Recensione dello spettacolo Tutto sua madre, regia di Roberto Piana tratto da Les garçons et Guillaume, à table! di Guillaume Gallienne in scena al teatro Quirino dal 5 al 10 ottobre 2021
Dopo circa un decennio di vita e l’enorme successo ottenuto in Francia, debutta per la prima volta in Italia, al Teatro Quirino di Roma, l’attualissimo e interessante testo teatrale di Guillaume Gallienne, dal titolo italiano ripreso dall’omonimo film di successo del 2013: Tutto sua madre! Lo spettacolo, per certi aspetti profetico, ha anticipato uno spaccato della società contemporanea riguardo alle tematiche gender. Il titolo originario Les garcon et Guillaume, à table! già rivela un aspetto fondamentale della piéce: la diversità di Guillaume rispetto ai fratelli, scaturita dalla necessità della madre di collocarlo a parte quando si rivolge ai tre figli maschi per chiamarli a pranzo.
Guillaume sente da subito di non essere come i suoi fratelli, ha un animo sensibile e delicato e si percepisce come il prolungamento di una madre forte, autoritaria, a tratti senza freni inibitori, non spiccatamente femminile, di cui lui subisce una confondente fascinazione. Tra i due si crea un rapporto anomalo: il figlio la ama al di sopra di tutto e ne imita le movenze, il portamento, la voce, al punto da confondersi con lei e voler essere una donna. A tratti, sembra esserci un rovesciamento di ruoli: una madre accentuatamente maschile e un figlio accentuatamente femminile. L’ambiente esterno restituirà spietatamente al ragazzo quest’immagine, sancendogli un’identità di omosessuale. Ma la natura degli esseri umani non può essere richiusa e limitata ad etichette imposte dal di fuori, per cui il protagonista continuerà a sperimentarsi per comprendere la sua identità più profonda. Solo quando finalmente si libererà dai pervicaci condizionamenti e dalla confusione radicatisi tenacemente dentro di lui, ritroverà se stesso e potrà comprendere chi sia davvero e cosa desidera realmente, compiendo il suo percorso di crescita e di evoluzione personale.
La drammaturgia ironica e ricca di sottili risvolti psicologici risulta in grado di farsi interprete di un’epoca in cui l’attenzione è ampiamente calata sull’identità sessuale e di genere. Il testo ripropone le vicende autobiografiche di Guillaume Gallienne che effettua un viaggio nel tempo della sua esistenza. L’autore ci presenta una carrellata di personaggi femminili ai limiti della caricatura con cui ha interagito dall’infanzia fino all’età adulta e che hanno influenzato la sua formazione di uomo. Il racconto, per quanto denso e stratificato di contenuti, procede in maniera spedita e dinamica, riproponendo i vari momenti della vita del protagonista con esilarante ironia, come dimostra il pubblico divertito in sala. La regia di Roberto Piana ha dettato i tempi della narrazione conferendogli leggerezza e brio. L’interpretazione di Gianluca Ferrato si mostra all’altezza del testo, rivelandosi istrionica, dinamica, versatile. In un monologo di più di un’ora, il suo unico volto si è prestato a vestire i panni di tutti i personaggi coinvolti rendendoli credibili. Un tripudio di energia sulla scena, un corpo flessibile che si muove sul ritmo delle musiche, si traduce in un equilibrio armonico tra parola, corpo e musica. Il risultato finale è uno spettacolo che coinvolge gli spettatori trascinandoli nel divertimento e, nel contempo, spingendoli ad interrogarsi sui numerosi spunti di riflessione offerti.
Mena Zarrelli
10 ottobre 2021
informazioni
GIANLUCA FERRATO
TUTTO SUA MADRE
tratto da “Les garçons et Guillaume, à table!”
di Guillaume Gallienne
traduzione dal francese Anna D’Elia
adattamento drammaturgico Tobia Rossi
scene Yasmin Pochat
costumi Agostino Porchietto
light designer Marco Boccalero