Lunedì, 25 Novembre 2024
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Dopo lo straordinario successo del giallo a tinte decisamente parodiche de “Il mistero dell’assassino misterioso” il duo comico, ormai da anni consolidatosi grazie alle vincenti performance sia in televisione che al cinema oltre che in radio -  con il consueto appuntamento di 610 (“sei uno zero”) su Radio2 – torna prepotentemente a cavalcare e a divorare le scene teatrali dell’Ambra Jovinelli con il nuovo e coinvolgente “Occhio a quei due”. 

Le movenze di Totò, le cadenze di Massimo Troisi e la magia di Eduardo de Filippo in un unico attore, Carlo Ragone, che porta in scena al teatro Eutheca di Roma, all'interno dell'evento Festival di Narrazione, lo spettacolo “Intestamé”.

Intestamè, un testamento che sta in testa a me, anzi in testa a Matteo. Un espediente che gli permette di rivivere la vita vissuta attraverso gli oggetti che hanno segnato la sua esistenza. Un giornale, 'Life', lasciato al cognato, una forbice al fratello, una macchina ad uno zio... ma l'eredità più grande è quella che Matteo lascia al figlio Fernando: «Spero tu possa vivere quello che io non ho vissuto».

«Il mio nome finisce con l’inizio del nome della mia città, il nome della mia città finisce con l’inizio del mio nome, il nome della mia città comincia con la fine del mio nome, il mio nome  comincia con la fine del nome della mia città."Linapolina"».

Questo il tentativo di Lina Sastri, provare a descrivere lo spirito ed i sentimenti di Napoli, dei napoletani e del suo esser napoletana. 

Ma parlare di confini per una città come questa vuol dire parlare di un ossimoro, perché i confini di Napoli sono quelli di una 'bella jurnata e sole' che si rispecchia nel mare.  

«Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra breve vita».

(Prospero: atto IV, scena I.)

L’illusione, la magia, l’incanto e lo scontro-incontro tra stato naturale e Stato di società, il tutto contornato da una contemporanea prorompente ironia che incalza piacevolmente tra due atti, nei quali lo spettatore, vero e proprio mare, dapprima smosso e agitato da vendicative onde e poi placato da un riconciliante sentimento di perdono, si lascia trascinare lievemente nella trama narrativa che fu del maestro Shakespeare e che Valerio Binasco, con la sua compagnia – la Popular Shakespeare Kompany  appunto – ripropone in una chiave moderna, nuova e al contempo popolare.

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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