Lunedì, 25 Novembre 2024
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Solo la morte è sicura. Di questo è certo Pasquale Grifone (Luca de Filippo) quando scopre di aver vinto 600 milioni di lire al lotto. Una quaterna secca che gli è stata rivelata in sogno, dopo l'ennesima notte di sbornie, da Dante Alighieri, la cui 'effige' è presente nella casa della famiglia Grifone, seppur per caso, da anni.

Numeri, quelli donati dal poeta, che sono portatori sì di soldi ma anche di pensieri: sono le coordinate della sua morte (da notare, le coordinate non la data precisa, qui sta il genio di Eduardo de Filippo). 

"Sia il sonno che l'insonnia,oltre la giusta misura,sono malattie."                                     

                                                                                                                                                               (Ippocrate di Kos)

 

Anche se non è proprio l'Odin Teatret, l'Odin Teatret c'è comunque e la sua presenza metalinguistica e comunicativa si sente e come.

Insonnia viene messa in scena dalla Riotous Company una compagnia teatrale nata nel 2007 ma la regia e la coreografia è di Tage Larsen membro storico dell'avangiardia del Terzo Teatro

Ad ogni modo parliamo di Insonnia.

Da Parigi a Siviglia; dalle struggenti note melanconiche di un lieto fine impossibile da realizzare ed infranto solo dal fato avverso alle spumeggianti e allegre arie di una storia d’amore bizzarra, divertente e coronata dall’happy ending, suggello di una delle più briose “opere buffe” mai composte; dalla Traviata, insomma, al Barbiere di Siviglia, il passo è lungo: due opere diametralmente opposte ed agli antipodi della rappresentazione, sia per quanto riguarda il genere alle quali esse appartengono – un melodramma il primo, una commedia l’altra – sia per le sinfonie che per l’interpretazione scenica, ovviamente.

« Ah della traviata sorridi al desìo

a lei deh perdona, tu accoglila, o Dio »

(Violetta, atto III scena IV)

 

La cornice di una Parigi libertina e mondana di metà ottocento, l’atmosfera frizzante e delicata al contempo, di armonie e note immortali che furon di Verdi, i gorgheggi melodici e i virtuosismi canori dei tenori, dei soprani e dei baritoni che in tre atti accompagnano soavemente il pubblico, rapito dall’incedere delle scale melodiche e dall’eleganza sopraffina dell’interpretazione; il resto è la storia dell’opera, della lirica, del teatro, della musica classica e dello spettacolo: un melodramma, dapprima letterario, fattosi arte sublime e che dal 1853 viene rappresentato ininterrottamente sui più importanti palcoscenici mondiali.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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