Sabato, 18 Gennaio 2025
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Ragnarök & Vindur Orchestra, la musica del Nord e i vichinghi sono tra noi

Intervista ai Ragnarök Nordic & Viking Folk & Vindur Orchestra in concerto al teatro Garbatella 

l'11 Gennaio 2025

 

Prima del concerto Riccardo Trasselli, Alessandro Antonello e Davide Florio mi accompagnano attraverso i corridoi del teatro fino ai loro camerini, dove mi accolgono affabilmente con un bicchiere di rosso, neanche a dirlo “Valpollicella”, il vino originario della terra del “duo Ragnarök”, Verona.

Andiamo a conoscerli un po' meglio prima di ascoltare la loro musica e immergiamoci nelle atmosfere e tradizioni del profondo Nord Europa.

 

Come si può classificare il vostro genere di musica?

Davide: Prevalentemente facciamo musica nordica e tradizionale scandinava, che prende anche l'area dell'oceano, qualche “Sea Shanti” a volte e brani nostri originali in varie lingue, norrena antica, svedese, islandese, tedesco... la nostra è una colonna sonora di questi ambienti nordici, un viaggio nella mitologia.

Questo progetto da dove prende origine?

Riccardo: E' stata una mia idea. Tutto iniziò nel 2017 ad un Festival dove  i Ragnarök suonavano live, ero in prima fila, ed ecco la voce di Ale che evoca cascate e caverne nordiche e poi la ritmica della chitarra di Davide. Vedevo un potenziale enorme e li immaginavo già accompagnati da un'orchestra. Poi pian piano ha preso forma quest'avventura unendo ai Ragnarök un ensamble creato su misura di nome “Vindur Orchestra”, composto da professionisti classici originari di Ravenna che suonano violoncello, violino, contrabbasso, njckelharpa e voce, percussioni.

 

Come sta andando questa vostra nuova avventura musicale?

Riccardo: E' stato un anno veramente intenso. Abbiamo iniziato giusto un anno fa esatto, al teatro Alcione di Verona, il 12 Gennaio 2024. Dopo un tour che ha toccato città quali Torino, Cervia, Perugia, Firenze, Bergamo, Padova e altre chiudiamo il cerchio oggi a Roma. Ora ci fermeremo un attimo per raccogliere le idee e riposarci.

 

Il riscontro col pubblico?

Riccardo: Sicuramente ottimo. I Ragnarök dal 2016 stanno facendo un lavoro molto intenso e si sono costruiti un loro pubblico che ha dato una risposta molto positiva anche alla partecipazione della Vindur Orchestra.

 

La serata si apre con un'atmosfera evocativa, i musicisti sono immersi nel fumo e disegnati da luci in movimento, calde e poi azzurre. Dopo un'intro orchestrale si entra subito nel vivo del sound del Nord, antico, epico, da saga. 

 

Ora una domanda al duo Ragnarök, come è nato l'interesse per una musica così di nicchia e sconosciuta in Italia?

Alessandro: Intanto tutto parte dalla passione in comune con Davide per i miti nordici, io sono un amatore di lingue d'oltralpe a partire da quella tedesca, ho uno spiccato interesse per la germanistica e la sua cultura linguistica e per le lingue scandinave che comprendo, in particolare lo svedese lo parlo fluente. 

Davide: Poi è bella l'influenza che ci portiamo da altre nostre differenti esperienze musicali.  Ale viene dal death e black metal e si diletta anche nel growl, io dalla musica irlandese di cui porto le diverse accordature. 

Alessandro: Gli stessi strumenti tradizionali nordici che utilizziamo arricchiscono questa eterogeneità di sound che si riflette in una varietà di pubblico attratto e coinvolto dalla nostra musica. E' questa la nostra forza. Infatti in sala si possono scorgere sia la coppietta di anziani, che le famiglie, i biker e non mancano di certo i metallari più estremi. 

 

Una caratteristica del concerto è la narrazione di aneddoti, leggende e curiosità da parte di Alessandro Antonello tra un brano e l'altro che rende l'esperienza più teatrale. Gli spettatori nei primi minuti si chiedono tra sé cosa significhino quei versi gutturali cantati e cosa raccontino quelle sue frasi norrene melodiche. Come se li leggesse nel pensiero, il “bardo” dei Ragnarok prima del terzo brano e prima di molti successivi parte con decodificazioni di miti e leggende che scava poi musicalmente con la sua voce. Valchirie volanti e streghe, tritoni, guerrieri e corvi, apocalissi e terre funebri, preghiere, spiriti e idromele. E ancora sorelle fratricide, lire magiche e poeti scaldi..  Antonello contagia con la sua simpatia nello scherzo ricorrente e sottile con un pubblico divertito.

 

Parliamo di testi. Prendono origine da un passato lontano? Chi si occupa di trasformarli in parole pronte per il palco?

Alessandro: Io mi occupo dei contenuti, sia della parte linguistica, sia di quella storica. I testi arrivano da saghe appartenenti all'”Edda”, un libro del 1200 scritto da un bardo, storico e poeta. 

È  ambientato nell' Islanda medioevale sua contemporanea e nel tempo precedente relativo ai suoi avi Vichinghi (fino al 1066) di cui egli aveva raccolto storie e leggende. Un libro scritto in islandese norreno dell'epoca, una lingua oggi morta come il latino per noi. Si tratta di una fonte gigantesca di testi scritti in rima scaldica. Da testi di altri “Scaldi”, i poeti dell'epoca, attingiamo inoltre altro materiale, come anche da ballate medioevali del 1300 ovvero musica popolare che noi riarrangiamo.

 

Sono molto curioso di scoprire quest'opera di archeologia all'interno delle vostre canzoni tra poco sul palco...

Alessandro: Tra l'altro siamo presenti anche in festival a tema storico e vichingo ed eventi di rievocazioni storiche. Poi abbracciamo anche il mondo del cinematic e del gaming, il mondo dei videogiochi a cui dedichiamo alcuni nostri brani. Alcuni testi sono inediti scritti da me in svedese o tedesco. Infine ci sono i testi ispirati allo sciamanesimo: la forza, l'appartenenza alla Natura e il risveglio dell'essere umano sono temi caratteristici e rappresentano anche quello che a volte smuove il fruitore di queste musiche. Nella stessa direzione vanno anche i suoni del mio tamburo sciamanico, semplice, fatto di pelle di capra, molto profondo, e sonorità “incerte” di strumenti d'epoca accompagnate da bordoni e sound digitali.

 

A proposito di strumenti, quali altri, oltre al tuo tamburo, sono quelli tradizionali di cui fate uso nei vostri concerti?

Alessandro: Partiamo da un canto rievocativo, quindi abbiamo il bouzouki irlandese di Davide che ricorda i liuti e sonorità medievaleggianti. Poi strumenti a corde come la talharpa del 1100, la morharpa del 1200 e la nyckelharpa barocca che suona Alice Petrin dei Vindur.

 

 

C'è qualche gruppo musicale, band a cui vi ispirate?

Alessandro: Certamente, al gruppo padre del genere, i “Wardruna”, che ha diffuso a livello mediatico questo filone.

 

Quelli della colonna sonora della serie “Vikings”?

Alessandro: Si loro. E questa serie tra l'altro ha diffuso un mondo anacronistico di “turbo-vikings” e di vichinghi dell'epoca moderna.

 

Interessante! In un'altra occasione mi racconterai chi sono questi vichinghi moderni...

Alessandro: Ci ho fatto la tesi universitaria...

 

 

Prospettive per il futuro?

Riccardo: Questa data di oggi segna un primo grande obiettivo. Abbiamo vinto la scommessa col pubblico, questa unione Ragnarok & Vindur Orchestra è stata molto prolifica. Ora ci fermiamo un attimo per poi ripartire. Potrebbero esserci poi delle evoluzioni nella Vindur prossimamente, ma non svelo altro.

Tra l'altro a mesi dovrebbe uscire anche un mio libro che sto scrivendo sul tema, la storia di un guerriero vichingo vista dal punto di vista femminile. Non esiste solo “machismo” vichingo! 

 

Cosa vi aspettate da questo concerto e dal pubblico romano di stasera?

Alessandro: A Roma buttiamo giù tutto!

Riccardo: Si a Roma fuoco e fiamme! E' una piazza a cui tengo molto, mio padre è romano, eh la sento molto. E poi è Roma. Per i gruppi è un posto importante, nella culla di quello che è il teatro.. e per la storia che ha questa città, anche quella del teatro Garbatella, posso dire che per noi è un'emozione.

 

Le nostre anime per quasi due ore si staccano dalla realtà cittadina del nostro tempo e volano nelle alture e nelle lande misteriose del Nord, con la poeticità, densità e grazia che i Ragnarok e i Vindur sanno donare in concerto. Un messaggio di semplicità e di rispetto per il pianeta il loro, impegnati anche a sostenere l'associazione“Plant for the planet” per la riforestazione nel mondo.

Nel frattempo il pubblico allegro segue la musica a tempo col battito delle mani e risponde alle incitazioni e brindisi del cantante, agli “Skål” e agli “Oh” con veemenza ed entusiasmo. 

I suoni si perdono nel fumo e pure le voci, quella di Alessandro profonda, esplorativa di molte possibilità vocali e sonore e quella pura e penetrante di Alice che forse ci piacerebbe sentire più presente e alta nel prossimo concerto della band. 

Al prossimo viaggio nordico, nel prossimo drakkar vichingo! Skaaaaaal!!

 

 

Demian Antonio Aprea

14 Gennaio 2025

 

 

informazioni

11 Gennaio 2025

Teatro Garbatella

RAGNAROK NORDIC & VIKING FOLK &VINDUR ORCHESTRA

Ideazione del progetto:  Riccardo Trasselli

Ragnarok Nordic & Viking Folk : Alessandro Antonello (voce, talharpa, tamburo sciamanico), Davide Florio (chitarra acustica, bouzouki)

Vindur Orchestra: Riccardo Trasselli (contrabbasso), Alice Petrin (voce e njckelharpa), Virginia Grassi (violoncello), Federica Zanotti (violino), Gianmaria Tombari (percussioni)                              

Tecnici: Alessio Ruscelli (luci), Margo Marangoni (audio)

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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