Martedì, 15 Aprile 2025
$ £

La lunga intervista a Nicolò Ceriani,  vicepresidente di Assolirica,  continua con la seconda parte.

Il baritono, che si è esibito con successo  nei principali teatri e che vanta un repertorio vastissimo e che continua con successo una carriera prestigiosa, affronta, con lo stile diretto e la trasparenza che gli appartengono da sempre,  diverse questioni: il rapporto che si viene a creare fra agente e cantante; confronta la situazione odierna con quella del recente passato, smantellando alcuni luoghi comuni ricorrenti ;  parla di fondazioni e teatri d tradizione ed interviene nel dibattito sulla presenza di tante voci straniere nella programmazione teatrale italiana.

 

Buongiorno Maestro.

Riprendiamo, con grande piacere per quel che mi riguarda, la nostra chiacchierata sulla  situazione attuale del mondo dell’opera in Italia.

Prima di iniziare, però, mi permetta di sottolineare il grande apprezzamento ottenuto dalla precedente puntata, per il suo modo di essere franco e diretto, per non aver edulcorato nessuna risposta e per non aver evitato nessuna questione.

Credo che solo la verità, buona o brutta che sia, possa far uscire il teatro da quelle ombre e quel clima di diffidenza che certamente non lo rendono né popolare, né trasparente.

 

Quanta è la libertà di scelta di un cantante? Può cantare quello che si sente di cantare o le agenzie pongono dei vincoli precisi?

Dipende innanzitutto dalla fama e dunque dal potere contrattuale del cantante: più un cantante è celebre più ha la possibilità di scegliere soprattutto cosa NON cantare, quando invece sovente all’inizio della carriera si è più propensi ad accettare qualsiasi tipo di scrittura su repertori indiscriminati pur di lavorare e di far girare in qualche modo il proprio nome.

         Ovviamente non per tutti è così, in quanto esistono casi (non proprio frequentissimi a dire il vero) di cantanti che fin da subito stabiliscono che, oltre un certo limite o un certo repertorio, non vorranno mai inoltrarsi (a meno di verificare poi, nel corso degli anni, che grazie all’evoluzione naturale della loro voce, oltre che all’esperienza e al consolidamento della tecnica, ciò che a priori sembrava difficile da affrontare, poi si sarebbe potuto eseguire, perché ciò che all’inizio della carriera poteva sembrare un repertorio lontano dalla naturale predisposizione timbrica/tecnico vocale ora iniziava a diventare connaturato e consono ai propri mezzi.)

         In linea generale comunque la libertà di un cantante non è così grande, ma non sempre ciò è un male, in quanto talvolta le scelte di un direttore artistico competente e coraggioso (e talora ce ne sono) potrebbero riservare delle sorprese anche al cantante stesso che, di suo, non immagina di poter riuscire a risolvere certe specificità vocali. Quanto alle agenzie, anche qui il discorso dovrebbe essere analizzato caso per caso e molte agenzie provano (anche contro le ambizioni del cantante stesso) a proteggere la sua vocalità; per contro ce ne sono alcune (anche di grande giro) che sfruttano senza alcuno scrupolo il cantante di grido del momento, facendolo cantare troppo, in troppi repertori. Ve n’è chi se ne accorge per tempo e lascia la grande agenzia senza scrupoli, talvolta rimettendoci molto nella fase dell’abbandono, e chi, ignaro delle conseguenze e soddisfatto degli immediati guadagni, alla lunga ci rimette le penne. Ecco perché sarebbe sempre il caso di iniziare le prime collaborazioni con agenzie medio piccole che tendenzialmente suggeriscono la via corretta per una omogenea carriera progressiva, e solo dopo, in un secondo momento, ma con la piena consapevolezza dei propri mezzi, iniziare a relazionarsi con le grandi agenzie internazionali, con la piena conoscenza dei rischi e dei vantaggi che ciò potrebbe comportare.

Add a comment

Questa è la prima puntata di un’intervista al vicepresidente di Assolirica che ci farà conoscere meglio luci ed ombre del mondo del teatro d’opera.

 

Nicolò  Ceriani  è un baritono che spazia dal repertorio lirico a quello buffo, sempre con competenza e tecnica sicura.

Dotato di una voce potente, ricca di colori e di una notevolissima abilità scenica, da oltre trent’anni raccoglie successi in Italia ed all’estero ed ha partecipato a più di duecento allestimenti, lavorato con i registi più famosi diretto dalle bacchetta più importanti.

Da anni  è presenza costante all’Arena di Verona ed è stato protagonista di numerose prime assolute, dimostrandosi artista completo e duttile musicalmente.

Lo abbiamo incontrato per parlare il Assolirica, l’associazione  di cui il Maestro è Vicepresidente  e che raccoglie gli artisti lirici italiani.

Si tratta di una realtà poco nota ma importante, che festeggia  il giorno 8 marzo dieci anni di vita.

La nostra chiacchierata si è fatta decisamente articolata e, ci pare,  interessante  e per non perdere nessuno dei tanti aspetti affrontati, abbiamo optato per una pubblicazione a puntate.

Si affrontano, con la trasparenza e l’onesta intellettuale quasi brutale  che è propria di Ceriani, questioni decisamente rilevanti ed emergono situazioni  della vita e della professione di un cantante che solo un addetto ai lavori poteva far rilevare nel giusto peso.    

 

Cominciamo chiedendo che cosa è Assolirica?

ASSOLIRICA è l'associazione nazionale di categoria di tutti gli Artisti Lirici. È l'unica in Italia ed è riconosciuta dal Ministero dello sviluppo economico attualmente denominato Ministero delle imprese e del made in Italy. Nasce 10 anni fa allo scopo, da una parte, di proteggere gli Artisti Lirici da tutta una serie di carenze legislative che caratterizzano la categoria, provando a riscrivere un contratto nazionale di lavoro, dall’altra, a candidare la tecnica e l'arte del canto lirico italiano quale bene materiale presso l’UNESCO. Questo secondo risultato Assolirica l'ha raggiunto 2 anni fa dopo un iter assai laborioso e tecnicamente molto complesso. Il primo invece è di fatto un processo che non si fermerà mai, anche se speriamo davvero che entro breve si possano consolidare alcune prime riforme sostanziali.

         La grande maggioranza delle persone, anche di quelle più informate e appassionate del mondo lirico, pensano in cuor loro che l'artista lirico sia sì un artista di alta specializzazione tecnica, ma assai privilegiato dal punto di vista del riscontro economico. Ebbene, mi tocca sfatare questo pensiero che vale probabilmente forse per il 10% dell'intera categoria, in quanto le riforme operate negli ultimi vent'anni hanno abbassato clamorosamente il livello reddituale degli artisti e per di più a scapito di una totale mancanza di tutele legislative.

Add a comment

Intervista ai Ragnarök Nordic & Viking Folk & Vindur Orchestra in concerto al teatro Garbatella 

l'11 Gennaio 2025

 

Prima del concerto Riccardo Trasselli, Alessandro Antonello e Davide Florio mi accompagnano attraverso i corridoi del teatro fino ai loro camerini, dove mi accolgono affabilmente con un bicchiere di rosso, neanche a dirlo “Valpollicella”, il vino originario della terra del “duo Ragnarök”, Verona.

Andiamo a conoscerli un po' meglio prima di ascoltare la loro musica e immergiamoci nelle atmosfere e tradizioni del profondo Nord Europa.

 

Come si può classificare il vostro genere di musica?

Davide: Prevalentemente facciamo musica nordica e tradizionale scandinava, che prende anche l'area dell'oceano, qualche “Sea Shanti” a volte e brani nostri originali in varie lingue, norrena antica, svedese, islandese, tedesco... la nostra è una colonna sonora di questi ambienti nordici, un viaggio nella mitologia.

Add a comment

“Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta”, in scena al teatro India di Roma dal 15 al 27 ottobre.

 

L’inaugurazione della stagione teatrale del teatro India è affidata quest’anno ad un reading; “Il giorno in cui mio padre mi ha insegnato ad andare in bicicletta”, racconto di Sandro Bonvissuto, il terzo del libro “Dentro”, edito da Einaudi nel 2012. Abbiamo avuto la fortuna di intervistare Sando Bonvissuto prima di vedere lo spettacolo; ecco perché abbiamo deciso di riportarvi in parallelo sia le parole di Bonvissuto, che le nostre impressioni sullo spettacolo in scena all’India dal 15 al 27 ottobre.

Ringraziamo anticipatamente Bonvissuto per la sua generosità; quasi un’ora di chiacchiere profonde, consigli letterari, riflessioni di vita. 

 

L’inaugurazione del teatro India di Roma con un tuo testo è un bel traguardo. Come nasce questo progetto?

Grazie a Stefano Cioffi, regista dello spettacolo e mio amico. Era un po’di tempo che mi diceva che dovevamo fare qualcosa insieme, così è nata l’idea di mettere in scena questo racconto, che è assolutamente fedele al testo che ho scritto, ma quando l’ho ascoltato la prima volta ero talmente commosso e incredulo da chiedermi: “ma chi l’ha scritto?”. Aprea aveva gli spazi per realizzarlo e così è nato. 

Add a comment
Logoteatroterapia

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per scoprire gli sconti sugli spettacoli teatrali riservati ai nostri lettori

Search