e un letto insieme, mancando di assaporare il tempo della reciproca e graduale conoscenza. Anche la sessualità sembra essere vissuta come strumento per riempire un vuoto piuttosto che riflesso e apice di reale desiderio: la solitudine infatti mette fretta e nella fretta non si ha tempo di ascoltare il proprio corpo nè di incontrare il ritmo della danza dell’altro.
La rappresentazione italiana, tratta dalla drammaturgia originale di Robert Farquhar con il titolo di Kissing Sid James, risente molto di una trama che di fatto non offre sbocchi nè sviluppi narrativi, rischiando di attorcigliarsi su se stessa. A speziare la rappresentazione sono stati alcuni tocchi registici di Guglielmo Guidi, come quello di rappresentare il prologo facendo ascoltare solo le voci degli attori che dialogano al telefono, per poi farli comparire fisicamente solo in albergo. A tal proposito elegante e rifinita la scenografia, a cura di Tonino Di Ronza, rappresentante la stanza di albergo che restituisce colore e gradevolezza alla trama e grazie ad un delicato impasto di progressioni luminose, ad opera di Francesco Polichetti, prende corpo lentamente al dipanar del buio.
Convincente l’interpretazione di Franco Castellano che riesce ad intercettare efficacemente lo stato emotivo del suo personaggio, anche se, rappresentandolo sotto un’unico registro caratteriale, rischia a volte la prevedibilità. Apprezzabile la scelta di tratteggiare il personaggio di Chystal con contorni caratteriali sobri. Pur essendo la parte viva dell’improbabile coppia, il personaggio gradevolmente interpretato dalla Caldonazzo, non sfocia mai in una sterile esuberanza sfruttando un facile contrappunto con Eddie: lei è semplicemente più esperta di vita, levigata da questa ed ha voglia di risollevarsi e le sue sofferenze pregresse rallentano il suo dinamismo.
Simone Marcari
20 gennaio 2019