Sabato, 23 Novembre 2024
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In questi giorni è in scena al Teatro Verdi ‘Orfeo ed Euridice’, spettacolo che segna il ritorno sulle scene triestine del mezzosoprano Daniela Barcellona, sicuramente una delle artiste più apprezzate nella scena lirica mondiale  e massima interprete attuale del  ‘Rossini serio’.

I suoi ruoli en traversi hanno scritto la storia dell’opera di questi anni, grazie ad una tecnica inossidabile, costruita grazie al marito , il Maestro Alessandro Vitiello; ad una capacità interpretativa fuori dal comune e da un carisma che riesce a magnetizzare il pubblico, a trascinarlo in una dimensione metafisica, magica e poetica.

Siamo davanti ad una artista vera, che ha saputo costruire la carriera con dedizione, studio appassionato, responsabilità.  Una cantante che non ha forzato le tappe, che ha saputo rispettare il suo prezioso strumento vovale, ma anche il pubblico, al quale ha consegnato sempre prove di grande spessore. Impossibile elencare i trionfi, i premi vinti, i colleghi con cui si è esibita. Ha avuto il coraggio di mettersi in gioco in allestimenti complessi, ha lavorato con tutti i più grandi registi, si è esibita nei maggiori teatri , dalla Scala al Metropolitan, dalla Royal Opera House al teatro Real di Madrid, passando per Parigi, Salisburgo, Vienna, Chicago, Barcellona, l’Australia, il Giappone , ma esibendosi anche in moltissimi teatri italiani, dando prova di sensibilità e disponibilità.

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«Questo progetto sta dando i suoi frutti, non solo rispetto ai primi gruppi di giovani affezionati che stanno cominciando a seguirci, ma anche per la possibilità offerta ad attori e cantanti talentuosi, tutti under 35, di mettersi in gioco in un ambiente dinamico, stimolante e al tempo stesso sperimentale, nel quale coltivare proprie capacità artistiche e muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo». Queste le parole di Filippo Rotondo quando spiega in cosa consiste il progetto della compagnia operistica FILRŌ.  

 

Sabato al teatro del Vigentino di Milano portate in scena una versione della Tosca di Puccini decisamente inedita. Sul comunicato stampa leggiamo "90 minuti con un ritmo cinematografico" spiegaci come è nato lo spettacolo come lo avete pensato…

Il pubblico assisterà ad un’opera lirica fatta e finita. Non mancheranno scene e costumi, ma sarà ridotta a 90 min, inserendo i punti salienti della trama esaltando la musica di Puccini. Il pubblico sarà parte integrante dello spettacolo e verrà catapultato nel dramma di Tosca.

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Intervista ad un vocal coach italiano richiesto in tutto il mondo, per cercare  di conoscere una professione quasi sconosciuta ai non addetti ai lavori

 

Nel mondo dell’opera lirica esistono alcune figure  importantissime,  poco note per i non addetti ai lavori, dato che operano dietro le quinte, ma che sono determinanti per la formazione dei giovani interpreti: i vocal coach. 

Fra questi si sta distinguendo un tenore italiano: Massimo Iannone,  impegnatissimo  in audizioni e masterclass in mezzo mondo, dagli Stati Uniti al Giappone,  da Londra  a Parigi, da Barcellona a Berlino; in giuria di diversi premi, come per  esempio  il prossimo ‘Concorso lirico Davide Gaetano’; coinvolto da anni, nella cornice prestigiosa di Torre del Lago, alla Puccini Festival Accademy,; protagonista per ‘Fondazione Incanto’  di una interessante masterclass in Nicaragua.  

Pluripremiato,  fra gli altri ricordiamo il ‘Premio Caruso’ ed ’Una vita per la Musica’ dell’Associazione Mattia Battistini, che fra qualche mese lo vedrà in giuria all’omonimo concorso, ha un pubblico di fedelissimi giovani cantanti che, nell’impossibilità di incontrarlo di persona, lo segue via web, dove elargisce ascolti e consigli  a coloro  che lo contattano.

Un vero ‘vocal coach globe trotter’, come gli piace definirsi,  della musica, fra audizioni, giurie di concorsi e corsi di perfezionamento.

Di rientro da una masterclass ad Orlando, negli Stati Uniti ed in procinto di partire per la sua prima esperienza  in Giappone, con anche un appuntamento alla Suntary Hall Accademy a Tokjo, lo incontriamo e cerchiamo di conoscere meglio lui e la sua professione, mentre sta preparando un concerto dedicato a Stravinskij.

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Veronica Pivetti è un talento poliedrico, che ama confrontarsi con generi diversi: dalla televisione al doppiaggio, dal cinema al teatro, dalla regia al canto.

Capace di essere credibile quando interpreta una commessa; coinvolgente ed emozionante quando conduce ‘Amore Criminale’; divertente quando regala la sua voce alla strega di ‘Kirikù’ ; intensa quando affronta grandi tematiche sociali come regista, sta per  ritornare, dal 9 all’11 marzo,  nei teatri della rete ERT del Friuli Venezia Giulia  con il suo spettacolo: ‘Stanno sparando sulla nostra canzone’ , portato in scena assieme a   Cristian Ruiz e Brian Boccuni .

 

Lei è artista eclettica: pittrice, attrice, conduttrice, cantante. Artista
multiforme o persona perennemente in viaggio nel mondo delle emozioni? In quale ambito si sente più a suo agio?
Artista è una parola impegnativa, diciamo che bazzico da un bel po’ di tempo un ambiente creativo. Mi piace recitare, scrivere, cantare a teatro e, in gioventù ho disegnato e dipinto, diplomandomi in pittura all’Accademia di Brera.

Amo ciascuna di queste attività. Mi danno grandi soddisfazioni e mi permettono di comunicare in modi differenti. Sono una  persona molto fortunata, lo so.

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 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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